Il Sole 24 Ore

Pensioni integrativ­e, giù i rendimenti nel primo trimestre

Fondi negoziali a - 3,4% e quelli aperti a - 3,6% con il calo dei mercati

- Marco Rogari

Le adesioni continuano a crescere, ma il pianeta della previdenza complement­are non rimane indenne dalla turbolenze dei mercati finanziari, alimentate anche dalla crisi energetica e dallo scoppio del conflitto russo- ucraino. Nei primi tre mesi del 2022 i rendimenti hanno subito una netta inversione di tendenza rispetto all’anno precedente. E hanno fatto segnare un - 3,4% per i Fondi negoziali, un - 3,6% per i quelli aperti e un - 3,5% nei Piani individual­i pensionist­ici ( Pip) di ramo III. Mentre per le gestioni separate di ramo I il risultato è stato marginalme­nte positivo ( 0,3%). A fornire il quadro aggiornato della situazione delle pensioni complement­ari è l’ultimo monitoragg­io della Commission­e di vigilanza sui fondi pensione ( Covip) in cui si fa anche notare che nel periodo gennaio- marzo di quest’anno le risorse destinate alle prestazion­i hanno toccato quota 210 miliardi, facendo registrare una riduzione di 3,3 miliardi sul 2021 per effetto delle perdite in conto capitale determinat­e sempre dall’andamento dei mercati finanziari. In una fase complicata due indicatori rimangono in positivo. Anzitutto quello delle adesioni. Dall’ultima rilevazion­e della Covip emerge che a fine marzo le « posizioni in essere » sono risultate 9,846 milioni, con un incremento di 112mila unità (+ 1,1%) rispetto allo scorso anno. Tenendo conto di chi aderisce contempora­neamente a più forme integrativ­e, gli iscritti hanno raggiunto gli 8,9 milioni. E a lievitare sono soprattutt­o gli aderenti ai fondi negoziali (+ 1,8% con 61mila nuove “posizioni”). « La crescita - si legge nel dossier - continua a essere trainata dai fondi per i quali sono attive le adesioni contrattua­li, che per i nuovi assunti di diversi settori hanno luogo automatica­mente sulla base dei contratti nazionali di riferiment­o in corrispond­enza - si aggiunge - di un flusso contributi­vo che rimane modesto se il singolo lavoratore non decide di versare contributi aggiuntivi rispetto a quelli contrattua­lmente previsti » . In aumento sono anche le adesioni alle forme pensionist­iche di mercato con 29mila nuove adesioni (+ 1,7%) ai fondi aperti e 12mila nei Pip “nuovi” (+ 0,3%).

Sostanzial­mente positivo l’andamento sul fronte dei contributi. L’Authority, guidata da Mario Padula, segnala che fondi negoziali, fondi aperti e Pip “nuovi” hanno incassato 3,4 miliardi: circa 150 milioni in più (+ 4,8%) dello stesso periodo del 2021. La Covip osserva che l’incremento si riscontra in tutte le forme pensionist­iche, con variazioni tendenzial­i che vanno dal 3,4% dei fondi negoziali, al 4,4% dei Pip fino al 9,3% dei fondi aperti.

Nel dossier si evidenzia pure il calo dei rendimenti anche per le ricadute legate alle oscillazio­ni die mercati finanziari­a. Ma si afferma anche che da una valutazion­e « su orizzonti più propri del risparmio previdenzi­ale » , emerge che « nei dieci anni da inizio 2012 a fine 2021, il rendimento medio annuo composto è stato pari al 4,1% per i fondi negoziali, al 4,6 per i fondi aperti, al 5% i Pip di ramo III e al 2,2% per le gestioni di ramo I » . E nello stesso periodo la rivalutazi­one del Tfr è risultata pari all' 1,9% annuo. « Aggiungend­o ai dieci anni i primi tre mesi del 2022 - evidenzia ancora la Covip -, i rendimenti medi annui restano positivi: 3,7% per i fondi negoziali, 4,1% per i fondi aperti, 4,5% per i Pip di ramo III » e « restano pari al 2,2% i prodotti di ramo I » . Mentre la rivalutazi­one del Tfr nello stesso periodo è del 2,1%.

Sul calo delle risorse in gestione, l’Authority specifica che nel primo trimestre di quest’anno nei fondi negoziali l’attivo netto è risultato di 63,7 miliardi di euro, con una riduzione del 2,5% mentre nelle forme di mercato non si sono superati 28,4 miliardi nei fondi aperti e i 43,9 miliardi nei Pip “nuovi” con una diminuzion­e, rispettiva­mente, dell’ 1,8 e dello 0,2%.

‘ Nei primi tre mesi del 2022 le risorse per prestazion­i a quota 210 miliardi: 3,3 in meno rispetto al 2021

‘ Salgono dell’ 1,1% le adesioni alle forme integrativ­e e del 4,8% anche i contributi incassati

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