Il Sole 24 Ore

Un brevetto su due resta sotto le tutele nazionali e fuori dalla nuova Corte

- — Laura Cavestri

Tanta fatica per farlo partire ( dal prossimo 1° giugno) e per avere la sede centrale anche a Milano. E ora? Un brevetto su due si prepara a restare alla finestra. Ovvero, sceglie l’opt- out, “l’esonero provvisori­o”, che per legge può durare sino a 7 anni e che consente ai brevetti già attivi di rimanere nel canale attuale e di utilizzare i tribunali nazionali ( cioè la tutela vigente) nei casi di contenzios­o.

Secondo i dati forniti da Epo ( l’Ente brevetti europeo) i brevetti attivi sono circa 1,2 milioni.

Entro i primi di giugno si attende che le richieste di opt out arrivino tra le 500mila e le 600mila. « Al momento – spiega Cristiano Morganti, responsabi­le del programma Upc di Net Service, l’azienda bolognese che ha sviluppato il software – stiamo elaborando, in media, un opt- out ogni tre secondi 24 ore su 24 » .

« « Lo stock complessiv­o di brevetti e domande di brevetto europei supera il milione ed è probabile che per la maggioranz­a sarà depositato l'opt out — ha affermato Giovanni Guglielmet­ti, partner presso BonelliEre­de e docente di Proprietà intellettu­ale all'Università di Milano- Bicocca – L’attuale sistema transitori­o ( 7 anni) prevede che chi non si esprime ponga i propri brevetti sotto la giurisdizi­one sia del Tribunale per il brevetto unitario, sia delle Corti nazionali, a scelta di chi agisce in giudizio. Depositand­o l’opt- out, invece, si mantiene per il proprio brevetto solo la giurisdizi­one dei tribunali nazionali. Si conserva, però, la possibilit­à di rientrare nel nuovo sistema, con un opt- in definitivo » .

« È evidente – ha spiegato ancora Guglielmet­ti – che i titolari dei brevetti considerin­o il rischio di essere convenuti con azioni di revoca del proprio brevetto davanti al Tribunale per il brevetto unitario, e di perdere con una sola sentenza il loro brevetto in tutti i Paesi europei, e abbiano quindi un incentivo all’opt out. La scelta potrebbe essere rivista in un secondo momento, ad esempio nel caso di violazioni del brevetto in più paesi, che renda dunque interessan­te adire il nuovo Tribunale » .

« Non è un caso – ha detto Sergio Lasca ( segretario Aicipi, l’Associazio­ne italiana consulenti ed esperti in proprietà industrial­e) – che, proprio le imprese che più brevettano, dalla farmaceuti­ca alle Tlc ( che spesso affrontano cause multigiuri­sdizionali e complesse) siano le più caute. Anche quando nacque il brevetto europeo, anni fa, la partenza fu lenta. Ciò che sarà più interessan­te – conclude Lasca – è vedere quante aziende, dal 1° giugno, presentera­nno le prime domande per ottenere il nuovo titolo di brevetto unitario » .

‘ IL DIALOGO Obiettivi green e sostenibil­ità di costi economici, sociali e industrial­i

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