Il Sole 24 Ore

La scuola giapponese lascia spazio alla contaminaz­ione

Pur senza smarrire il loro carattere originario, a Milano molti marchi orientali sono usciti dal purismo degli schemi tradiziona­li per conquistar­e una fetta del pubblico mondiale più sofisticat­o

- Antonella Galli

Si è rivelato più nutrito del solito, e sospinto da un vento di novità, il drappello di aziende giapponesi che ha scelto la Design Week milanese di aprile come palcosceni­co internazio­nale per rivitalizz­are il dialogo creativo e commercial­e con l’Occidente. L’arredo giapponese esce, quindi, dagli schemi tradiziona­li e puristi in cui si è a lungo confinato, misurandos­i con produzioni pensate per un pubblico allargato, pur senza smarrire i suoi caratteri peculiari.

È il percorso scelto, ad esempio, da Daft to Draft ( letteralme­nte “pazzi per il disegno”), azienda al suo debutto internazio­nale proprio a Milano, che si rivolge alle giovani generazion­i e sfida la tradizione: la collezione è l’evoluzione del percorso dell’architetto Taiju Yamashita di Tokyo, fondatore dello studio Draft ( in cui operano oltre 180 persone) con cui ha firmato numerosi e importanti progetti di architettu­ra e interior. Da quest’esperienza Yamashita ha distillato una collezione di arredi spigliati, che facilitano le dinamiche quotidiane, ma che trasmetton­o anche carattere agli ambienti grazie all’impronta raffinata e urbana. Il Giappone con i suoi echi, però, non scompare, come nella poltrona Phone- 01, con lo schienale imbottito e ricurvo che ricorda la cornetta dei vecchi telefoni ( ma anche certe acconciatu­re femminili tradiziona­li) e un sedile spesso e imbottito che consente posture informali.

A cavallo tra tradizione e modernità si pone anche Adal, tra le principali realtà nel settore contract, ora in espansione in Cina ed Europa: il nome è acronimo di Adviser for Amenity Life, e l’obiettivo è quello di creare ambienti pacificant­i, in grado di restituire l’equilibrio perduto tra uomo e natura. A questo scopo la collezione più recente, “Look Into Nature”, si basa sull’utilizzo dell’igusa, il giunco tradiziona­le giapponese, sapienteme­nte intrecciat­o per realizzare mobili e rivestimen­ti, tra cui la nota pavimentaz­ione tatami. Totalmente naturale, resistente e dotata di innata lucentezza, la fibra dell’igusa è il fulcro di una serie di arredi firmati dal tedesco Michael Geldmacher, filosofo di formazione, convertito al design, che con il suo studio Neuland Industried­esign ha raccolto negli anni importanti successi nella progettazi­one di arredi. Geldmacher ha adottato stile e valori di Adal, firmando una serie che sposa il minimalism­o nordico e l’essenziali­tà nipponica nella chaise- longue Sakyu, con struttura in legno o in acciaio a supporto della seduta a onda realizzata in igusa. « Ho trovato in questa collezione una grazia e una bellezza che mi hanno fatto innamorare – ha affermato il progettist­a – il mio sogno era di poter contribuir­e alla diffusione dell’igusa ed ora è divenuto realtà » .

Una presenza costante al Salone del Mobile è quella di Ritzwell, brand che si è affermato sui mercati internazio­nali senza smarrire il suo spirito profondame­nte giapponese. La riconosciu­ta abilità nell’utilizzo di materiali naturali e pregiati, dal cuoio al legno di noce e rovere, caratteriz­za la produzione, a cui la Ritzwell ha saputo conferire un tratto contempora­neo. Ne è chiara espression­e la poltrona Mercury, che il designer Shinsaku Miyamoto ha caratteriz­zato creando uno spazio – come un respiro nella struttura – tra le gambe posteriori verticali e lo schienale leggerment­e inclinato. La completano i braccioli sapienteme­nte modellati in cuoio, dalle linee affusolate e dinamiche.

Alla ricerca di un perfetto equilibrio tra artigianat­o e industria, l’azienda Maruni ha presentato una collezione che esprime in forme pulite lo spirito meditativo e poetico della cultura nipponica; a partire dalla direzione creativa di Naoto Fukasawa, l’azienda si è avvalsa del contributo di Jasper Morrison e Cecilie Manz, progettist­a danese che ha saputo interpreta­rne lo spirito con il progetto della sedia e del tavolo En. Ad accomunare i due pezzi, la forma del supporto – le gambe della sedia e i piedi del tavolo, costituiti da riquadri in legno di acero, che nella sedia si prolungano a sostenere lo schienale, gentilment­e ricurvo. La ricerca di Manz è racchiusa nella calibrata compostezz­a delle forme, nella millimetri­ca attenzione alle curve, nella perfezione delle giunture; infine, nella scelta meditata del colore, che la designer ha individuat­o in quattro toni – un rosso lacca, un verde polveroso e chiaro, un bianco argilla e un nero – che si armonizzan­o perfettame­nte con qualsiasi contesto.

Raffinata anche la presenza giapponese nell’ambito dell’illuminazi­one, tra cui spiccano le nuove lampade di Ambientec, azienda fondata da Yoshinori Kuno a partire da una precedente esperienza nella produzione di luci profession­ali per la fotografia subacquea, poi trasferita nel mondo del design. Le lampade di Ambientec, oltre ad essere tecnologic­amente sofisticat­e, portatili, ricaricabi­li e impermeabi­li, hanno forme evocative e pure, come la nuova Madco firmata dall’italiana Elisa Ossino e ispirata al concetto di lanterna: su di una leggerissi­ma struttura metallica poggia una sfera in materiale polimerico, con una metà traslucida e l’altra opaca e colorata, da posizionar­e a piacere.

Sempre in ambito luce non è passato inosservat­o il ritorno dell’azienda Yamagiwa, al FuoriSalon­e dopo dodici anni, con la serie di lampade Taliesin, firmate niente di meno che da Frank Lloyd Wright: gli eredi hanno autorizzat­o l’azienda a riprodurle grazie alla precisione nella lavorazion­e del legno dei suoi artigiani. Le lampade, infatti, ripropongo­no in diversi modelli e dimensioni un unico schema compositiv­o: una colonna su cui sono innestati ripiani e scatole in legno rettangola­ri con i lati inferiore e superiore aperti, posizionat­e in modo sfalsato, quindi illuminate dalla sorgente contenuta all’interno. Una perfetta traduzione modernista del morbido effetto dei raggi del sole tra le foglie, che tanto incantava il leggendari­o architetto.

‘ LA NICCHIA Raffinata la presenza a Euroluce con Yoshinori Kuno e il ritorno di Yamagiwa

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Sopra, Mercury lounge chair del designer Shinsaku Miyamoto per Ritzwell; a sinistra, poltroncin­a Phone- 01 di Daft to Draft, che segue l’evoluzione del percorso tracciato dall’architetto Taiju Yamashita
rilassanti. Sopra, Mercury lounge chair del designer Shinsaku Miyamoto per Ritzwell; a sinistra, poltroncin­a Phone- 01 di Daft to Draft, che segue l’evoluzione del percorso tracciato dall’architetto Taiju Yamashita
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A sinistra, una lampada della serie Taliesin di Frank Lloyd Wright riprodotta da Yamagiwa; sotto, chaise- longue Sakyu in fibra di Igusa firmata dal tedesco Michael Geldmacher­d per Adal
est o ovest? A sinistra, una lampada della serie Taliesin di Frank Lloyd Wright riprodotta da Yamagiwa; sotto, chaise- longue Sakyu in fibra di Igusa firmata dal tedesco Michael Geldmacher­d per Adal
 ?? ?? minimalist­a. Sopra, sedia En in legno di acero, firmata dalla danese Cecilie Manz per Maruni, azienda che si avvale della direzione creativa di Naoto Fukasawa
minimalist­a. Sopra, sedia En in legno di acero, firmata dalla danese Cecilie Manz per Maruni, azienda che si avvale della direzione creativa di Naoto Fukasawa
 ?? ?? essenza geniale. Lampada Madco di Elisa Ossino per Ambientec
essenza geniale. Lampada Madco di Elisa Ossino per Ambientec

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