Bce affina il maxi scudo anti spread L’inflazione è il nemico numero uno
Francoforte è determinata a sostenere i Paesi nell’uscita dai tassi negativi I falchi sono concentrati sulla stretta monetaria per contenere i prezzi
Il Qe della Bce ha i giorni contati: il 30 giugno, il programma di acquisti netti di attività Paa, quello standard, verrà chiuso. Da venerdì, subito dopo la fine del Forum sulle banche centrali organizzato dalla Bce che inizia oggi a Sintra, in Portogallo, solo i titoli che scadono nei due vecchi programmi, il pandemico Pepp e il Paa che assieme hanno uno stock da oltre 5.200 miliardi, saranno reinvestiti in nuovi titoli. Questo però non significa che i mercati si sono liberati della Bce come uno speciale “compratore di ultima istanza”. La Bce che non tollera eccessi speculativi resta, resta vigile e pronta a intervenire.
Dal primo luglio, pur senza Qe e nella prospettiva di tassi al rialzo dal 21 luglio, i rendimenti dei titoli di Stato dei Paesi dell’area dell'euro non potranno comunque essere portati liberamente dai mercati su livelli che la Bce giudicherà da ostacolo alla sua politica monetaria. Come in passato, così in futuro. Gli spread dei bond governativi insomma non possono salire su livelli che la Bce ritiene inadeguati rispetto ai fondamentali dei singoli Stati membri, tanto da mettere in pericolo l’euro. Questo è stato vero durante la crisi del debito sovrano dell’euro con il Securities markets programme di Jean- Claude Trichet, con le operazioni monetarie definitive Omt di Mario Draghi e durante la pandemia con il programma Pepp di Christine Lagarde: i tempi sono maturi ora per l’arrivo di un nuovo scudo anti- spread per accompagnare l’uscita dai tassi negativi e il rialzo dei tassi dal 2011, in un periodo delicatissimo, di alta inflazione ma anche di incertezza estrema dovuta alla guerra in Ucraina.
La Bce ha già aperto i cantieri per creare un nuovo scudo anti- spread da utilizzare in periodo di inasprimento della politica monetaria in uscita storica dai tassi sottozero. A Sintra i mercati sperano, forse invano, di venirne a sapere di più. Come ha spiegato Isabel Schnabel, membro del Board Bce, alcuni strumenti contro la frammentazione per proteggere la trasmissione della politica monetaria sono già nella cassetta degli attrezzi ( la flessibilità dei reinvestimenti del Pepp) ma se ne possono creare altri di nuovi « con condizioni, durata, salvaguardie differenti » .
I mercati hanno una libertà vigilata: possono continuare a stabilire il premio a rischio, ovvero la differenza tra il merito di credito di uno Stato con rating AAA e uno Stato con rating BBB o BB. Ma la Bce ha messo in chiaro che i mercati non possono tirare la corda, rendendo insostenibile il costo del rifinanziamento di un debito pubblico, andando a dismisura oltre i tassi della politica monetaria, quando i fondamentali dello Stato non sono sull’orlo del default.
Per funzionare, bene e presto, il nuovo scudo anti- spread dovrà tuttavia mettere una paura nera ai mercati. Il bazooka di una banca centrale è meglio sia illimitato nelle dimensioni e nella durata e senza condizionalità. Per la Bce potrebbe essere difficile arrivare tanto, per mandato e statuto, ma dovrà provare ad andarci molto vicina. Le pre- condizioni per spaventare i mercati con un maxi- scudo ci sono. I falchi hanno perso qualche piuma e qualche artiglio con un’inflazione complessiva che la prossima settimana nell’area dell’euro potrebbe superare l’ 8,5% e l’inflazione di fondo al 4%. I falchi sono concentrati sulla lotta contro l’alta inflazione e premono soprattutto per una politica monetaria restrittiva aggressiva, sono disponibili a fare concessioni sullo scudo anti- spread pur di avere più margini di manovra sui rialzi dei tassi. È impensabile ora che Schnabel o il presidente della Bundesbank Joachim Nagel si dimettano quando arriverà lo scudo anti- spread come hanno fatto alcuni loro predecessori al cospetto degli strumenti anti- frammentazione. Le crisi in corso sono multiple, tra la guerra in Ucraina provocata dalla Russia, la pandemia, lo shock dell’energia e una crisi aggiuntiva dello spread sarà evitata. Intanto a partire dal 21 luglio l’orario dell’annuncio delle decisioni di politica monetaria è stato posticipato di mezz’ora, sarà alle 14: 15, mentre la conferenza stampa slitta di 15 minuti alle 14: 45 per dare più tempo al Consiglio direttivo di discutere ed analizzare.