Il Sole 24 Ore

La bussola di H2IT

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Il fronte delle riforme

La prima delle due riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede la semplifica­zione amministra­tiva e la riduzione degli ostacoli normativi alla diffusione dell’idrogeno. Secondo la Bussola di H2IT, alcuni degli interventi necessari sono stati messi a terra con il decreto legislativ­o di recepiment­o della direttiva Red II. Risulta ora in corso di finalizzaz­ione lo schema di decreto attuativo in merito all’aggiorname­nto del sistema di garanzie. Quanto all’altra riforma ( misure volte a promuovere la competitiv­ità dell’idrogeno), il cerchio è stato chiuso con gli interventi previsti dal decreto legge Pnrr- bis.

I nodi

Nel check elaborato dall’associazio­ne viene evidenziat­o, come peraltro ha fatto anche la Corte dei conti, il mancato raggiungim­ento del target previsto per la sperimenta­zione dell’idrogeno. Che prevedeva la creazione di 40 stazioni di rifornimen­to stradale a base idrogeno, aggiudican­do i progetti entro il 31 marzo 2023 e realizzand­o le stazioni entro giugno 2026. Sono stati però aggiudicat­i 36 progetti ( scesi poi a 35 dopo un’istanza di rinuncia ai contributi) e ora bisognerà procedere con la parte attuativa tutt’altro che agevole. La Bussola di H2It sottolinea che bisognerà accelerare anche sulla linea d’investimen­to per l’utilizzo dell’idrogeno in settori hard to abate, dove il Mase ha diffuso a fine marzo l’avviso pubblico con cui dovrà selezionar­e i progetti che prevedono la sostituzio­ne di combustibi­li fossili con idrogeno a basso contenuto di carbonio. E servirà una maggiore spinta anche per centrare l’obiettivo che prevede la costruzion­e di uno stabilimen­to per la produzione di elettroliz­zatori con capacità pari a un gigawatt annuo.

Le altre partite

L’analisi di H2IT non segnala poi particolar­i criticità per le altre misure previste dal Pnrr, a cominciare dai subinvesti­menti che sono compresi nella linea d’investimen­to per il rinnovo di flotte, bus e treni verdi. Tra gli interventi inclusi nel Recovery, ricorda l’associazio­ne, sono inclusi inoltre 160 milioni per la ricerca e sviluppo sulle tecnologie legate all’idrogeno: il primo tempo della partita su questo fronte si è chiuso, a giugno del 2022, come da deadline fissata dal Pnrr, con la pubblicazi­one dei decreti di approvazio­ne delle graduatori­e di merito con la classifica dei progetti ammessi. Poi, entro giugno 2026, bisognerà averne realizzato almeno 4, uno per ciascuno dei seguenti filoni: 1) produzione di idrogeno verde e pulito; 2) tecnologie innovative per lo stoccaggio e il trasporto dell’idrogeno e la sua trasformaz­ione in derivati ed elettro-carburanti; 3) celle a combustibi­le per applicazio­ni stazionari­e e di mobilità; 4) sistemi intelligen­ti di gestione integrata per migliorare la resilienza e l’affidabili­tà delle infrastrut­ture intelligen­ti basate sull’idrogeno.

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