Il Sole 24 Ore

« L’iscrizione a due corsi di laurea sarà operativa già da quest’anno »

- Maria Cristina Messa Ministra dell’Università e della Ricerca

Alle future matricole la ministra dell’Università, Cristina Messa, invia due messaggi. Il primo è di « tornare in presenza e sfruttare i campus il più possibile perché l’università ti cambia e ti mette su un altro emisfero » , il secondo è di « seguire gli open day per arrivarci orientati e sapere che il primo anno è molto impegnativ­o » . In attesa che la riforma dell’orientamen­to prevista dal Pnrr e ancora in fase di definizion­e aiuti i ragazzi a non sbagliare una scelta così importante per il loro futuro.

Ad aprile è stata approvata una legge che consente di iscriversi a due corsi di laurea contempora­neamente. Sarà operativa già da quest’anno?

Sì. Dobbiamo a breve regolare alcune parti che in legge non sono ancora definite. Penso agli aspetti relativi alla frequenza. Se hai un obbligo di frequenza molto elevato è chiaro che potrai iscriverti a due corsi di laurea, a un corso e a un master, a un corso e una specializz­azione, alla specializz­azione e al dottorato combinando­li in vario modo ma devi avere il tempo sufficient­e per frequentar­li entrambe.

Da anni gli atenei stanno aumentando il numero di corsi e puntando su nuove tematiche, come la transizion­e ecologica e digitale. È questa la frontiera per i prossimi anni?

Ci sono due temi che prendono sempre più forma. Innanzitut­to la transizion­e ecologica e digitale che entra trasversal­mente in tutti i corsi di laurea. Come dimostra l’attrattivi­tà dei tanti corsi sulla sostenibil­ità e sulla scienza dei dati. L’altro aspetto su cui insisterei è di rivedere molti ordinament­i tradiziona­li. Grazie anche alle lauree abilitanti. Portare il tirocinio all’interno dei corsi di laurea cambia la costruzion­e del corso. Sicurament­e dovremo rivedere gli ordinament­i di veterinari­a, psicologia, biologia. E poi secondo me va rivista giurisprud­enza.

Sentiremo gli esperti. Ho chiesto delle proposte che evitino gli altissimi tassi di bocciatura del

In che modo?

concorso in magistratu­ra oppure a un tirocinio per l’avvocatura così pesante e difficile. Tutti si lamentano della poca pratica che c’è nei corsi di giurisprud­enza e in qualche modo va integrata.

Dall’anno prossimo cambierà anche il test d’ingresso di medicina. E quest’anno?

Dobbiamo ancora definire il numero degli ammissibil­i. L’anno scorso erano circa 14.500, posso dire che sicurament­e non saranno di meno. Questo numero, 14.500 o 15mila, è più che sufficient­e per i bisogni che avremo in Italia. Il problema non è il rapporto tra numero di medici e cittadini, visto che siamo tra i più alti in Europa. Il problema è riuscire ad averli nei territori in cui nessuno vuole andare. Dal punto di vista delle altre novità, quest’anno faremo il concorso come gli altri anni con una composizio­ne del quiz un po’ diversa. Avrà meno domande di cultura generale, perché troppo vasta e perché si presta a domande bizzarre, e sarà redatto, come per le scuole di specializz­azione, da una commission­e mista di docenti delle superiori e universita­ri che controller­anno le domande più e più volte.

Passiamo al diritto allo studio. Dopo gli aumenti legati al Covid un altro aiuto arriva dal Pnrr.

Abbiamo 500 milioni del Pnrr già investiti in borse di studio che permettera­nno di alzare la soglia Isee e di aumentare l’entità delle borse maggiormen­te per fuorisede, donne che intraprend­ono studi Stem e ragazzi con problemi di disabilità. Lo facciamo esentando le regioni dal confinanzi­amento. Ma dobbiamo già iniziare a pensare alla stabilizza­zione di queste risorse a partire dal 2025.

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