Catastrofi, in dieci anni 58 miliardi di danni
Rischi. L’Italia paga il conto delle alluvioni: sul contribuente il 90% dei danni non assicurati In Francia il 41% dei sinistri è coperto da polizze
L’Italia vanta uno dei gap di protezione più rilevanti al modo. È con queste parole che Swiss Re fotografa la situazione del Paese rispetto alla fragilità dimostrata dal territorio di fronte ai sempre più frequenti eventi catastrofali che lo colpiscono. E d’altra parte bastano un paio di numeri per capire esattamente qual è la situazione sul territorio. Il calcolo lo fa Swiss Re: tra 2011 e il 2021 l’Italia ha scontato perdite legate a catastrofi naturali per 58,1 miliardi di dollari, di questi solo 6,3 miliardi erano coperti da polizza. Il conto per il paese è stato dunque in 10 anni superiore ai 51 miliardi di dollari. Con un gap di protezione prossimo all’ 89%.
Una situazione che non si verifica in nessun altro paese d’Europa. Se si guarda a un periodo ben più ampio la Germania ha affrontato danni tra il 1980 e il 2020 per 107,6 miliardi di euro e di questi poco meno di 40 miliardi erano assicurati, quindi con un gap del 63%. La Francia 99 miliardi di cui 40,2 miliardi in carico alle compagnie per un differenziale del 59%. Numeri importanti anche oltreconfine ma nettamente migliori rispetto a quelli della penisola che, d’altra parte, come sottolinea l’Ania ha solo il 52% delle case coperte da una polizza contro l’incendio mentre poco meno del 5% ha un’estensione contro gli eventi calamitosi. Questo a fronte del fatto che oltre il 70% delle abitazioni del Paese è esposto a rischi significativi.
Tra i quali terremoti e alluvioni. Quest’ultime, secondo la classifica dei fenomeni che più hanno impattato sul vecchio Continente tra il 2001 e il 2021, sono tra le principali cause di danni ingenti in Europa, valgono il 41% del totale. E l’Italia non ne è esente. Nell’ultimo decennio, gli eventi meteorologici estremi, tra cui forti piogge, grandine e tornado, sono più che quadruplicati, passando da 348 nel 2011 a 1.602 nel 2021, secondo l’European Severe Weather Database. In altre parole alluvioni e frane si verificano più frequentemente di qualsiasi altro pericolo naturale.
Le regioni italiane più soggette a inondazioni, stante la morfologia del territorio, sono la Liguria Nord occidentale e la Pianura Padana, che comprende Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Veneto, con un occhio attento per quel che riguarda l’area del Po. Ma il rischio alluvione interessa praticamente tutte le regioni, comprese Sicilia e Sardegna.
In questo quadro gli interventi strutturali sul piano della prevenzione e della tutela del territorio sono fondamentali. Ma anche la spinta a scegliere delle coperture assicurative adeguate lo è. Al 31 marzo 2022 esistevano nel mercato poco meno di 1,4 milioni di polizze con l’estensione alle catastrofi naturali ( erano 1,4 nel 2021, 1,2 milioni nel 2020, 826 mila nel 2019, ma solo 440 mila nel 2016), ottenute come somme delle polizze con la copertura del solo rischio terremoto ( 579 mila), del solo rischio alluvione ( 275 mila) e di entrambe le calamità ( 496 mila).
Dall’incidenza percentuale delle unità abitative assicurate contro il rischio catastrofi naturali sul totale delle abitazioni esistenti risulta che solo nelle città di Trento, Firenze, Siena, Mantova e Brescia si arriva al 10%; in generale in tutto il Nord mediamente tale percentuale arriva al 6,2%. Come invertire la rotta? « Il settore pubblico e quello privato devono trovare insieme risposte adeguate a questa situazione. Dal punto di vista finanziario, lo Stato da solo non può più sostenere i costi della ricostruzione. L’assicurazione può svolgere un ruolo importante in questo senso con rimborsi più rapidi ed efficienti e può contribuire a potenziare gli sforzi di prevenzione. Gli assicuratori possono adottare un approccio proattivo, preparando, pianificando e migliorando i loro protocolli sfruttando le nuove tecnologie per garantire che i maggiori volumi di sinistri possano essere gestiti in modo efficiente. Allo stesso tempo, dati più granulari aiuteranno a modellare meglio i pericoli secondari per aiutare la società a mitigarne l’impatto » , ha commentato Nikhil da Victoria Lobo, head P& C Reinsurance Western & Southern Europe di Swiss Re.