« I crediti fiscali devono essere sbloccati »
Il vicepresidente di Confindustria: serve certezza del diritto
« È fondamentale la certezza del diritto. Non ci può essere un atteggiamento che dà incertezza alle imprese, oltre alla necessità di evitare che si creino effetti assai pesanti sull’economia » . Fallimenti, perdita di posti di lavoro: è questo lo scenario che Emanuele Orsini, vice presidente di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco, prefigura da qui a pochi mesi se non saranno sbloccati i crediti fiscali che le aziende attendono.
Le imprese, spiega il vice presidente di Confindustria, hanno i cassetti fiscali pieni di crediti che non riescono a scontare. Una situazione che sta trasformando in un boomerang la spinta che i vari bonus, a partire dal 110%, hanno dato finora al settore dell'edilizia, risollevandolo da una crisi pesante che durava anni.
Le cronache hanno messo in evidenza gli effetti distorsivi della misura: « Confindustria è per la legalità, lo siamo da sempre. Ovviamente condanniamo
‘ L’IMPATTO
Confindustria è per la legalità. Ma bloccando i crediti si ferma tutto con fallimenti, disoccupazione, cause
le truffe e anzi chiediamo che vengano fatti controlli severi. Ma bloccando i crediti si ferma tutto con fallimenti, disoccupazione, cause » .
Le piattaforme di Cassa depositi e prestiti, così come le Poste, hanno chiuso l’acquisto di crediti. Cosa che sanno facendo in parte anche le banche. È necessario su questo un intervento del governo.
La proposta del vice presidente di Confindustria è di fare più controlli e al tempo stesso adottare le necessarie misure per sbloccare le cessioni. E di anticipare alla fine di quest’anno, invece di aspettare luglio del 2023, il vincolo dell’obbligo di certificazione SOA ( l’attestazione che abilita l’impresa a partecipare a gare di appalto per i lavori pubblici) per i lavori di importo superiori ai 516mila euro. « I lavori vanno affidati ad aziende competenti, serie » . Poi si può studiare una forma di decalage, se si vuole uscire da questa misura, « ma per ora non si può bloccare una filiera. Dietro un lavoro di costruzioni ruotano aziende di tanti settori, dall’acciaio, al cemento, alle piastrelle. Una filiera, appunto, che si fermerebbe. Con effetti negativi pesanti: le imprese si sono già impegnate negli ordini e negli acquisti di materiali » .
Oggi il problema è « non lasciare indietro nessuno » . E attuare tutti gli interventi che sono stati inseriti nella legge di bilancio. L’imperativo, quindi, è controllare.