Snam, ricavi in crescita Faro su Edison stoccaggio
Fatturato a 912 milioni Il gruppo interessato al dossier di Foro Buonaparte L’ad Venier: « L’Italia ha fatto un buon lavoro sul gas, ma non bisogna rallentare »
L’asticella, a fine aprile, segnava 65 per cento. Quanto basta per posizionare il livello dello stoccaggio in Italia « ben al di sopra dello scorso anno » , e per renderlo « il più alto in Europa » . Ma Stefano Venier, ad di Snam, che ha dato un forte contributo al raggiungimento di quel risultato, facendo marciare al massimo dei giri la controllata Stogit, in prima linea su questo terreno, predica prudenza.
Dà, quindi, atto innanzitutto « che il sistema energetico è ora molto più solido e resiliente e che l’Italia ha fatto le scelte giuste e ha lavorato bene, muovendosi in anticipo rispetto agli altri Paesi » , parlando con il Sole 24 Ore a valle della diffusione dei conti trimestrali, chiusi con ricavi totali a 912 milioni di euro (+ 12,9%), con un ebitda adjusted di 597 milioni (+ 1,5%) e con un utile netto adjusted di 301 milioni (- 7,4% sull’anno prima che beneficiava di proventi one- off). L’ad dice però anche « che non bisogna pensare di aver risolto tutti i problemi ed è necessario non alzare il piede dell’acceleratore e procedere con le tante iniziative che abbiamo impostato. È un sentiero stretto quello che stiamo percorrendo e abbiamo appena cominciato ad avviare gli interventi strutturali per riportarci su un percorso non dico di cauto ottimismo ma di serena prospettiva. Bisogna avere lo sguardo sul lungo periodo senza rinnegare il percorso di transizione » .
Tradotto: nessun indugio sull’avvio del rigassificatore galleggiante di Piombino ( « che partirà - conferma l’ad - tra fine maggio e inizio giugno una volta ultimati gli ultimi passaggi tecnici » ) e su quello di Ravenna, la cui entrata in servizio è prevista nel quarto trimestre del 2024. Ma avanti anche con il potenziamento verso l’export e la realizzazione dell’Adriatica, la nuova dorsale gas lungo l’asse appenninico, altro tassello strategico per garantire flessibilità al sistema italiano.
Non a caso, Venier ha inserito alcune di queste nuove “frecce” tra le proposte presentate al governo che lavora al nuovo capitolo del Pnrr per intercettare le risorse del RepowerEu, il piano con cui l’Europa punta a guadagnare la totale indipendenza energetica dalla Russia. « Abbiamo depositato tre titoli che sono l’Adriatica, il floating e il potenziamento dell’export, e poi, insieme a Eni, il progetto a Ravenna sulla cattura e stoccaggio del carbonio. E ora stiamo rispondendo alle richieste di approfondimento man mano che arrivano da Bruxelles » . Ma l’Adriatica, chiarisce il ceo, « non è subordinata al finanziamento del RepowerEu. Se arrivano altri fondi bene, altrimenti noi andiamo avanti e abbiamo preso impegno di completare tutto al 2027 » . Si può, chiarisce ancora Venier, alla luce del Pnrr, accelerare « una parte delle realizzazioni per rientrare entro la deadline del 2026, ma noi stiamo procedendo dopo l’ok finale dell’Arera » .
Quanto agli altri fronti, Venier ribadisce un po’ di messaggi che mette poi in fila anche nella conference call con gli analisti, a partire dal dossier su Edison Stoccaggio che Foro Buonaparte vorrebbe cedere. « Mai come in questo momento lo stoccaggio si è dimostrato un asset strategico per la sicurezza energetica nazionale e mai come in questo momento avere il coordinamento sulla gestione della capacità ( quell’asset vale il 10% del totale nazionale, ndr) può dare ulteriore valore al sistema » . Insomma, Snam resta alla finestra in attesa di capire come evolverà la partita. E lo stesso è intenzionata a fare anche su Adriatic Lng. Lì i due grandi soci ( Exxon e Qatar Energy) vogliono liquidare il loro 70% e Snam, che già detiene il 7,3% della società cui fa capo il rigassificatore di Rovigo, ha un diritto di prelazione sul 100%. Ma Venier potrebbe decidere di esercitare quella leva solo parzialmente una volta che saranno chiari termini e prezzo di cessione.
Quanto ai conti, che registrano poi un balzo degli investimenti ( a 313 milioni, + 4,7%) e un debito di 12,8 miliardi (+ 949 milioni sul dato di fine 2022), « mettono in evidenza - chiosa Venier - l’ottima tenuta industriale del gruppo anche se si comincia a sentire un po’ il peso degli oneri finanziari con il rialzo dei tassi di interesse che incide particolarmente in una fase come l’attuale in cui c’è un grande sforzo sul capex, che viaggia quest’anno sui 2,1 miliardi, il doppio del livello raggiunto storicamente » .