Dentro l’infinitamente piccolo al servizio dell’umano
Cercare di rispondere ai quesiti della fisica fondamentale può sembrare comunque interessante, ma distante dalla nostra giornaliera realtà e dai nostri bisogni. Non lo è affatto: l'innovazione continua necessaria per andare oltre nell'infinitamente piccolo ricade su di noi con enormi e poco conosciuti benefici.
Parlando di acceleratori di particelle pensiamo all'enorme anello Lhc di Ginevra, ma nel mondo ce ne sono almeno 40mila di ogni dimensione, di tante differenti tecnologie. Negli ospedali per esempio ne troviamo almeno la metà, piccoli strumenti, un paio di metri o tre di ingombro per farci un'idea, che con tensioni di qualche milione di Volt accelerano particelle per produrre raggi X, con un fascio estremamente collimato e coeso che serve a bombardare con la massima precisione le cellule tumorali. Ma ce ne sono anche che usano proprio le particelle come armi per rendere inoffensiva la malattia: a Pavia al Cnao, il centro di adroterapia forse più importante, ma anche a Trento e a Milano, sono costosi e più ingombranti, ma sono una risorsa fondamentale per la cura dei tumori radioresistenti.
Per restare in campo medico ricordiamo che quello strumento diagnostico fondamentale, oramai di uso normale negli ospedali, la Risonanza Magnetica nucleare, utilizza magneti e superconduttori sviluppati in Europa per il Cern di Ginevra e in Usa per il Fermilab vicino a Chicago. « Ogni anno ne vengono venduti circa 5mila in tutto il mondo, è una tecnologia che va da sé oramai, il costo è elevato, qualche milione, ma comunque alla portata di un ospedale di dimensioni medio grandi. Siamo molto orgogliosi di aver dato questo contributo alla medicina » dice Lucio Rossi, professore alla Statale di Milano, figura di riferimento per le tecnologie al Cern di Ginevra, responsabile oggi di un progetto molto promettente: Gsl, green superconducting line. Rossi e il suo gruppo Infn si propongono di realizzare una linea elettrica di 150 metri che non disperda energia nel trasporto degli elettroni. Detta così sembra una cosa semplice, ma non lo è affatto dato che, per un effetto fisico ben noto, l'effetto joule, una parte dell'energia elettrica che scorre in un cavo viene convertita ineluttabilmente in calore e quindi dissipata. Un piccolo finanziamento dal Pnrr, 10 milioni di euro, permetterà di provare a realizzare questo prototipo che richiede temperature talmente basse da essere inferiori alla temperatura media dell'universo: in pratica il cavo sarà tenuto a 1,9 gradi sopra lo zero assoluto, a quasi - 270 gradi, un record incredibile anche solo a pensarlo.
« È importante che sia la scienza a dare per prima l'esempio di quanto possiamo fare per ridurre al minimo le conseguenze dell’attività umana per il pianeta, è una posizione culturale che vogliamo tenere » Cavi che non disperdono, o lo fanno al minimo, sono fondamentali anche nel quadro della produzione dell'energia green, che è sempre distante dai luoghi di fruizione, basta pensare alle pale eoliche messe, per definizione poste lontano dall'abitato.
‘ Piccoli acceleratori di particelle, risonanza magnetica: le applicazioni che cambiano la nostra vita