Il Sole 24 Ore

Antitrust e incentivi, Cdp e Macquarie al lavoro sull’offerta per la rete Tim

I partner pronti a cedere asset nelle aree di pregio e a rinunciare ai bonus pubblici Ieri il consiglio straordina­rio di Cdp per inviare le risposte a Tim relative alla Netco

- Andrea Biondi

Vendita delle aree in sovrapposi­zione e rinuncia a insistere sugli incentivi che potrebbero essere messi in campo dal governo in termini di voucher.

Passerebbe da queste due condizioni la scommessa che lato Macquarie e Cdp si vuole fare per poter tentare nuovamente l’assalto a Netco. A quanto risulta alSole al Sole 24 Ore la cordata sarebbe al lavoro con l’idea di spingere su questo fronte per contrastar­e l’offerta di Kkr e sperare in una risposta positiva alla propria offerta da parte di Tim dopo il 9 giugno.

Il fondo australian­o su questo fronte avrebbe dato luce verde con l’idea, attraverso queste due “risposte”, di vincere le problemati­che antitrust – dando in questo modo una certezza a Tim su questa condizione – e di eliminare un vincolo nella proposta, quello degli incentivi, rendendo ancora più fluido il meccanismo.

L’offerta che sarebbe in preparazio­ne da parte del consorzio CdpMacquar­ie avrebbe come risultato finale una società Netco con Cdp in maggioranz­a e con Open Fiber all’interno ma privata di quelle aree in sovrapposi­zione sulle quali sarebbe stato registrato l’interesse da parte di altri soggetti, in primo luogo fondi come Ardian o anche F2i, insieme ad altri.

Questo è lo schema al quale si starebbe lavorando all’interno della cordata Cdp- Macquarie con il fondo australian­o determinat­o ad andare avanti nella partita, a dispetto dei rumors degli ultimi giorni e anche a fronte delle indiscrezi­oni che vorrebbero un Mef guardare con favore un’unione degli sforzi di Kkr e Cdp, magari con l’ingresso in partita di F2i.

Certo, proprio tutte queste condizioni rendono lo scenario molto fluido. E di tempo ce n’è ancora fino al 9 giugno quando scadrà il termine per le nuove offerte richieste dal Cda Tim. Altra certezza però è che la partecipaz­ione comune di Cdp e Macquarie in Open Fiber ( 60% la Cassa e 40% il fondo australian­o) ha come portato tutta una serie di clausole che farebbero pensare a un eventuale divorzio solo in termini burrascosi. Cosa, questa, che comunque non sembrerebb­e alle viste.

Nella proposta in preparazio­ne, invece, non ci sarebbe un migliorame­nto di parte economica ( o comunque non significat­ivo), confidando dall’altra parte nelle migliorie legate appunto a questi due aspetti: la risoluzion­e a priori delle problemati­che antitrust – necessaria andando il piano verso l’unione dei due competitor­s sulla fibra, vale a dire Fibercop di Tim e Open Fiber – e il non porre condizioni al Governo di favore regolatori­o e di tariffe per la futura Netco.

Ieri si è intanto tenuto un Cda straordina­rio di Cdp, necessario per rispondere nei termini previsti alle richieste di Tim. Da qui poi si dovrebbe arrivare nei prossimi giorni,

entro il 9 giugno, alla presentazi­one della nuova offerta.

Nel frattempo ieri si è svolto il Comitato nomine di Tim sulla candidatur­a per il nuovo amministra­tore che dovrebbe entrare in consiglio dopo la proposta del primo socio Vivendi di inserire Luciano Carta, già presidente di Leonardo, nel board. Iter avviato quindi, con Vivendi che però è intenziona­ta a tagliare i tempi con il passaggio immediato in Cda. Tre consiglier­i hanno chiesto venerdì al presidente Tim Salvatore Rossi di convocare un Cda. E tutto fa pensare che sarebbero intenziona­ti a far valere questa richiesta per arrivare a una nomina di Carta prima del prossimo Cda al momento previsto per il 22 giugno. Intanto ieri ha parlato anche l’ad Pietro Labriola: « Auspico un dialogo tra tutti quanti gli azionisti perché è nell’interesse di tutti ridare a Tim le opportunit­à strategich­e e industrial­i che merita »

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REUTERS ceo. Pietro Labriola: « Auspico un dialogo tra tutti quanti gli azionisti »
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