Il Sole 24 Ore

Tra deficit e pandemia il Calcio italiano Spa ha perso oltre 3 miliardi

Il triennio 2019/ 22. L’impatto del Covid- 19 ha aggravato la crisi struttural­e di un sistema che negli ultimi 15 anni ha bruciato oltre 1 milione al giorno

- Marco Bellinazzo

Il Calcio italiano Spa deve reinventar­si per salvare un futuro fagocitato da bilanci sempre più negativi. Le conseguenz­e della pandemia son ostate devastanti, ma hanno fatto da detonatore di una crisi che, annodo po anno, annodo po anno,h aeroso i fondamenta­li economici del sistema.so i fondamenta­li economici del sistema.

Nei rendiconti del triennio in cui la diffusione dei contagi da Covid- 19 ha travolto anche il mondo dello sport, si sono accumulate perdite per oltre tre miliardi di euro. Nel dettaglio, nella stagione 2019/ 20 colpita dalla pandemia soprattutt­o nel terzo quadrimest­re il rosso è stato di 829 milioni, in quella successiva ( 2020/ 21) di 1,3 miliardi e in quella che si concluderà il prossimo 30 giugno si può stimare un disavanzo intorno al miliardo.

I 100 club italiani che popolano la piramide calcistica( Serie A, Be Lega Pro) nei 12 anni precedenti, come emerge dai Reportcalc­io della Figc, avevano denunciato un deficit complessiv­o di 4,1 miliardi ( la maggior parte del quale concentrat­o nelle società del massimo torneo). Tra squilibri struttural­i e lockdown, in 15 anni il sistema tricolore ha generato oltre 7 miliardi di perdite. Significa che tra Serie A, Be Lega Pro ogni giorno la Football Industry ha bruciato più di un milione al giorno.

L’analisi condotta dal Sole 24 Ore ha permesso di portare alla luce diversi e lepermesso di portare alla luce diversi elementi contabili utili a leggere lo sta todi salute di quello che un tempo era“salute di quello che un tempo era“ilcamil campionato più bello del mondo ”.

Ancora più significat­ivi nei giorni in cui lo scontro istituzion­ale tra la Figc del presidente Gabriele Gravina e la Lega di Serie A guidata da Lorenzo Casini sull’indice di liquidità ha raggiunto il picco, con il ricorso al Tarda parte della federazion­e e una bocciatura delle misure adottate da quest’ultima, per assicurare maggiore sostenibil­ità e controlli più serrati, in relazione alla loro retroattiv­ità. Con la paradossal­e conseguenz­a che ai club della massima serie, aifinidell’iscriai finidell’iscrizione, è statori chiesto il rispetto di un rapporto tra attività e passività correnti più basso ( 0,5%) di quanto imposto ai club di Serie Be C (0,7%), tanto che per adeguarsi - come ha sottolinea­to il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli - i presidenti di A hanno dovuto versare nelle casse delle società 4,3 milioni e quelli di Lega Pro 12 milioni.

Questi ultimi, peraltro, possono contare solo sulle ( scarse) entrate da botteghino e da sponsor, le due voci più colpite dalle restrizion­i sanitarie. Mentre non hanno i ricavi televisivi, sostanzial­mente messi in salvo con la prosecuzio­ne dei tornei anche a porte chiuse o con limitazion­i di pubblico.

Va detto che, in materia di entrate, la contrazion­e, specie in Serie A, si è concentrat­a nelle tre annate sconvolte dalla pandemia su due canali: il botteghino con oltre mezzo miliardo di proventi evaporati ( soprattutt­o nella stagione 2020/21); el e plusvalenz­e del calcio mercato. Quella che è diventatal­a seconda lev adi introiti,va di introiti, dopo i diritti media,dopo i diritti media, avendo quasiraggi­unto, nellastagi­one2018/ 19, il tetto dei 900 milioni(il tetto dei 900 milioni( attirando anche le attenzioni della magistratu­ra sportiva e di quella ordinaria), ha subito infatti un calo di oltre un terzo nel biennio 2020/22, che si è tradotto in mancati surplus contabili di oltre 600 milioni(di oltre 600 milioni( al netto delle operazioni in uscita che potrebbero materializ­zarsi neip rossi mi4gi or-ber o materializ­zarsi neipr ossi mi4gi ornidi trattative ). Anche perla prassi dei cosiddetti parametri zero che contribuis­ce a impoverire le società.

Un altro dato allarmante del conto economico attiene alle uscite. L’ esplosione delle perdite è colpa,ne delle perdite è colpa, senz’altro, di una diminuzion­e del giro d’ affari,diminuzion­e del giro d’ affari, ma soprattutt­o nella stagione 2020/21, pure di un costo del lavoro che non si è affatto ridimensio­nato. Anzi, è aumentato di quasi il 10 percento. il 10 percento. Qualche migliorame­nto si riscontra nella stagione 2021/22, ma non abbastanza per rimettere in equilibrio i conti. Va detto che su questo fronte i calciatori non hanno collaborat­o e che la presenza di molti contratti pluriennal­i rende piuttosto rigido un sistema che deve tagliare cercando di non perdere competitiv­ità internazio­nale ed eludere il rischio di sforbiciat­e controprod­ucenti.

Sotto il profilo patrimonia­le i crescenti deficit hanno spinto l’ indebitame­nto lordo del Calcio i tali anoSpast abilmente lordo del Calcio i tali anoSpast abilmente sopra i 5 miliardi. A preoccupar­e sono anche le ripercussi­oni a medio- lungo terminedel­le( terminedel­le ( poche) misurediso­stegno che il Governo ha concesso ai club tricolori ( che, va rimarcato, assicurano un prelievo fiscale e contributi­vo di oltre un miliardo all’anno).

In assenza di risto ridiretti, ad esempio, son ostati sospesi i versamenti di trii versamenti di tributie contributi fino al 31 luglio 2022, ma le obbligazio­ni andranno prima o poi onorate. È stata anche con cessala facoltàÈ stata anche con cessala facoltà di sospendere gli ammortamen­ti, mentre molte società hanno optato per la rivalutazi­one agevolata di marchi e altri asset prevista dal Decreto Agosto del 2020. Un beneficio immediato di un miliardo che si tradurrà tuttavia in ulteriori ammortamen­ti ( sia pure a lungo termine, come per i brand) che appesantir­anno un capitolo del passivo che già nella stagione 2020/ 21 aveva oltrepassa­to la soglia del miliardo.

I mali di una Nazionale, si pure campione d’Europa, che però resterà senza mondiale per oltre un decennio, paradossal­mente, non sono quelli più gravi da dover affrontare.

‘ Ricavi da stadio, plusvalenz­e in calo e costo del lavoro in crescita hanno acuito il deficit

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GETTYIMAGE­S Senza mondiale. Lo scorso 24 marzo, battuta dalla Macedonia a Palermo, l’Italia ha perso il pass per Qatar 2022

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