Raccoglie una domanda da record
Ordini per 24 miliardi: massimo storico per un titolo legato all’inflazione
Superato senza patemi lo scoglio delle agenzie di rating, che nelle scorse settimane hanno deciso di mantenere invariato il giudizio sull’Italia, il ministero dell’Economia torna in campo sul mercato degli investitori istituzionali. E lo fa registrando un record: ha infatti collocato ieri tramite un pool di banche un nuovo BTp quindicennale indicizzato all’inflazione europea, raccogliendo la quantità di ordini più grande di sempre. In totale la domanda ha raggiunto la vetta dei 24 miliardi di euro, record storico per un titolo di questo tipo. Alla fine il Tesoro e le banche collocatrici ( Barclays, Citibank, Deutsche Bank, JP Morgan e Societé Generale nel ruolo di lead manager) hanno deciso di emettere 4 miliardi.
Il titolo, indicizzato all’inflazione dell’area euro con esclusione dei prodotti a base di tabacco, è stato collocato con una cedola reale lorda del 2,4%. Ma dato che è stato lanciato al prezzo di 99,674, il rendimento reale lordo annuo all’emissione si attesta sul 2,439%. Si tratta di un tasso che, evidentemente, fa gola a tanti investitori, a giudicare
Con questa emissione e con le aste della settimana, il Tesoro supera già il 50% della raccolta del 2023
dalla valanga di ordini arrivata alle banche collocatrici. E non si tratta di domanda speculativa o mordi e fuggi, dato che il bond è stato allocato per circa un quarto a banche e per circa due terzi a real money. Cioè a investitori stabili. Ma quello che più colpisce è un altro aspetto ancora: la richiesta di acquistare il nuovo BTp è arrivata per circa l’ 80% dall’estero. Segno che l’Italia attira domanda internazionale sul suo debito, come dimostra anche la stabilità dello spread sui Bund che anche ieri è rimasto fermo a 185 punti base.
Con questa emissione, e con le aste di BTp che si terranno questa settimana, il Tesoro riesce a superare - a fine maggio - il 50% della raccolta totale che ha preventivato per l’intero anno. Questo significa che in cinque mesi ha fatto il giro di boa nel programma di emissioni di titoli di Stato dell’intero 2023. Risultato migliore rispetto a quello dell’anno scorso: prima di questo bond, lunedì, quest’anno il Tesoro aveva raggiunto quasi il 46% del totale da raccogliere, mentre nel 2022 alla stessa data era ancora fermo al 41%. Anche questo conferma che il mercato percepisce una certa stabilità nel nostro debito pubblico, e dunque il Tesoro può approfittare della “bonaccia” per raccogliere fondi a tassi relativamente convenienti.
Questo è esattamente quanto fatto ieri. Superato lo scoglio delle agenzie di rating ( Moody’s è stata l’ultima a mantenere invariato il giudizio venerdì scorso), l’emissione cade in un momento lontano da dati economici rilevanti e da riunioni delle banche centrali. Un momento calmo. Una finestra tranquilla. Come dimostrano quei 24 miliardi di euro di ordini d’acquisto arrivati in poche ore alle banche incaricate di collocare il BTp.