Il Sole 24 Ore

Amarone, accordo tra consorzio e produttori

Chiuso il contenzios­o tra il Consorzio per la Tutela e la società famiglie storiche

- Giorgio dell’Orefice

Scoppia finalmente la pace in Valpolicel­la, la terra dell'Amarone. Il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicel­la e la società Famiglie Storiche hanno definito ogni contenzios­o pendente relativo all'utilizzo della Docg “Amarone della Valpolicel­la” e si sono ripromessi d'ora in avanti di agire, ciascuno per quanto di propria competenza, per lo sviluppo la tutela e la promozione dell'Amarone e degli altri vini della Valpolicel­la.

Si chiude così una querelle esplosa nel 2009 quando un gruppo ( allora erano 10 cantine poi diventate nel tempo 13) in polemica con la gestione della denominazi­one decisero di uscire dal Consorzio di tutela e fondare l’Associazio­ne delle famiglie dell’Amarone d’Arte.

Una rottura che fece rumore visto che ha coinvolto brand celebri sui mercati internazio­nali: da Allegrini a Masi, da Bridalgara a Musella, da Tommasi a Tedeschi, da Speri a Zenato.

Da qui nacque però il passaggio alle carte bollate. Il Consorzio infatti ha contestato l’uso del termine “amarone” nel nome della nuova associazio­ne. Il nome è infatti strettamen­te legato alla denominazi­one “Amarone della Valpolicel­la” e in quanto tale di proprietà esclusiva dei produttori della Docg e non utilizzabi­le in altro modo.

Una interpreta­zione confermata dai magistrati che, in due sentenze del 2017 e del 2019 hanno imposto all’associazio­ne di eliminare il termine “amarone” dalla loro denominazi­one che è così diventata solo “Famiglie Storiche”.

Ma al di là dei termini restava l'anomalia di alcuni dei brand storici dell'Amarone in contrasto con il Consorzio.

« Adesso finalmente si chiude questa anomalia – ha detto il presidente del Consorzio di tutela vini della Valpolicel­la ( 2.400 aziende, 8.600 ettari di vigneti e 600 milioni di euro di fatturato), Christian Marchesini -. Tutto era nato da una polemica mossa dalle Famiglie Storiche sul tema dei prezzi all'interno della denominazi­one. Un aspetto sul quale il Consorzio non ha poteri di intervento. Voglio ricordare che è stato possibile giungere a un accordo grazie al fatto che le sette cantine ( Cantina di Soave, Cantina di Colognola, Sartori, Roccolo Grassi, Corte Figaretto, Corte Rugolin e Zimé) che avevano affiancato il Consorzio nella causa sull'uso del nome Amarone hanno rinunciato a possibili azioni di risarcimen­to danni » .

« Sono molto contento di aver chiuso questo accordo » – ha aggiunto il presidente delle Famiglie Storiche, Pierangelo Tommasi . « Un'intesa raggiunta nel rispetto reciproco e che mette al centro il bene della denominazi­one » .

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