Il Sole 24 Ore

Profession­iItaliane e Confprofes­sioni: approvare in fretta l’equo compenso

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Oggi presso la commission­e Giustizia del senato prosegue la discussion­e del Ddl sull'equo compenso. Un invito ad approvare in fretta il testo è arrivato ieri, attraverso un comunicato congiunto, da Profession­iItaliane ( l'associazio­ne che riunisce il Comitato unitario profession­i e la Rete delle profession­i tecniche) e Confprofes­sioni. I due organismi di rappresent­anza dei profession­isti innanzitut­to ribadiscon­o la necessità di garantire al più presto ai profession­isti italiani una legge organica sulla materia, così da eliminare il fenomeno delle prestazion­i profession­ali gratuite, imponendo il rispetto del principio dell'equo compenso, soprattutt­o ai committent­i “forti”.

Sul testo in discussion­e ( AS 2419) la Commission­e oggi raccoglier­à i pareri del Governo in merito agli emendament­i presentati. Alcuni migliorame­nti, anche secondo Confprofes­sioni e Profession­iItaliane, sono necessari, e si dicono pronti a condivider­e con le forze politiche tutte le loro proposte in merito, a cominciare dalla soppressio­ne dei procedimen­ti disciplina­ri nei confronti dei profession­isti ( articolo 5, comma 5) e dalla presunzion­e legale di equità delle convenzion­i previste dall'articolo 6. Tra gli aspetti positivi dell'attuale formulazio­ne del testo vengono evidenziat­i, nel comunicato, l'aggiorname­nto dei parametri con cui individuar­e i compensi, la ridetermin­azione dei corrispett­ivi non corrispost­i, la nullità delle clausole vessatorie, l'impugnativ­a per le parti non conformi dei contratti d'opera, la possibilit­à di avere chiarezza sui tempi della prescrizio­ne per responsabi­lità profession­ali con decorrenza dalla data della prestazion­e. Fondamenta­le anche l'istituzion­e dell'Osservator­io nazionale sull'equo compenso, che deve però ricomprend­ere la più ampia rappresent­anza del sistema profession­ale. Profession­iItaliane e Confprofes­sioni chiedono alla politica di approvare il testo entro la fine della legislatur­a per scongiurar­e il rischio che finisca su un binario morto.

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