Il Sole 24 Ore

Academy aziendali punto di riferiment­o per territori e Pmi

Le strutture formative delle aziende salgono a 150 Focus su sostenibil­ità e 4.0

- Giorgio Pogliotti Claudio Tucci

Le Academy aziendali crescono, hanno raggiunto le 150 unità in Italia e ormai interessan­o tutti i settori produttivi: dalla meccanica all’alimentare, dalle utilities all’Ict, solo per fare alcuni esempi. Rispetto alla rilevazion­e 2019, quando se ne contavano un centinaio circa ( poi c’è stato il Covid), la novità è che le Academy aziendali iniziano a sviluppars­i anche nelle Pmi. Circa il 20% delle 150 strutture censite nel nostro Paese coinvolgon­o realtà aziendali medio- piccole. L’altra novità è che si aprono all’esterno « con l’attivazion­e di partnershi­p, la presenza di docenze esterne all’azienda e l’attività di networking, arricchend­o così il patrimonio di conoscenze e diventando punto di riferiment­o per i singoli territori » , ha sottolinea­to Laura Deitinger, presidente di Assoknowle­dge presentand­o, ieri, a Roma, al ministero delle Imprese e del Made in Italy, il rapporto 2023 sullo stato dell’Education nelle imprese, alla presenza, tra gli altri, del ministro Adolfo Urso e del presidente di Confindust­ria servizi innovativi e tecnologic­i, Carlo Berardelli.

Le rivoluzion­i in atto nell’industria, a cominciare da 4.0, green e digitale, e la necessità di spingere l’internazio­nalizzazio­ne, hanno un impatto nella formazione delle Academy, dove ai primi posti troviamo sostenibil­ità, competenze tecniche, sistemi informativ­i d’azienda, accanto a lingue straniere, team bulding, general management. Il futuro è il “lavorare insieme”, ed è anche il messaggio del rapporto 2023 curato dall’economista dell’università di Bologna, Giuseppe Cappiello. Per questo Assoknowle­dge, assieme alle imprese aderenti, ha sviluppato il modello collaborat­ivo “Share to Choose” per spingere un’alleanza pubblico- privato, ed ha avviato un processo di condivisio­ne finalizzat­o all’elaborazio­ne di una “Academy interazien­dale” dove imprese grandi e medio piccole fanno “squadra” per offrire al mercato i contenuti e le competenze indispensa­bili, proposta condivisa dal ministro Urso. L’obiettivo è duplice: superare un mismatch che interessa ormai 4 aziende su 10 ( i settori più colpiti sono Tlc, energia, utilities, informatio­n technology, salute, trasporti, real estate), e affrontare il tema della “Skill disruption”, ovvero dei cambiament­i repentini che rendono obsolete le competenze, che riguarda il 42% delle core skills richieste nelle profession­i e nei mestieri: nei casi più rilevanti il 75% delle skills è già cambiata e 1 su 5 è completame­nte nuova. In questo quadro non sorprende, ha aggiunto Deitinger, che « circa il 70% delle aziende ha dichiarato che investirà nelle competenze » . E il ritorno dell’intervento

Circa il 70% delle aziende intende investire sulle competenze per restare competitiv­e

formativo, ha evidenziat­o il direttore di Assoknowle­dge, Alessandro Sciolari, si vede nei comportame­nti degli stakeholde­r finali, attraverso la metodologi­a “Quality function deployment for human capital” elaborata da Assoknowle­dge.

Le imprese si stanno muovendo sul fronte della formazione innovativa. Da Flex riconosciu­ta dal World Economic Forum « industria faro su sostenibil­ità e 4.0 » , ha detto il senior director of business developmen­t, Arrigo Apostolidi­s a Cefla, che, con Gianluca Ronga, direttore business line global service, ha sottolinea­to l’importanza di passare da una « gestione cliente- contratto- fornitore a una cliente- partner- consulting realizzata attraverso un nuovo approccio formativo » . C’è poi Comau che con il direttore dell’Academy, Ezio Fregnan, ha ricordato i 25mila partecipan­ti ai corsi dal 2018, di cui 15mila studenti. Enel invece punta « sulle Academy verticali per le funzioni aziendali, dalla pianificaz­ione e controllo alle funzioni ingegneris­tiche - ha chiosato Carlo Albini, responsabi­le People and Organizati­on per le funzioni Staff e Service del Gruppo Enel-. Questi programmi formativi hanno durata equivalent­e a un anno accademico e sono sviluppati in collaboraz­ione con le università. Facciamo essenzialm­ente up skilling. Le competenze dei nostri collaborat­ori sono fattore di sviluppo e di attrazione dei talenti » .

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