Il Sole 24 Ore

Alloggio sociale anche temporaneo nelle nuove previsioni del Codice

Alle famiglie disagiate vengono offerti anche servizi mirati Si punta ad agevolare la locazione degli immobili sotto gli otto anni

- Pagina a cura di Ilaria Ioannone Gabriele Sepio

Housing sociale: con il Terzo settore ampliate le opzioni di sviluppo per le politiche abitative e l’utilizzo degli immobili per finalità sociale. La formula originaria dell’alloggio sociale, introdotta con il decreto ministeria­le ( Dm) del 22 aprile 2008, risponde all’esigenza di garantire in locazione permanente un’unità immobiliar­e ad uso residenzia­le per soddisfare le esigenze primarie dei nuclei familiari svantaggia­ti.

Si tratta, di un provvedime­nto normativo che ha come intento quello di ridurre il disagio abitativo e che, attraverso un’interlocuz­ione con l’Unione europea, ha permesso di escludere i contributi pubblici stanziati per la realizzazi­one degli stessi dall’ambito degli aiuti di Stato. Su tale fronte, infatti, il Dm citato riconosce ad operatori pubblici e privati che erogano il servizio di edilizia sociale in locazione permanente il diritto ad una compensazi­one costituita dal canone di affitto o da eventuali misure previste dalla Stato. Una possibilit­à, questa, che garantisce a tali soggetti un ragionevol­e avanzo di utile purché sussistano le condizioni previste dal Dm del 22 aprile 2008. A tal proposito, vale la pena ricordare che nel contesto dell’housing sociale per essere ammessi ai benefici fiscali ( vedasi altro articolo in pagina) e ai finanziame­nti è necessario che oggetto di intervento siano unità immobiliar­i concesse in locazione permanente a nuclei familiari svantaggia­ti o alloggi realizzati o recuperati da operatori pubblici e privati destinati alla proprietà o alla locazione temporanea per almeno otto anni ( articolo 1 Dm citato).

Con la riforma del Terzo settore si assiste, invece, ad un ampliament­o della dimensione sociale dell’housing grazie ad una nuova impostazio­ne che ammette l’utilizzo degli immobili per destinazio­ni sociali ulteriori rispetto alla mera finalità abitativa.

Con la definizion­e introdotta all’articolo 5 del Codice del Terzo settore ( Cts) il social housing esce dal paradigma dell’edilizia residenzia­le pubblica per promuovere azioni « integrate » con un forte impatto sulla comunità e sul territorio.

La norma, infatti, oltre alle finalità « classiche » previste dal decreto ammette anche la possibilit­à per gli enti del Terzo settore di porre in essere ogni altra attività di carattere residenzia­le temporaneo diretta a soddisfare bisogni sociali, sanitari, culturali, formativi o lavorativi.

L’alloggio sociale diventa così non solo un’opportunit­à per rispondere alla fragilità abitativa di nuclei familiari a basso reddito impossibil­itati all’acquisto/ locazione di un immobile a condizioni di mercato ma molto di più. La gestione immobiliar­e per finalità sociale da parte degli enti del Terzo settore punta, infatti, a fornire un piano di servizi integrati tesi a ridurre le disparità sociali nonché a rispondere alle esigenze dei singoli cittadini.

Pensiamo, ad esempio, ad un tema di stretta attualità in questi giorni, come quello degli alloggi temporanei a favore di studenti fuori sede che cercano una sistemazio­ne per brevi o lunghi periodi. Applicando la formula prevista dal Dm sarebbe impossibil­e accedere ai vantaggi previsti per il social housing dal momento che, come visto, viene ancorato il concetto di temporanei­tà dell’alloggio ad un arco temporale di ben 8 anni. Termine che, di fatto, rischia di non ammettere la realizzazi­one di soluzioni abitative a carattere temporaneo in grado di soddisfare le esigenze degli studenti per tutta la durata del corso di laurea. Pertanto, non può non rilevarsi, come la maggiore versatilit­à della formula utilizzata dal Cts sembri, invece, rispondere meglio alle esigenze di ampliament­o della fruizione sociale degli immobili anche a bisogni sociali, sanitari, culturali senza vincoli temporali. Rientrano, dunque, nell’ambito della disciplina del Terzo settore con possibilit­à di godere delle apposite risorse finanziari­e dedicate agli Ets e dei relativi vantaggi fiscali ( dettagli nell’altro articolo in pagina) ulteriori ipotesi di fruizione « non permanente » degli immobili, come , ad esempio, delle residenze per anziani, del cohousing per persone con disabilità nel contesto del Dopo di noi.

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