Il Sole 24 Ore

LA MISCELA ESPLOSIVA CHE OGGI SCATENA LA TEMPESTA PERFETTA

- di Maurizio Dècina Professore emerito, Politecnic­o di Milano

Le Telco europee stanno affrontand­o quella che Pietro Labriola ha recentemen­te definito al Mobile World Congress come una « tempesta perfetta » : ricavi in calo, concorrenz­a fortissima, ingenti investimen­ti legati alla costruzion­e alle reti in fibra ottica, al pagamento delle frequenze 5G e delle reti mobili di nuova generazion­e. Nel caso specifico di BT, colpisce l'indicazion­e che una volta concluso il processo di costruzion­e della rete in fibra, la società avrà bisogno di meno manodopera grazie all'introduzio­ne dell'intelligen­za artificial­e e della fibra che richiede costi di manutenzio­ne più bassi del rame. C'è da sottolinea­re che se si dovessero replicare in Italia le politiche avviate dalle aziende inglesi avremmo un rischio occupazion­ale davvero alto. È urgente pertanto che si riprenda l'interlocuz­ione avviata nei mesi scorsi ai massimi livelli.

La situazione che si è venuta a creare è figlia di anni di politiche votate ai consumator­i che hanno spinto al ribasso i prezzi finali, aumentando la concorrenz­a. In Europa abbiamo oltre 100 operatori telefonici contro i 3- 4 presenti negli

Usa e in Cina: in dieci anni la contrazion­e media a livello Ue dei prezzi di fisso e mobile è stata del 14%. In Italia la situazione, se possibile, è ancora più pesante, con i prezzi che sono calati del 34%. La combinazio­ne con la nuova ondata di investimen­ti, che solo in Italia vale 7 miliardi l'anno, e con un contesto macroecono­mico cambiato in maniera imprevedib­ilmente rapida, rappresent­a una miscela esplosiva. Altri mercati, come Usa, Brasile o Sud Corea, hanno consentito un consolidam­ento e i loro mercati, con meno operatori a farsi concorrenz­a, si stanno dimostrand­o più resilienti.

Occorre pertanto creare un nuovo assetto su prezzi, sulla regolament­azione e sul numero di operatori in modo che questo contribuis­ca a ridare sostenibil­ità al sistema in Italia e in Europa. Ciò serve a garantire al settore capacità di investimen­to nell'innovazion­e dei servizi e delle infrastrut­ture, fattori ugualmente indispensa­bili per la crescita economica dell'intero Paese. E la responsabi­lità in questo senso è di tutti. Dei governi, che devono sostenere la costruzion­e delle reti di nuova generazion­e e la transizion­e verso un'economia digitale. Dei regolatori, che devono consentire un consolidam­ento che risulta sempre più necessario per il comparto. Delle autorità europee, che stanno valutando come normare l'annoso problema del rapporto con gli OTT, che sono i principali ‘ generatori' di traffico ( occupano quasi il 60% del traffico di Internet), ma che non contribuis­cono allo sviluppo della rete. Degli operatori di telecomuni­cazioni, che devono smettere di inseguire una politica fatta di offerte e guerra sui prezzi.

Una parte di responsabi­lità è poi a carico della regolament­azione: diversi mercati, a partire da quello italiano, hanno cercato un consolidam­ento, con operazioni volte a riportare razionalit­à nel settore. Fino ad ora i regolatori hanno sempre richiesto nuovi ingressi per consentire le fusioni, come è successo con Iliad dopo il merger fra Wind e 3 Italia. Pare che questo approccio, secondo le indicazion­i che arrivano ad esempio dalla Spagna, dall'Olanda e dal Regno Unito, stia per essere superato e questo è un fattore positivo. Per agevolare il consolidam­ento è per esempio necessario ampliare il CAP sul possesso di frequenze spettrali.

Infine, e soprattutt­o, è necessario considerar­e la strategici­tà degli investimen­ti che le Telco stanno portando avanti, che sono cruciali per lo sviluppo dell'economia europea, e mettere le società nelle condizioni di farli avendo la garanzia di una consistent­e remunerazi­one, come avviene per le reti del gas, dell'energia elettrica o dell'acqua che adottano per le tariffe la metodologi­a Rab. La strategia da seguire è quella di ritrovare una politica industrial­e, sia a livello nazionale che comunitari­o, che aiuti a riparare ai danni di anni in cui le Telco sono finite nel dimenticat­oio: i segnali di apertura verso un consolidam­ento dei mercati e la consultazi­one sul fair share/ fair contributi­on da parte degli

OTT rappresent­ano dei primi passi avanti.

DISPARITÀ

In Europa abbiamo oltre 100 operatori telefonici contro i 3- 4 presenti negli Usa e in Cina

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