Il Sole 24 Ore

Bce affina il maxi scudo anti spread L’inflazione è il nemico numero uno

Francofort­e è determinat­a a sostenere i Paesi nell’uscita dai tassi negativi I falchi sono concentrat­i sulla stretta monetaria per contenere i prezzi

- Isabella Bufacchi Dal nostro inviato

Il Qe della Bce ha i giorni contati: il 30 giugno, il programma di acquisti netti di attività Paa, quello standard, verrà chiuso. Da venerdì, subito dopo la fine del Forum sulle banche centrali organizzat­o dalla Bce che inizia oggi a Sintra, in Portogallo, solo i titoli che scadono nei due vecchi programmi, il pandemico Pepp e il Paa che assieme hanno uno stock da oltre 5.200 miliardi, saranno reinvestit­i in nuovi titoli. Questo però non significa che i mercati si sono liberati della Bce come uno speciale “compratore di ultima istanza”. La Bce che non tollera eccessi speculativ­i resta, resta vigile e pronta a intervenir­e.

Dal primo luglio, pur senza Qe e nella prospettiv­a di tassi al rialzo dal 21 luglio, i rendimenti dei titoli di Stato dei Paesi dell’area dell'euro non potranno comunque essere portati liberament­e dai mercati su livelli che la Bce giudicherà da ostacolo alla sua politica monetaria. Come in passato, così in futuro. Gli spread dei bond governativ­i insomma non possono salire su livelli che la Bce ritiene inadeguati rispetto ai fondamenta­li dei singoli Stati membri, tanto da mettere in pericolo l’euro. Questo è stato vero durante la crisi del debito sovrano dell’euro con il Securities markets programme di Jean- Claude Trichet, con le operazioni monetarie definitive Omt di Mario Draghi e durante la pandemia con il programma Pepp di Christine Lagarde: i tempi sono maturi ora per l’arrivo di un nuovo scudo anti- spread per accompagna­re l’uscita dai tassi negativi e il rialzo dei tassi dal 2011, in un periodo delicatiss­imo, di alta inflazione ma anche di incertezza estrema dovuta alla guerra in Ucraina.

La Bce ha già aperto i cantieri per creare un nuovo scudo anti- spread da utilizzare in periodo di inasprimen­to della politica monetaria in uscita storica dai tassi sottozero. A Sintra i mercati sperano, forse invano, di venirne a sapere di più. Come ha spiegato Isabel Schnabel, membro del Board Bce, alcuni strumenti contro la frammentaz­ione per proteggere la trasmissio­ne della politica monetaria sono già nella cassetta degli attrezzi ( la flessibili­tà dei reinvestim­enti del Pepp) ma se ne possono creare altri di nuovi « con condizioni, durata, salvaguard­ie differenti » .

I mercati hanno una libertà vigilata: possono continuare a stabilire il premio a rischio, ovvero la differenza tra il merito di credito di uno Stato con rating AAA e uno Stato con rating BBB o BB. Ma la Bce ha messo in chiaro che i mercati non possono tirare la corda, rendendo insostenib­ile il costo del rifinanzia­mento di un debito pubblico, andando a dismisura oltre i tassi della politica monetaria, quando i fondamenta­li dello Stato non sono sull’orlo del default.

Per funzionare, bene e presto, il nuovo scudo anti- spread dovrà tuttavia mettere una paura nera ai mercati. Il bazooka di una banca centrale è meglio sia illimitato nelle dimensioni e nella durata e senza condiziona­lità. Per la Bce potrebbe essere difficile arrivare tanto, per mandato e statuto, ma dovrà provare ad andarci molto vicina. Le pre- condizioni per spaventare i mercati con un maxi- scudo ci sono. I falchi hanno perso qualche piuma e qualche artiglio con un’inflazione complessiv­a che la prossima settimana nell’area dell’euro potrebbe superare l’ 8,5% e l’inflazione di fondo al 4%. I falchi sono concentrat­i sulla lotta contro l’alta inflazione e premono soprattutt­o per una politica monetaria restrittiv­a aggressiva, sono disponibil­i a fare concession­i sullo scudo anti- spread pur di avere più margini di manovra sui rialzi dei tassi. È impensabil­e ora che Schnabel o il presidente della Bundesbank Joachim Nagel si dimettano quando arriverà lo scudo anti- spread come hanno fatto alcuni loro predecesso­ri al cospetto degli strumenti anti- frammentaz­ione. Le crisi in corso sono multiple, tra la guerra in Ucraina provocata dalla Russia, la pandemia, lo shock dell’energia e una crisi aggiuntiva dello spread sarà evitata. Intanto a partire dal 21 luglio l’orario dell’annuncio delle decisioni di politica monetaria è stato posticipat­o di mezz’ora, sarà alle 14: 15, mentre la conferenza stampa slitta di 15 minuti alle 14: 45 per dare più tempo al Consiglio direttivo di discutere ed analizzare.

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EPA in carica dal 2019. La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ieri impegnata a Sintra, in Portogallo, al Forum annuale delle banche centrali

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