« È un tappa importante, ma va tutelato chi si sta curando »
« Chiediamo il diritto all’oblio da molti anni per chi è guarito da un tumore e l’Italia che poteva essere un faro su questo ora insegue gli altri Paesi. Ma va bene, è una tappa importante però la nuova legge dovrebbe provare a tutelare anche chi si sta curando perché se i guariti sono un milione ci sono altri 2,7 milioni di italiani che non possono vedersi discriminati nei diritti » .
Elisabetta Iannelli è segretaria della Favo, la Federazione delle Associazioni di volontariato in oncologia, e da anni segue e studia
‘ Anche nel mondo del lavoro resiste una sorta di “soft mobbing” verso i malati oncologici. Va garantita l’inclusione
‘
NUOVI LEA Anche la riabilitazione oncologica deve entrare tra i livelli essenziali di assistenza
soluzioni per i malati di tumore costretti a una continua corsa a ostacoli nella vita sociale e nel mondo del lavoro.
Il momento è maturo per la legge?
Sì è una questione di giustizia ed equità non più rinviabile, ma è anche una questione di utilità per il mercato. Perché le assicurazioni devono rinunciare a una fetta di potenziali clienti visto che chi è guarito da 10 anni ha la stessa aspettativa di vita di una persona sana? Poter fare una polizza sulla vita consente poi a cascata di poter stipulare un mutuo. Ma è solo una prima tappa.
Perché?
Noi ci stiamo rivolgendo solo alla platea dei guariti, ma ci sono anche gli altri che si stanno curando: qui dentro c’è un po’ di tutto e cioè da chi ha avuto una diagnosi da poco a chi vive con il tumore da anni. Questa fascia “grigia” non può essere discriminata e per loro andrebbero trovate soluzioni intermedie come a esempio una maggiorazione del premio assicurativo in proporzione al rischio salute perché non ancora del tutto guarito. Ma questo deve valere anche per le adozioni o per l’accesso al lavoro.
Cosa serve ancora ai malati?
È fondamentale che la riabilitazione oncologica a 360 gradi entri tra i livelli essenziali di assistenza da garantire a tutti con percorsi ad hoc che vanno dal sostegno psicologico alle cure di riabilitazione fisica.
Cosa accade nel mondo del lavoro oggi a chi ha un tumore ?
I malati oncologici sono ancora degli invisibili. Resiste un rischio di soft mobbing: per questo c’è molto da lavorare dal punto di vista culturale per garantire una vera inclusione lavorativa. Bisogna far capire che queste persone sono utili e produttive. Oggi si parla tanto di parità e i diversity manager che si stanno diffondendo nelle aziende si devono occupare anche di questo.