Il Sole 24 Ore

La positività al Covid e la « prova » della malattia

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In base a un tampone fatto di venerdì, ho scoperto di avere contratto il Covid. Il medico di famiglia ha mandato direttamen­te all’Inps e al datore di lavoro il certificat­o di malattia fino al giovedì successivo, commettend­o forse un errore, poiché io dovevo fare un nuovo tampone il venerdì successivo all’accertamen­to della mia positività ( e infatti la comunicazi­one di quarantena era estesa fino al venerdì). Il nuovo tampone – fatto appunto il venerdì successivo al primo – è risultato ancora positivo, per cui ho ricevuto una nuova comunicazi­one di quarantena fino al lunedì successivo. Io ho sentito il medico, ma non ho pensato che fosse necessario chiedere la continuazi­one della malattia: credevo che bastasse la nuova comunicazi­one di quarantena a “coprire” il periodo fino al lunedì. Invece, dopo l’invio del tampone negativo e la ricezione del nulla osta al rientro, il datore di lavoro ( settore commercio) mi ha prima detto di chiedere il certificat­o di continuazi­one della malattia e poi, quando glielo ho fatto avere, ha eccepito che non andava bene in quanto era retroattiv­o e non poteva accettarlo. Secondo lui, dovrò risultare in ferie per i due giorni non coperti dal certificat­o del medico di famiglia ( venerdì e lunedì). Ha ragione?

S. B. - TREVISO

Di regola, il certificat­o di malattia non può essere redatto dal medico per certificar­e uno stato invalidant­e di alcuni giorni prima, salvo il caso della visita domiciliar­e effettuata il giorno dopo l’inizio della malattia. Nel caso descritto dal quesito, pare peraltro di capire che lo stato di malattia fosse comunque comprovato dal tampone positivo emesso regolarmen­te da un organismo sanitario, cui la legge riconosce valenza in tal senso.

Non risultano prese di posizione da parte Inps circa l’insorgere di casi del genere, che sono diversi da quelli classici in cui non è ammesso certificar­e stati patologici precedenti la visita proprio perché non accertati dal medico.

Se il datore di lavoro non intende percorrere un tentativo di ricorso amministra­tivo nei confronti dell’Inps per far valere queste ragioni, al lavoratore non resterà che la via giudiziale per farsi riconoscer­e l’assenza per malattia, comunque comprovata dalla presenza di un risultato di positività al Covid.

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