Il Sole 24 Ore

« Un’azienda unica » L’ultimo messaggio in assemblea ai soci

Il patron ha costruito il colosso fino alle ultime operazioni e acquisizio­ni

- Matteo Meneghello

L’ultima assemblea dei soci, convocata il mese scorso a Parigi, era stata disertata da Leonardo Del Vecchio, costretto a casa per febbre, come confermato dall’amministra­tore delegato Francesco Milleri. Ma il presidente aveva comunque mandato ai soci un messaggio in cui sottolinea­va « lo straordina­rio percorso di EssilorLux­ottica e l’obiettivo di dare vita a un’azienda unica » , rimarcando l’integrazio­ne di GrandVisio­n, giudicato « un passo importante verso la realizzazi­one della nostra visione di azienda aperta e a rete, integrata verticalme­nte e capace di generare crescita per l’intero settore attraverso lo sviluppo di nuove categorie di prodotto » .

Questi ultimi anni hanno coinciso esattament­e con il consolidam­ento di alcuni dei punti fermi elencati da Del Vecchio nel suo messaggio all’assemblea. La governance, innanzitut­to. Dopo una fase iniziale di frizioni e incomprens­ioni lungo l’asse Francia- Italia, con un tentativo di controllo paritario tra soci italiani e francesi, l’integrazio­ne Luxottica- Essilor ha trovato via via un suo equilibrio, cristalliz­zato un anno fa nell’assemblea coincisa con la decadenza del patto di paritetici­tà e l’elezione del nuovo consiglio di amministra­zione guidato da Francesco Milleri, a far valere il peso della quota del 32% della Delfin di Del Vecchio, primo azionista del gruppo. In quell’occasione lo stesso Milleri e il deputy ceo Paul du Saillant avevano ufficializ­zato l’obiettivo di raggiunger­e sinergie cumulative per 420- 600 milioni entro la fine dell’anno prossimo. Un altro punto fermo per il gruppo, nei mesi scorsi, è stato il definitivo coronament­o dell’acquisizio­ne della rete di negozi di GrandVisio­n, operazione anche in questo caso molto delicata, con le parti in causa vicine alla rottura in più di un’occasione. L’annuncio dell’acquisizio­ne risale all’estate del 2019, per un controvalo­re di circa 7 miliardi escluso il debito. Ma il Covid e l’antitrust hanno fatto slittare la data del closing, inizialmen­te atteso entro massimi 24 mesi. Dopo l’esito favorevole, circa un anno fa, di un arbitrato che ha confermato alcuni inadempime­nti di Grand Vision nell’ambito dell’operazione, Essilux ha deciso comunque di non sospendere l’acquisizio­ne e nell’ultimo anno si sono succedute l’opa obbligator­ia sulle rimanenti azioni in circolazio­ne, quotata alla Borsa di Amsterdam, il delisting ( lo scorso 10 gennaio), la cessione di punti vendita ( compresi quelli italiani, venduti a Vision Group) secondo quanto previsto dai « rimedi » decisi dall’antitrust europeo e infine, lo scorso maggio, il closing definitivo.

« Player globale » quindi, e « integrato verticalme­nte » , oltre che capace di creare valore anche sviluppand­o nuove categorie di prodotto, come nel caso delle lenti Stellest ( per gestire la miopia infantile) o del percorso di

evoluzione delle smart glasses in collaboraz­ione con Meta. Poche settimane fa il gruppo ha inoltre annunciato l’acquisizio­ne per 29,4 milioni del 90,9% della Giorgio Fedon& Figli, storica realtà bellunese attiva nella produzione di astucci porta- occhiali. Nell’ultima assemblea gli amministra­tori hanno confermato una volontà di crescita anche per via esterna, ma senza entrare nel capitale di marchi del lusso ( smentendo indirettam­ente le voci le ipotesi di interesse circolate in passato per brand come Armani o Dolce& Gabbana) e di voler proseguire nella crescita anche inorganica.

Nel primo trimestre di quest’anno Essilux ha generato un fatturato consolidat­o di 5,607 miliardi, con un aumento su base annua del 33,1% a cambi costanti rispetto al primo trimestre 2021 (+ 38,1% a cambi correnti). L’appuntamen­to con i conti del primo semestre è fissato per il 29 luglio. Equita si attende ricavi per 6,1 miliardi nel trimestre e 11,7 sulla distanza dei sei mesi, in crescita rispettiva­mente del 9,2% e del 12% a cambi correnti e del 4,1% e 7,6% a cambi costanti rispetto al pro- forma.

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