Sul nuovo impianto riparte il confronto tra Comune e club
Vincoli e tempistiche
Entro la fine dell’estate una decisione sul nuovo stadio di Milano andrà presa. La deadline è stata indicata dal presidente del Milan Paolo Scaroni. Il club rossonero valuta almeno un paio di opzioni fuori dal comune di Milano, ma non ha scartato la soluzione di realizzare un nuovo impianto nell’area di San Siro.
Il confronto con Palazzo Marino non si è interrotto. All’inizio di maggio il sindaco Beppe Sala ha ricevuto da Inter e Milan una nota congiunta con cui i due club hanno proposto « di prorogare i termini per la revisione del Dossier » .
Sia Milan che Inter però non vogliono più brutte sorprese e hanno chiesto al sindaco chiarimenti sui vincoli che insistono e/ o potrebbero insistere su San Siro in caso di abbattimento e sul ventilato referendum che potrebbero invocare i comitati contrari all’operazione. Lo scorso venerdì si è svolto un incontro tecnico con la Sovraintendenza meneghina.
In questi quattro anni i club hanno accettato nel corso dei vari step della procedura tutte le prescrizioni stabilite del Comune, specie sulle volumetrie edificabili e sulle cosiddette opere compensative, accettando diverse restrizioni, pur confermando un investimento complessivo da 1,2 miliardi di euro.
In un’intervista al Sole 24 Ore dello scorso 5 maggio, il Ceo corporate dell’Iter, Alessandro Antonello, ha spiegato concretamente l’importanza del progetto per il futuro del club. « Inter e Milan e tutte le squadre di calcio - ha precisato - hanno bisogno di infrastrutture moderne, perché garantiscono introiti tali per cui si può ritornare a competere in maniera importante a livello europeo. I principali club europei raggiungono incassi da stadio che vanno dai 120 ai 130 milioni di euro all’anno. Quest’anno noi e Milan con l’avanzamento in Champions probabilmente supereremo i 70 milioni, un record storico. Mediamente viaggiamo intorno ai 40 milioni » .
Antonello ha rassicurato anche sul rischio paventato che impianti moderni, con costi d’accesso più elevati, possano sacrificare la passione del tifo. « Gli introiti - ha detto - cresceranno solo perché a Milano abbiamo tantissime aziende che oggi purtroppo nell’attuale San Siro non hanno accesso. Abbiamo una lista di attesa di aziende che vorrebbero essere presenti nei cosiddetti skybox o nelle zone di corporate hospitality che non riusciamo a soddisfare. Quindi non si avrà un aumento generalizzato dei prezzi. Anzi, si potranno praticare prezzi popolari proprio perchè si potrà incrementare i ricavi legati ai servizi alle aziende interessate a comprare posti dedicati, ad esempio per utilizzare le proprie aree dentro lo stadio per svolgere le pubbliche relazioni » .
Lo spazio attuale che c’è a San Siro è del tutto insufficiente. « Oggi - ha osservato il ceo nerazzurro - abbiamo una corporate hospitality, quindi posti che possono offrire servizi aggiuntivi che coprono appena il 3% della capienza. Mediamente in Europa, uno stadio moderno, può arrivare a coprire il 18- 20 per cento.
Siamo stati recentemente a Lisbona in un impianto costruito in occasione degli Europei del 2004. Ebbene lo stadio portoghese ha 120 skybox. San Siro ne ha 30. Questi numeri, a mio avviso, danno l’immediata percezione di cosa si può fare in un nuovo impianto » .
‘ Antonello ( Ceo Inter): « A Lisbona, il da Luz può contare su 120 skybox. Oggi al Meazza ce ne sono 30 » .