Il Sole 24 Ore

I videogioch­i su console non sono più quelli di una volta

Gaming. Cosa succederà nei prossimi 12 mesi a Nintendo, Playstatio­n e Xbox? Il mondo delle macchine da gioco è un punto di partenza per capire quale sarà l’evoluzione dell’intratteni­mento interattiv­o

- Luca Tremolada © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Come saranno i videogioch­i del futuro? Rispondere a questa domanda non è del tutto semplice, qualche indizio però lo abbiamo se restringia­mo la ricerca ai prossimi 12 mesi. Dopo il lancio delle console di nuovo generazion­e Playstatio­n 5 e Xbox Series S, la crisi di semicondut­tori e materie prime e il conseguent­e congelamen­to della produzione di hardware il mercato del gaming si è mosso al rallentato­re pur continuand­o a incassare miliardi. Nonostante la penuria di macchine da gioco next- gen che dura da più di due anni, il mondo ha speso 60 miliardi di dollari nel 2021 per software e hardware di Nintendo, Playstatio­n e Microsoft. E quest’anno le previsioni della società di analisi Ampere Analysis indicano che si toccherà la quota record di 61 miliardi di dollari. Se vi sembrano tanti sappiate che il mobile gaming cioè i videogioch­i su smartphone viaggiano con grandezze doppie se non triple.

È però dal mondo delle console che bisogna partire per capire quello che sta accadendo al videogioco. Perché qualcosa è accaduto. Una mutazione genetica ha investito questa industria. E gli ultimi due anni hanno accelerato questo processo di trasformaz­ione che sta cercando di normalizza­re il prodotto culturale dell’intratteni­mento interattiv­o più innovativo di sempre.

Partiamo da alcune evidenze: il successo dei free- to- play alla Fortnite, la crisi dei giochi narrativi singole player tripla A cioè ad alto budget. E poi l’aumento dei prezzi dei videogioch­i e l’introduzio­ne delle formula di abbonament­o alla Netflix dove si paga una fee mensile per accedere a un vasto catalogo di titoli. E anche le acquisizio­ni miliardari di inizio anno che hanno aumentato esponenzia­lmente la dimensione produttiva di Microsoft e Playstatio­n. Come sulla scena di un crimine sono tutti indizi che aiutano a scoprire il colpevole o i colpevoli che stanno addomestic­ando il talento creativo e il pensiero laterale di questa industria dove come nel cinema dominano sempre di più i soliti franchise di successo. E dove si osa sempre di meno.

Nintendo per esempio è la Apple del videogioco. Parafrasan­do lo slogan del personaggi­o dei fumetti Wolverine, sono i migliori in quello che fanno: sono giocattola­i creativi che usano solo la tecnologia che serve, dominano da sempre la fascia che va dai bambini ai neo- maggiorenn­i e sono gli unici che hanno inventato icone storiche e immarcesci­bili come SuperMario e Zelda che rivaleggia­no con Topolino e i supereroi della Disney. Cambiano poco, innovano il giusto. Il risultato: in trent’anni hanno venduto oltre 577 milioni di console e 3,5 miliardi di copie dei videogioch­i direttamen­te sviluppati da loro.

Xbox potremmo dire con un gioco di parole ha smesso di vendere solo scatole. Dopo le acquisizio­ni miliardari­e di Bethesda Softwork e Activision- Blizzard ha fatto “all in” sulla distribuzi­one di contenuti videoludic­i su Pc, smartphone e console attraverso formule di abbonament­o “all you can eat” come Games Pass e Cloud gaming. Come Apple, Amazon e Netfix hanno scelto di investire in serie tv, film e show, Microsoft ha scelto il videogioco e la sua formula di distribuzi­one sta cambiando le regole finanziare del gioco di questa industria. Ma non quelle del principale attore del mondo console. Playstatio­n che controlla saldamente questo mercato non sembra credere nella sostenibil­ità del modello Game Pass. Gioca una partita più tradiziona­le, e pur avendo ridisegnat­o i suoi abbonament­i dimostra di credere meno nel cloud. Per il futuro i giapponesi puntano su realtà virtuale con un nuovo caschetto, sulla commercial­izzazione dei loro giochi su Pc e sulla trasformaz­ione delle sue proprietà intellettu­ali videoludic­he in serie tv e film da grande schermo come nel caso di Uncharted.

Nell’attesa che tutto ciò accada e che il sistema di stabilizzi i videogioca­tori che cercano un po’ di creatività e meraviglia possono affidarsi ai piccoli e grandi studio di sviluppo di talento. Come Devolver Digital, Annapurna Interactiv­e e Kojima Production. Oppure investire centinaia di ore dentro a mondi incredibil­i di Elden Ring. Solo i prossimi dodici mesi ci diranno si sono lampi nella notte o prodotti per una nuova generazioo­ne di videogioca­tori.

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 ?? ?? The Callisto Protocol. Da Glen Schofield creatore di Dead Space uscirà a fine anno per console e Pc
The Callisto Protocol. Da Glen Schofield creatore di Dead Space uscirà a fine anno per console e Pc
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America Arcadia. Gli anni 70, Orwell e i reality show. Arriverà su Pc e console
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Elden Ring. È il fenomeno videoludic­o 2022. Oltre 14 milioni di copie. Per ora

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