« L’iscrizione a due corsi di laurea sarà operativa già da quest’anno »
Alle future matricole la ministra dell’Università, Cristina Messa, invia due messaggi. Il primo è di « tornare in presenza e sfruttare i campus il più possibile perché l’università ti cambia e ti mette su un altro emisfero » , il secondo è di « seguire gli open day per arrivarci orientati e sapere che il primo anno è molto impegnativo » . In attesa che la riforma dell’orientamento prevista dal Pnrr e ancora in fase di definizione aiuti i ragazzi a non sbagliare una scelta così importante per il loro futuro.
Ad aprile è stata approvata una legge che consente di iscriversi a due corsi di laurea contemporaneamente. Sarà operativa già da quest’anno?
Sì. Dobbiamo a breve regolare alcune parti che in legge non sono ancora definite. Penso agli aspetti relativi alla frequenza. Se hai un obbligo di frequenza molto elevato è chiaro che potrai iscriverti a due corsi di laurea, a un corso e a un master, a un corso e una specializzazione, alla specializzazione e al dottorato combinandoli in vario modo ma devi avere il tempo sufficiente per frequentarli entrambe.
Da anni gli atenei stanno aumentando il numero di corsi e puntando su nuove tematiche, come la transizione ecologica e digitale. È questa la frontiera per i prossimi anni?
Ci sono due temi che prendono sempre più forma. Innanzitutto la transizione ecologica e digitale che entra trasversalmente in tutti i corsi di laurea. Come dimostra l’attrattività dei tanti corsi sulla sostenibilità e sulla scienza dei dati. L’altro aspetto su cui insisterei è di rivedere molti ordinamenti tradizionali. Grazie anche alle lauree abilitanti. Portare il tirocinio all’interno dei corsi di laurea cambia la costruzione del corso. Sicuramente dovremo rivedere gli ordinamenti di veterinaria, psicologia, biologia. E poi secondo me va rivista giurisprudenza.
Sentiremo gli esperti. Ho chiesto delle proposte che evitino gli altissimi tassi di bocciatura del
In che modo?
concorso in magistratura oppure a un tirocinio per l’avvocatura così pesante e difficile. Tutti si lamentano della poca pratica che c’è nei corsi di giurisprudenza e in qualche modo va integrata.
Dall’anno prossimo cambierà anche il test d’ingresso di medicina. E quest’anno?
Dobbiamo ancora definire il numero degli ammissibili. L’anno scorso erano circa 14.500, posso dire che sicuramente non saranno di meno. Questo numero, 14.500 o 15mila, è più che sufficiente per i bisogni che avremo in Italia. Il problema non è il rapporto tra numero di medici e cittadini, visto che siamo tra i più alti in Europa. Il problema è riuscire ad averli nei territori in cui nessuno vuole andare. Dal punto di vista delle altre novità, quest’anno faremo il concorso come gli altri anni con una composizione del quiz un po’ diversa. Avrà meno domande di cultura generale, perché troppo vasta e perché si presta a domande bizzarre, e sarà redatto, come per le scuole di specializzazione, da una commissione mista di docenti delle superiori e universitari che controlleranno le domande più e più volte.
Passiamo al diritto allo studio. Dopo gli aumenti legati al Covid un altro aiuto arriva dal Pnrr.
Abbiamo 500 milioni del Pnrr già investiti in borse di studio che permetteranno di alzare la soglia Isee e di aumentare l’entità delle borse maggiormente per fuorisede, donne che intraprendono studi Stem e ragazzi con problemi di disabilità. Lo facciamo esentando le regioni dal confinanziamento. Ma dobbiamo già iniziare a pensare alla stabilizzazione di queste risorse a partire dal 2025.