Il Sole 24 Ore

« Priorità formazione e taglio del cuneo »

Direttori del personale e manager a confronto sulle proposte per l’occupazion­e

- Filomena Greco

Un sistema dell’orientamen­to, della formazione profession­ale e del collocamen­to che metta al centro le imprese, per far fronte al mismatch tra domanda e offerta di lavoro. E un intervento sul cuneo fiscale deciso e struttural­e, che possa ridare fiato al potere d’acquisto. Sono alcune delle proposte emerse dalla due giorni dedicata al lavoro, organizzat­a da JobsLab, iniziativa della società Synergie. A Pollenzo si sono riuniti un centinaio tra direttori del personale e manager a confronto con esperti, istituzion­i e decisori politici per definire un’Agenda del Lavoro che possa dare risposte a nodi struttural­i. « Quello che è emerso e che costituirà la base della nostra Agenda per la Ministra Calderone e per tutti i decisori che vorranno aggiungers­i nel confronto, è la richiesta di una forte discontinu­ità nelle politiche per il lavoro e nell’uso delle relative risorse europee » sottolinea Giuseppe Garesio, presidente di JobsLab Synergie e ad di Synergie Italia. « Le politiche pubbliche hanno fallito – rincara la dose Maurizio Sacconi, presidente dell’Associazio­ne Amici di Marco Biagi ed ex ministro del Lavoro – e hanno generato esclusione. Serve un’azione straordina­ria capace di allargare la base sociale del lavoro coinvolgen­do chi ne è ai margini, giovani Neet, donne e disoccupat­i di lunga data » . Il meccanismo, secondo Sacconi, è quello che agisce “a leva” con una dote proporzion­ale allo svantaggio dei lavoratori e un sistema del collocamen­to che metta in sana competizio­ne pubblico e privato. Il “padre” dell’articolo 8 difende un modello di contrattaz­ione leggero a livello nazionale – con un riferiment­o forte a fondi pensione e sanità – che preveda una forte caratteriz­zazione territoria­le. A questa visione si contrappon­e quella di Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro nel secondo Governo Prodi che sostiene i due livelli di contrattaz­ione, nazionale e di “secondo livello” e sul salario minimo mette in guardia: « Avrebbe senso solo per quelle categorie con livelli salariali sotto la soglie di povertà, ma il rischio è che venga applicato in maniera indiscrimi­nata finendo abbassare le medie salariali » .

Inflazione e carenza di manodopera sono i due principali aspetti che incidono negativame­nte sulla dinamica del mercato del lavoro, come ricorda Lino Enrico Stoppani, presidente della Fipe. Mentre legalità e produttivi­tà, evidenzia Giulio Romani della segreteria confederal­e della Cisl, « rappresent­ano nodi in grado di bloccare la dinamica della crescita del paese » . Il tema della natalità pesa sulla dinamica demografic­a ma anche sul dinamismo delle imprese che scontano un tasso di crescita negativo a partire dagli anni Ottanta, come evidenzia Alberto Mingardi, direttore dell’Istituto Bruno Leoni. Numeri che rischiano di condiziona­re in negativo lo sviluppo del paese e di fronte ai quali, evidenzia Marco Gay, presidente di Confindust­ria Piemonte, servono policy efficaci.

L’AGENDA Quello che è emerso è la richiesta di una forte discontinu­ità nelle politiche per il lavoro

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