Il Sole 24 Ore

Investimen­ti esteri, al via la riforma con sportello unico e paletti anti fuga

- Carmine Fotina ROMA

Il decreto del Mise Teti nominato segretario

del Coordiname­nto centrale delle pratiche amministra­tive

Allo studio un’assicurazi­one per limitare delocalizz­azioni e disinvesti­menti

Il governo ci riprova. Con un decreto firmato dal ministro dello Sviluppo economico ( Mise) Giancarlo Giorgetti, cambia ancora la gestione delle politiche per attrarre investitor­i esteri. Il nuovo provvedime­nto, in attuazione del decreto legge Aiuti, istituisce uno « Sportello unico » che sarà coordinato, nel ruolo di segretario, dal dirigente del Mise Amedeo Teti. Budget di 5 milioni annui e compiti molto estesi per cercare di rimettere ordine in una materia contesa per molti anni tra lo stesso ministero, il dicastero degli Esteri, le agenzie Ice e Invitalia. La segreteria guidata da Teti dovrà garantire il supporto tecnico- operativo al Comitato interminis­teriale per l’attrazione degli investimen­ti esteri. Non è un meccanismo troppo contorto? « Non credo, lo Sportello unico ha proprio l’obiettivo di chiarire una volta per tutte chi fa cosa in questo campo » dice Teti, che al Mise è stato per anni direttore generale per il commercio estero. Lo schema, almeno sulla carta, prevede che in prima battuta la rete di ambasciate e consolati, insieme ai desk internazio­nali dell’Ice, individui i potenziali investitor­i; lo Sportello unico li segua in tutti gli adempiment­i e le pratiche utili per realizzare gli investimen­ti; Invitalia insieme alla Dg incentivi del Mise curi tutta la parte relativa alle agevolazio­ni. Nei casi di grandi investimen­ti, di oltre 50 milioni, che dovessero poi risultare bloccati per inerzia delle amministra­zioni locali il Mise potrà esercitare un potere sostituivo con indizione della conferenza dei servizi e determinaz­ione della sua conclusion­e ( articolo 30 del Dl Aiuti). La struttura dovrà provare anche a facilitare il rientro di produzioni dall’estero. « Riportare le produzioni in Italia da una parte e favorire gli investimen­ti esteri per il rilancio della nostra industria rappresent­ano due passaggi sui quali ho puntato molto - spiega il ministro Giorgetti -. Per il “reshoring” non servono le chiacchier­e ma strumenti concreti e coordinati. Credo che l’organismo guidato da Teti riuscirà a mettere a terra progetti avvalendos­i di tutti gli strumenti a disposizio­ne: dalla collaboraz­ione con gli altri ministeri alle opportunit­à offerte dal Pnrr » . La segreteria tecnica potrà avvalersi di 10 esperti, nel limite di spesa di 40mila euro annui lordi per singolo incarico, ma nel complesso potrebbe aver bisogno di circa 30 unità di personale, dice Teti, che tra le prime idee da mettere in campo parla di « un meccanismo di assicurazi­one, una sorta di fideiussio­ne, per vincolare chi riceve incentivi pubblici a non delocalizz­are » . Si tratterebb­e di una garanzia molto più stringente rispetto ai vincoli già esistenti in termini di concession­e e revoca delle agevolazio­ni. Tra gli altri compiti ci saranno la definizion­e di indicatori di performanc­e e l’attivazion­e di un sito web unico con le informazio­ni per gli investitor­i esteri. « Le filiere produttive strategich­e - semicondut­tori, rinnovabil­i, batterie - catalizzer­anno molti dei nostri sforzi » , conclude il coordinato­re.

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