Tiene il salvagente di liquidità: così il BTp ha resistito alle crisi
Primo rapporto annuale sull’operatività del mercato realizzato con il Criep La liquidità sui Btp ha avuto alti e bassi, ma ha retto bene: segno di efficienza e stabilità
A guardare indietro, vengono quasi i brividi. In pochi anni abbiamo visto una pandemia, poi una guerra nel cuore dell’Europa, una crisi energetica che ha portato l’inflazione alle stelle e infine la più veloce e violenta stretta monetaria che l’Eurozona abbia mai vissuto. Ma in mezzo a questa via crucis globale una nota positiva emerge dal mercato dei titoli di Stato italiani: una buona stabilità e una liquidità sul mercato secondario che – pur con alti e bassi – è sempre rimasta adeguata. « Il mercato – per sintetizzare con le parole di Ciro Pietroluongo, direttore generale di Mts, Gruppo Euronext – ha mantenuto un livello standard di liquidità e di trasparenza » . E per un Paese con 2.700 miliardi di debito pubblico avere un mercato funzionale è di vitale importanza.
È un rapporto realizzato da Mts ( il mercato italiano dei titoli di Stato), Mef e Criep ( Centro di ricerca interuniversitario sull’economia pubblica) a raggiungere questa conclusione, dopo aver analizzato una quantità enorme di dati relativi al mercato secondario dei titoli di Stato italiani. Un’analisi scientifica che cerca – per la prima volta – di analizzare la funzionalità del mercato dei titoli di Stato italiani e la liquidità che lo caratterizza. E il cui risultato è positivo. In certi momenti anche più di quanto non ci si sarebbe aspettati: « I livelli di liquidità raggiunti nel secondo semestre del 2020 – si legge – sono stati i migliori degli ultimi 15 anni, simili a quelli pre- 2008 » . « Dal rapporto – commenta Pietroluongo – si ricava un segnale forte di resilienza. E non era scontato » .
Liquidità, linfa del mercato
Facciamo un passo indietro. Un mercato liquido è un mercato dove ci sono tanti investitori che comprano e vendono. Un luogo movimentato, dove è facile entrare e facile anche uscire. Un luogo che funziona, insomma. Quando diventa invece illiquido ( cosa che sta accadendo sempre più nel mondo obbligazionario globale) vendere diventa difficile, i prezzi oscillano in maniera violenta e gli shock vengono amplificati. Ecco perché il risultato del rapporto ( che è alla prima edizione e diventerà un appuntamento annuale) è importante: perché dimostra che i nostri titoli di Stato su Mts sono rimasti liquidi, pur con alti e bassi, anche in anni così complessi.
Tutte le misure che indicano la liquidità del mercato si sono deteriorare velocemente a fine febbraio del 2020, quando il Covid sbarcò in Italia. Erano i giorni del panico, sanitario ma anche finanziario. Poi è intervenuta la Bce e la situazione è migliorata. Tanto che i livelli di liquidità post giugno 2020 sono risultati migliori di quelli pre- Covid. E, addirittura, i migliori degli ultimi 15 anni. Questo è importante, perché dopo il crac Lehman del 2008 la normativa si è fatta più stringente e le grandi banche d’affari sono state costrette a ridurre l’attività di market making a livello globale, peggiorando la liquidità sull’intero mercato obbligazionario mondiale. Il fatto che i nostri titoli di Stato abbiano vissuto momenti paragonabili a quelli pre- Lehman, è dunque importante.
Poi, a partire dalla seconda metà del 2021, la situazione torna a deteriorarsi, perché la Bce inizia a pensare a una svolta restrittiva nella politica monetaria. Idem nel 2022. Eppure il mercato ha comunque funzionato bene: « Nel corso del 2022 il contesto di riduzione della liquidità non è stato ulteriormente esacerbato da fattori idiosincratici » , si legge nel rapporto. E poi: « Gli effetti negativi sull’attività di quoting di fenomeni di volatilità intraday e di flussi di trading sono rimasti contenuti » . E ancora: « I volumi di trading nel 2022 sono stati per lo più in contrazione se paragonati al periodo 2020- 2021, ma rimangono ben superiori al periodo pre- Covid » .
I motivi della stabilità
Le ragioni della relativa stabilità sono varie. Gli interventi della Bce negli anni del Covid e gli scudi anti- spread successivi ( incluso il programma Tpi) hanno aiutato. Ma non sono solo questi i motivi. « Notiamo ad esempio un aumento degli investitori che comprano titoli di Stato anche per esigenze di copertura – osserva Pietroluongo –. Oggi è sempre più diffusa l’attività di auto- hedging: se prima gli investitori si coprivano dal rischio BTp vendendo futures, ora lo fanno vendendo altri BTp. Questo come copertura funziona allo stesso modo, ma in compenso dà più liquidità al mercato cash » . Funziona bene, poi, l’attività dei primary dealer in Italia. A dare spessore al mercato ci sono anche gli strumenti algoritmici. E tanti fattori. Che portano a un risultato: un mercato sufficientemente liquido, profondo e funzionale.
‘ I MOTIVI La stabilità del mercato non è dipesa solo dagli scudi Bce, ma anche da una maggiore maturità