« Bene la riforma, mantenere l’obiettivo di riduzione tasse »
Orsini in audizione alla Camera: resta il nodo delle coperture
Un apprezzamento per aver riavviato il percorso di una riforma fiscale e per aver dato alla delega un carattere generale, organico. L’auspicio è che, nell’attuazione, si diminuisca effettivamente il carico del fisco sulle imprese, per spingere la crescita e sostenere gli investimenti. Prima di soffermarsi sui singoli aspetti del testo Emanuele Orsini, vice presidente di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco, nell’audizione presso la Commissione Finanze della Camera, ha fatto una premessa: le aziende continuano a valutare negativamente lo scenario per gli investimenti. La riforma fiscale, quindi, deve spingere la crescita e le imprese a investire.
Ci sono aspetti che Confindustria guarda con favore, altri con preoccupazione. Bene la proposta di un’Ires a doppia aliquota, auspicabilmente con una aliquota a base ridotta rispetto all’attuale 24%, nell’ottica di una maggiore capitalizzazione. Sul requisito degli incrementi occupazionali è importante considerare le differenze tra comparti produttivi, prevedere un meccanismo che agevoli l’ingresso di giovani e donne, iniziative per nuova imprenditorialità e per la formazione del personale.
Ma desta preoccupazione l’intenzione del governo di sostituire l’Irap con una sovrimposta dell’Ires: « Annullerebbe di fatto qualsiasi beneficio dell’Ires a doppia aliquota e collocherebbe l’Italia tra i paesi a più alta tassazione sui redditi delle società, con una significativa distanza dalla media Ue e con effetti negativi sulla competitività internazionale e attrattività del sistema fiscale italiano » , ha detto Orsini, ricordando che « Confindustria da anni ne chiede il superamento » .
Per quanto riguarda l’Irpef, Confindustria apprezza la scelta del governo di una riforma graduale, visti i vincoli di finanza pubblica. Per sostenere la domanda interna Orsini ha sottolineato che « la riduzione del cuneo contributivo adottata nel 2023 non solo deve essere strutturale, ma va affiancata da interventi di riduzione del prelievo fiscale delle persone fisiche » . Dubbi invece sulle ipotesi di flat tax incrementale sugli aumenti contrattuali dei dipendenti, un sistema di difficile attuazione, meglio potenziare le agevolazioni sui premi di risultato, oltre all’aggiornamento delle voci non imponibili ai fini Irpef, ferme ai valori di 25 anni fa.
Apprezzata la volontà di semplificare e razionalizzare le misure fiscali sui benefit ai dipendenti, il cosiddetto welfare aziendale, poiché potrebbe aprire a nuove misure di sostegno alla mobilità sostenibile, in linea con gli obiettivi europei di sostenibilità ambientale. Apprezzata anche la scelta di non intervenire sul sistema di incentivi fiscali per la sanità integrativa: quest’ultima, ha detto Orsini, è un elemento fondamentale per la tenuta del sistema salute italiano. Non vanno escluse nuove misure per chi predispone piani di welfare aziendale per particolare rilevanza sociale.
Il vice presidente di Confindustria nell’audizione ha affrontato anche il tema delle coperture finanziarie della riforma, che presenta nodi irrisolti. Una prima fonte di entrate potrebbe venire dalla revisione delle tax expenditures, 626, che però va affrontata con la massima attenzione e non esclusivamente sul piano finanziario. Occorre valutare gli obiettivi di politica economica nazionale ( settori manifatturieri strategici) ed europea ( transizione digitale, energetica, ambientale) tenendo presente che il nostro pa
ese soffre della concorrenza di altri Stati membri che hanno minori vincoli di finanza pubblica. Stessa logica sui 226 crediti di imposta: auspicabile una razionalizzazione, « non a colpi di scure, trascurando le esigenze di certezza del diritto e di programmazione degli investimenti » .
Sugli interpelli Confindustria condivide la necessità di rivederne le dinamiche applicative. Non può essere il contribuente a pagare per il mancato coordinamento tra le amministrazioni e l’agenzia delle Entrate o l’assenza di interpretazioni certe. « Ci auguriamo che gli interventi su cooperative compliance e codificazione possano comportare risultati effettivi in termini di certezza del diritto » . In riferimento ai bonus edilizi Confindustria auspica che venga urgentemente avviato un più ampio progetto di revisione degli incentivi all’edilizia privata, con una strategia che sia sostenibile per il bilancio pubblico, stabile e duratura per accompagnare in modo graduale e costante la transizione green. Sull’Iva, si guarda con favore al progetto di riforma, tuttavia l’obiettivo di allineare la tassazione su beni e servizi simili dovrebbe estendersi e conciliarsi con le riflessioni in corso sui trattamenti di esenzione Iva.