Il Sole 24 Ore

La Champions spinge i ricavi di San Siro a quota 140 milioni

Stagione da record. Inter e Milan, attesi martedì dalla semifinale di ritorno, grazie alla cavalcata in Europa incasseran­no dallo stadio 70 milioni a testa

- Marco Bellinazzo

Tdella Tra due giorni lo stadio di San Siro ospiterà il secondo atto della semifinale di Champions league tutta milanese. Il match farà segnare anche per l’Inter, come già accaduto per i cugini rossoneri, il record storico di incassi al botteghino con 12 milioni di proventi ( il Milane ne ha incamerati 10,5). Un risultato che si aggiunge agli altri sold out stagionali e che agevolerà le due società alle prese con la chiusura dei bilanci.

Ritorno all’utile per il Milan

Il presidente del Milan Paolo Scaroni ha sottolinea­to come anche grazie alla “inattesa” cavalcata in Champions il fatturato al 30 giugno 2023 supererà i 350 milioni, con la prospettiv­a di un ritorno all’utile. « I nostri ricavi crescono - ha detto - e spero proprio sia l’anno in cui le nostre cifre saranno positive. L’ultima volta che il Milan ha avuto un risultato positivo è stato il 2006 » .

Negli ultimi tre anni la scalata del Milan è stata considerev­ole: la partecipaz­ione all’Europa League nella stagione 2019- 20, il ritorno in Champions l’anno dopo, la vittoria del campionato 2021/ 22 e adesso la semifinale di Champions. In questo periodo i ricavi complessiv­i sono saliti dai 192 milioni del 2020 ai 297 del 2022, con un deficit triennale di 357 milioni. Ma le perdite si sono progressiv­amente ridotte: - 195 milioni del 2020, - 96 nel 2021 e - 66 l'anno scorso. A crescere sono stati soprattutt­o i ricavi commercial­i ( da 52 a 81 milioni), oltre ai maggiori proventi connessi alla partecipaz­ione alla Champions. Nelle tre annualità della pandemia, i salari dei tesserati si sono mantenuti intorno ai 140 milioni, mentre gli ammortamen­ti dei cartellini si sono ridotti da 94 a 72 milioni. Al 30 giugno 2022 l’indebitame­nto finanziari­o è sceso a 28 milioni.

L’Inter per ridurre le perdite

Anche per l’Inter si prospetta un fatturato record. Senza l’incidente di DigitalBit­s che ha sottratto 25 milioni di entrate annuali si sarebbe potuta superare la soglia dei 400 milioni, al netto delle plusvalenz­e. Nel bilancio al 30 giugno 2022, in effetti, i ricavi sono stati pari a 439 milioni ma il player trading ha contribuit­o per 108. Tuttavia, si profila un netto incremento dei proventi da stadio che supererann­o la media dei 40 milioni delle ultime stagioni per sfiorare i 70 milioni ( traguardo che probabilme­nte sarà tagliato dallo stesso Milan). Il management nerazzurro si appresta così a dare una sforbiciat­a al deficit che però resterà più alto di quello rossonero. Nei tre anni funestati dal Covid, l’Inter ha maturato perdite per 488 milioni ( con un indebitame­nto finanziari­o al 30 giugno 2022 pari a 350 milioni). Nella stagione scorsa il rosso si è attestato a quota 140 milioni, con salari per i tesserati pari a 197 milioni ( 215 milioni l’anno prima) e 101 milioni di ammortamen­ti ( 36 in meno dell’anno prima). Il peso degli oneri finanziari che costano oltre 30 milioni di interessi e un fatturato che fatica a crescere in modo struttural­e hanno imposto nelle ultime annate un « aggiustame­nto organico » dei costi, che come ha confermato l’ad Alessandro Antonello nell’intervista concessa al Sole 24 Ore il 5 maggio scorso, continuerà anche la prossima estate, « ma senza rinunciare alla competitiv­ità della rosa e tenendo conto degli obiettivi sportivi » .

« Intanto - ha aggiunto Antonello - dopo 20 anni torna un derby per Milano. Quindi già il fatto di essere due squadre di una città è un unicum in Europa e questo è un momento di orgoglio, per la città, per il calcio in generale e anche per l’Italia. È vero, i problemi ci sono, però questo è il momento forse anche di riconoscer­e che il tanto criticato calcio italiano oggi in questa fase paradossal­mente sta esprimendo un potenziale rispetto anche ad altri Paesi europei molto più importanti » .

Il valore della finale

Fin qui il cammino europeo ha garantito all’Inter un assegno di circa 80 milioni. Al bonus partecipaz­ione da 15,6 milioni, si sommano i ricavi dal ranking storico e la prima parte del market pool, basata sul piazzament­o della Serie A 2021/ 22 ( in cui i nerazzurri sono arrivati secondi) pari a 6 milioni, e i premi per i risultati ottenuti nel girone ( 10 milioni di euro), oltre agli assegni collegati alla qualificaz­ione agli ottavi, ai quarti di finale e alle semifinali.

Il Milan partecipan­do alla massima competizio­ne europea da campione d’Italia ha raccolto invece 83 milioni senza contare la fetta “variabile” di market pool ( lo scudetto vale la certezza di 8 milioni per la quota fissa). I rossoneri hanno messo insieme i 15,6 milioni del bonus per la partecipaz­ione, i premi sul campo per 9,3 milioni, più i 14,8 milioni previsti dal ranking decennale e i bonus per l’accesso a ottavi, quarti e semifinali.

Da questo montepremi i rossoneri dovranno retroceder­e alla Uefa 2 milioni per effetto della multa legata all’accordo transattiv­o concordato ad agosto 2022, mentre l’Inter dovrà lasciarne il doppio.

Tuttavia per chi andrà a giocare la finale del 10 giugno - l’Inter partirà dal vantaggio di 2 a 0 maturato all’andata - c’è la possibilit­à di incrementa­re il fatturato europeo aggiungend­o fino a 23,5 milioni.

Scendere in campo a Istanbul vale un premio di 15,5 milioni, cui si sommano in caso di successo ulteriori 8 milioni: 4,5 milioni per il trofeo e 3,5 milioni per la Supercoppa europea.

‘ Scaroni: « Il fatturato 2023 supererà i 350 milioni, con la prospettiv­a di un ritorno all’utile »

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