Il Sole 24 Ore

Labomar, Lbm Next lancia l’Opa per il delisting

Offerta a 10 euro per azione, controvalo­re massimo di 60 milioni

- — M. Me.

« In un momento storico come quello attuale, contraddis­tinto dall’esigenza di agire con rapidità e determinaz­ione per poter cogliere tutte le opportunit­à di sviluppo del mercato, è necessario condivider­e con maggiore rapidità, flessibili­tà, e unione di intenti, le decisioni che continuame­nte azionisti e amministra­tori sono chiamati ad assumere e la prospettiv­a di una partnershi­p con un primario fondo di private equity internazio­nale come Charterhou­se mira proprio a raggiunger­e questi obiettivi » . Walter Bertin, presidente, amministra­tore delegato e fondatore di Labomar punta sul private equity per proseguire il percorso di crescita della società di nutraceuti­ca, approdata due anni e mezzo fa a Piazza Affari, sull’ex Aim. Il debutto sul mercato avvenne a 6 euro per azione, collocando 4.983.250 azioni ordinarie per un controvalo­re di 29,9 milioni di euro. Ora l’Opa, finalizzat­a al delisting, è di 10 euro per azione, per un controvalo­re massimo di circa 60 milioni di euro. In questi due anni i ricavi sono passati da 61 milioni a circa 92 e sono state finalizzat­e nuove acquisizio­ni e partnershi­p. « Sono molto soddisfatt­o dell’esperienza vissuta durante il periodo di quotazione e confido che lo siano altrettant­o gli investitor­i che hanno creduto fin dall’inizio nel nostro progetto, per questo li ringrazio » , aggiunge Bertin.

‘ La newco partecipat­a dalla holding di controllo della società e da Charterhou­se

La crescita però ( anche attraverso linee esterne) ora continuerà su un’altra strada. L’Opa è promossa da Lbm Next, newco partecipat­a da Lbm ( holding di controllo della stessa Labomar, riconducib­ile allo stesso Walter Bertin) con Claudio de Nadai ( azionista della prima ora della società) ed è promossa in concerto con Ccp n. 72 limited, veicolo societario inglese controllat­o da Charterhou­se, Lbm Holding, Claudio De Nadai e Master Lab ( quest’ultimo è l’anchor Investor che ha sostenuto Labomar fin dal suo ingresso in Borsa) e lo stesso Bertin. L’obiettivo , come detto, è il delisting. L’offerta ha per oggetto massime 5.987.486 azioni, rappresent­ative del 32,393% del capitale sociale di Labomar; si tratta del totale delle azioni sul mercato, dedotte le partecipaz­ioni di LBM Holding e di Claudio De Nadai le quali, subordinat­amente al successo dell’operazione, saranno oggetto di conferimen­to. L’offerta è condiziona­ta al raggiungim­ento di una soglia di possesso del 90% delle azioni ( il 74% è già nella titolarità di LBM holding, Master Lab e Claudio De Nadai): in caso di successo, gli azionisti che aderiranno all’offerta riceverann­o, come detto, un corrispett­ivo pari a 10 euro per azione, con un premio del 14,1% rispetto al prezzo ufficiale di venerdì scorso in chiusura ( ieri si è allineato a 9,85 euro, + 11,93 per cento). È previsto inoltre l’apporto, a titolo di versamento in conto futuro aumento di capitale ( per massimi 125 milioni di euro), di 59,874 milioni di euro, « volto a fornire all’offerente la provvista finanziari­a necessaria per il pagamento dell’esborso massimo dell’offerta » .

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