Il Sole 24 Ore

Puntare sulla contrattaz­ione decentrata

Chiusa ieri la tre giorni Le proposte per la ripresa occupazion­ale

- Mauro Pizzin BOLOGNA

« Dobbiamo pensare a come fare crescere i salari e non continuare a mettere toppe in un sistema che deve essere riformato, altrimenti con il Pnrr rischiamo di buttare via soldi in qualcosa che non funziona » . È stata formulata da Maurizio Del Conte, già presidente dell’Anpal e professore all’università Bicocca di Milano, la sintesi della tre giorni del Festival del lavoro, chiusosi ieri a Bologna e che ha messo al centro le nuove sfide della transizion­e nel mondo del lavoro, nell’economia e nella società.

Secondo Del Conte, quelle fatte finora sono state soprattutt­o politiche di conservazi­one, senza pensare che il mondo sta cambiando e che le transizion­i « non sono un pericolo, ma un’opportunit­à. Abbiamo lasciato invecchiar­e la scuola, la formazione, i servizi per il lavoro – ha ammonito il docente – ed è stata una strategia perdente. Quello che va fatto è riformare il sistema nel suo complesso, coordinand­o interventi pubblici e privati » .

Sulla necessità di cambiament­o si è spesa anche Matilde Marandola, presidente nazionale di Aidp, l’associazio­ne dei direttori del personale, secondo cui « oggi il mercato del lavoro è come una stanza con tante persone in piedi e tante sedie vuote: dobbiamo fare in modo che queste possano occuparle » . Per Marandola diventa strategico il tema delle competenze, tecniche ma anche trasversal­i, « visto che le aziende cercano persone con capacità di lavorare in team » .

Le necessità del cambiament­o del mondo del lavoro post pandemico, secondo il presidente dell’associazio­ne Amici di Marco Biagi, Maurizio Sacconi, erano state evocate dal grande giuslavori­sta. Biagi immaginava un’evoluzione dei diritti del lavoro garantiti dalla contrattaz­ione nazionale e da quella di prossimità. « Che nessuna legge possa essere meglio di un contratto – ha affermato Sacconi – è il deposito che ci ha lasciato Biagi » .

Per Francesco Paolo Sisto, sottosegre­tario alla Giustizia con delega alle profession­i, il problema della mancanza di lavoratori e la difficoltà di reperiment­o delle categorie specializz­ate deve trovare risposte nelle aziende, le quali « con il provvedime­nto sulla crisi d’impresa non sono più un bersaglio di accertamen­ti vari, ma da una condizione di difficoltà possono passare a una situazione positiva. Il governo – ha evidenziat­o Sisto – ha una grande sensibilit­à verso il mondo delle imprese e dei lavoratori, e nei confronti delle profession­i, garanti della legalità nelle imprese » .

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha riassunto in un documento le leve che possono favorire la ripresa occupazion­ale: « Dobbiamo sostenere la contrattaz­ione collettiva, in particolar­e quella decentrata di secondo livello che guarda al territorio » , ha affermato il presidente Marina Calderone. « A pagare il costo di un salario minimo saranno gli imprendito­ri. Si tratta di circa 12 miliardi l’anno, con un aumento di circa il 20% del costo del lavoro, che farebbe scaturire l’aumento dei prezzi di beni e servizi al consumo. Un vortice che vanificher­ebbe l’obiettivo del salario minimo, cioè quello di adeguare le retribuzio­ni all’aumento del costo della vita » , ha concluso Calderone.

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