Limite del doppio mandato e pieno sostegno a Draghi: i paletti di Grillo a Conte
Il limite dei due mandati è un principio fondante del Movimento 5 stelle e Beppe Grillo non vuole sentir parlare di deroghe. Prima in un teso faccia a faccia con il presidente 5 Stelle Giuseppe Conte, poi in un primo incontro con i parlamentari ( il “giro” degli eletti si chiuderà solo oggi), il fondatore e Garante del M5s sembra abbia tenuto fortemente il punto: nessuna deroga, la regola dei due mandati non si tocca. « Se ci credete dovete farlo fino in fondo, e io non abbandono nessuno » . Sabato scorso sembrava in realtà che Grillo avesse acconsentito a un mini- deroga ( solo nel 5% dei casi), ma la valanga di messaggi di parlamentari al primo mandato lo avrebbero indotto alla retromarcia. Il punto è che la prima vittima illustre sarà Giancarlo Cancelleri e la sua ambizione di correre alle primarie del centrosinistra fissate con il Pd - e sarebbe una ” prima” assoluta - per il 23 luglio per la candidatura alla presidenza della Sicilia, dove si voterà in autunno. Il Pd ha già indicato Caterina Chinnici come sua candidata, ma senza un competitor che senso ha la celebrazione dei primi gazebo giallorossi? C’è tempo per decidere fino a mercoledì, ad ogni modo, e alcuni dirigenti pentastallati non disperano che infine Grillo possa dare il suo via libera. Anche per non dare una spinta ad altre “fughe” verso Luigi Di Maio, che proprio ieri ha portato a casa in Campania il gruppo consiliare Insieme per il futuro spaccando a metà il M5s.
Altro motivo di screzio con Conte sembra sia stato l’atteggiamento da tenere nei confronti del governo: il leader 5 Stelle avrebbe chiesto mani libere sui temi, a partire dal no al termovalorizzatore di Roma ( la norma è contenuta nel Dl Aiuti che arriverà in Aula alla Camera entro il fine settimana). « Abbiamo preso un impegno con Draghi, e non esco dal governo per un c.... di inceneritore » , è stata la risposta tranchant di Grillo. Reduce da un contratto da 300mila euro l’anno per il ruolo di “comunicatore” del movimento, Grillo ha anche incontrato il tesoriere Cominardi: con la scissione ad opera Di Maio ( 2,3 milioni di euro in meno da qui alla fine della legislatura) le difficoltà economiche sono aumentate.