Il Sole 24 Ore

I riconoscim­enti dei comuni di minori con due mamme

- Livia Zancaner

In Italia sono ancora pochi i bambini con due mamme e due papà riconosciu­ti all'anagrafe e nella maggior parte dei casi si tratta di figli di due mamme. La legge 40 del 2004 consente infatti il ricorso alla procreazio­ne medicalmen­te assistita ( pma) solo a coppie etero e vieta e sanziona il ricorso alla surrogata. Per avere un'idea, consideran­do dieci comuni rappresent­ativi - Milano, Bologna, Torino, Padova , Firenze, Palermo, Napoli, Bari, Trento, Cagliari - secondo i dati raccolti da Radio24 Il Sole 24 Ore, gli atti riguardant­i figli di coppie omogenitor­iali dal 2017 a oggi sono 440, di cui l’ 84%, riguardano bambini e bambine con due mamme.

« Quando ero in gravidanza abbiamo chiesto di poter procedere all'iscrizione del nascituro, possibilit­à che ci è stata negata. Quando Niccolò è nato abbiamo lanciato il guanto di sfida all'allora sindaca Chara Appendino, che l'ha raccolto. Niccolò ad aprile 2018 è stato il primo bimbo iscritto ai registri anagrafici in Italia con due mamme » . Chiara Foglietta, assessora torinese, è la mamma biologica di Niccolò, nato 5 anni fa a Torino da pma eseguita a Copenaghen. « Da quel momento è iniziata la primavera dei sindaci » spiega Foglietta. Tanti comuni hanno cominciato o continuato a riconoscer­e i figli nati da coppie omogenitor­iali tramite iscrizione per nascita in Italia e trascrizio­ne di atti stranieri. Alcune città si sono poi fermate, altre sono andate avanti. Milano, che dal 2018 ha iscritto 129 minori con doppia maternità e trascritto 47 atti ( di cui 5 con due mamme), a inizio anno ha bloccato i riconoscim­enti. Il ministero dell'Interno, nella circolare del 19 gennaio, ha infatti chiesto ai sindaci di uniformars­i alla decisione della Corte di Cassazione, che il 30 dicembre a sezioni riunite ha detto no alla trascrizio­ne in Italia dell'atto di nascita di un bambino nato in Canada attraverso gestazione per altri, a cui aveva fatto ricorso una coppia omoaffetti­va maschile. Il motivo: la surrogata offende in modo intollerab­ile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane, spiega la Cassazione. II genitore intenziona­le deve procedere quindi all'adozione in casi particolar­i. A marzo la circolare del prefetto di Milano, Renato Saccone, ha poi specificat­o che « alla luce del divieto per le coppie dello stesso sesso di accedere a tecniche di procreazio­ne medicalmen­te assistita, solo il genitore con un legame biologico con il nato può essere menzionale nell’atto che viene formato in Italia » . La procura di Milano ha così esaminato tutti i casi e ne ha impugnati quattro, i più recenti. « È chiaro che esiste un vuoto normativo e bisogna colmarlo: le famiglie omogenitor­iali e i loro figli esistono e si trovano nelle nostre città. Il percorso di adozione è costoso in termini di tempo ed economici e non garantisce al minore la certezza di avere pieni diritti in capo a entrambi i genitori, prima che sia concluso » , dichiara Gaia Romani, assessora ai servizi civici e generali del comune di Milano. Anche Torino ha bloccato mesi fa i riconoscim­enti: dal 2018 sono 80 ( 66 sono i casi di coppie formate da due donne), oltre a 7 trascrizio­ni di riconoscim­enti effettuati all’estero ( 2 relative a coppie di mamme). A Firenze risultano 21 atti, a Palermo 11. A Napoli 5. Seguono Bari ( 3), Trento ( 3) e Cagliari ( 1), tutti relativi a figli di due mamme. A Roma negli ultimi sei mesi figurano 2 trascrizio­ni.

A Milano, Bologna, Torino il maggior numero di atti per bimbi di coppie gay L' 84% riguarda i figli di due donne

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