Perché l’azionariato attivo è fondamentale per promuovere le buone pratiche ESG
Oggi, gli investitori di tutte le generazioni, a partire dai più giovani, sono interessati alla finanza sostenibile1. Ognuno con la propria prospettiva.
Alcuni vogliono assicurarsi che tutte le loro azioni, dai consumi, all’alimentazione e agli investimenti, siano allineate ai loro principi. Altri si rendono conto che le normative si inaspriranno ancora di più, e che le aziende che inquinano dovranno fare innumerevoli investimenti, istituire procedure per diventare più “green”, eventualmente pagare multe, con un impatto sui margini di medio termine. Altri ancora sono semplicemente appassionati di innovazione e vogliono investire nelle aziende che offrono soluzioni alle problematiche attuali, e non in quelle che le creano. Inoltre, c’è chi si rende conto dell’enorme carico di lavoro necessario per raggiungere alcuni degli obiettivi per evitare scenari catastrofici, e vuole fare la propria parte.
Effettivamente, investire in aziende che cercano di trovare le soluzioni più appropriate alle urgenti questioni ambientali è, oggi, un modo concreto con cui gli investitori possono contribuire alla salvaguardia della qualità della vita – nostra e di quella delle generazioni che verranno – attraverso la gestione del proprio portafoglio.
Ma ciò potrebbe non essere sufficiente a raggiungere gli ambiziosi obiettivi ESG che ci siamo dati. È necessario assicurarsi che tutte le aziende, anche nei settori più tradizionali, modifichino il loro approccio verso pratiche più sostenibili. Prendiamo l‘ esempio delle aziende che producono energia dai combustibili fossili. Da un lato, sono parte integrante della filiera che ci permette di accendere le luci o prendere un aereo; dall’altro, l’utilizzo di petrolio e carbone sono alla base delle emissioni di gas- serra che contribuiscono al riscaldamento globale. Cosa dovrebbe fare un investitore responsabile? Vendere le azioni di tali aziende? Numerosi studi2 dimostrano che la vendita, o la minore domanda di scambi, ha un effetto sull’azienda molto limitato, quando si parla di mercati secondari quotati. Molto probabilmente qualcun altro comprerà quelle azioni e l’azienda continuerà ad agire senza troppi drammi. In casi estremi, la proprietà potrebbe addirittura diventare privata, con ancora meno obblighi di trasparenza delle informazioni e un peggioramento della situazione.
Rimanere investiti e supportare da azionisti l’azienda a trasformarsi è, in alcuni casi, la decisione più responsabile. Si può utilizzare lo strumento dell’azionariato attivo per instaurare un dialogo costruttivo con il management, supportando il loro impegno ad azzerare le emissioni, direzionarli verso l’adozione di nuovi processi per produrre energia in maniera più sostenibile, investire in ricerca e risorse rinnovabili, coinvolgere nelle decisioni strategiche esperti specializzati in cambiamento climatico. Lo scopo è ridurre in modo significativo, nel tempo, la loro carbon footprint.
Escludere queste aziende dai portafogli riduce il rischio reputazionale dell’investitore, ma non è sempre la soluzione ideale se l’obiettivo è supportare la transizione. In alcuni casi può aver senso sostenerle, per facilitare una più rapida transizione verso modelli di business resilienti e sostenibili. Gli ingredienti di base per il successo di questo tipo di dialogo sono la chiarezza e la consistenza del messaggio. Se i primi sforzi di coinvolgimento non hanno successo, gli investitori possono prendere in considerazione strategie di escalation come contattare il consiglio di amministrazione, ricorrere al voto, presentare una risoluzione, fino a ridurre l‘ esposizione o disinvestire.
Oltre a creare impatto positivo, l’azionariato attivo è anche uno strumento con il quale investitori competenti contribuiscono a creare valore per le aziende in cui investono, rafforzandone la governance, integrandone le competenze su temi di interesse pubblico, e solidificandone le strategie di lungo termine. Inoltre, riducono i rischi di sorprese nei propri portafogli, avendo accesso a informazioni altrimenti difficilmente recuperabili.
La direzione del cambiamento è chiara. La sfida principale che ci troviamo ad affrontare è quella di capire come, e a che ritmo, possa essere compiuta questa importante transizione. I governi da soli non sono in grado di garantire un percorso più rapido, ma restano il perno centrale per creare le condizioni economiche e normative che incoraggino gli investimenti sostenibili, ad esempio attraverso la fiscalità, la regolamentazione o i sussidi per le tecnologie pulite. In questo contesto, il settore finanziario ha un ruolo centrale nel processo verso un‘ economia sostenibile ed è cruciale la cooperazione a tutti i livelli: tra aziende, governi, regolatori e industria finanziaria.
“È necessario assicurarsi che tutte le aziende modifichino il loro approccio verso pratiche più sostenibili.”
Spesso il dialogo è difficile tra attivisti per il clima e leader aziendali smarriti. Abbiamo bisogno di un approccio costruttivo. Il Gruppo Pictet cerca di esercitare con costanza un’influenza positiva sulle società in cui investe, grazie alla continua azione di dialogo con le società. La nostra visione d’investimento responsabile è intrinseca nella nostra ragion d’essere: proteggere, fare crescere e trasmettere il patrimonio, in tutte le sue accezioni, costruendo partnership sostenibili con i nostri clienti, i nostri colleghi, le comunità in cui viviamo e le società in cui investiamo.