Bill Gates: rischio ko per Google e Amazon
Il fondatore di Microsoft: « Chi realizzerà un assistente personale dotato d’intelligenza artificiale cambierà le abitudini degli utenti »
L’Intelligenza Artificiale generativa ha posto una serie di questioni ( e preoccupazioni) che stanno affollando i dibattiti. Le capacità dei nuovi chatbot, palesate dall’esplosione di ChatGPT, sono al centro di interrogativi importanti per gli impatti che potranno avere, e forse già hanno, in svariati settori. Un recentissimo studio condotto da Goldman Sachs stima che questa tecnologia possa portare rapidamente alla perdita di trecento milioni di posti di lavoro. trecento milioni di esseri umani sostituiti da algoritmi intelligenti sviluppati, magari, da Big Tech. Ma se alla fine, l’Intelligenza Artificiale “distruggesse” anche le aziende che maggiormente stanno spingendo in questa direzione? L’interrogativo lo ha posto, trovando una certa risonanza, Bill Gates. Secondo il fondatore di Microsoft, l’evoluzione di questa tecnologia porterà nel prossimo futuro profondi sconvolgimenti, tanto che aziende del calibro di Google e Amazon potrebbero non essere più le stesse.
L’assistente intelligente
Le parole di Gates sono arrivate durante un evento organizzato a San Francisco da Goldman Sachs e SV Angel proprio sull’Intelligenza artificiale. E Gates ha detto che l'impatto di un futuro assistente personale dotato di un’intelligenza ( artificiale) così raffinata sarà così profondo che la prima azienda a svilupparlo avrà un vantaggio sui concorrenti.
Secondo il papà di Windows, l'impatto dell'AI potrebbe alterare radicalmente i comportamenti degli utenti: « sarà uno sconvolgimento epocale: chiunque realizzerà per primo un agente personale [ dotato di intelligenza artificiale] farà sì che nessuno andrà più su un motore di ricerca, su un sito di produttività, su Amazon » . Anche perché nella mente di Gates, questo assistente intelligente ( che comunque è ancora da sviluppare) sarà in grado di comprendere le esigenze e le abitudini di una persona e la aiuterà a « leggere le cose che non hai tempo di leggere » .
Sebbene il fondatore di Microsoft abbia più volte sottolineato i pericoli dell’AI- soprattutto in caso di uso improprio - ha anche evidenziato i risultati positivi che la tecnologia potrebbe portare all’umanità. Per esempio ha ribadito di nutrire grandi speranze nell’utilizzo dell’AI generativa nello sviluppo e nel miglioramento dei farmaci, nonostante gli avvertimenti dell’Organizzazione mondiale della sanità secondo cui i “pregiudizi” dei dati potrebbero essere un limite alle sperimentazioni sui farmaci se la tecnologia non è adeguatamente monitorata.
Ipotesi startup
Gates ha detto anche che c'è una probabilità del 50% che questo futuro vincitore nel campo dell'Intelligenza Artificiale generativa sarà una startup. oppure un gigante della tecnologia. « Sarei deluso se Microsoft non entrasse in questo filone di business » , ha detto il tycoon, « ma sono impressionato da un paio di startup, inclusa Inflection » ha aggiunto, riferendosi a Inflection. AI, co- fondata dall'ex dirigente di DeepMind Mustafa Suleyman. Per quanto riguarda Microsoft, va detto che la società di Redmond si sta muovendo con una certa decisione nel mondo dell’AI, candidandosi magari a potenziale vincitore di questa corsa grazie ai circa 13 miliardi di dollari già investiti in OpenAI. Investimenti che hanno permesso a Microsoft di integrare ChatGPT nel suo motore di ricerca Bing.
Amazon e le altre
Allo stesso modo, è impossibile considerare fuori gioco Amazon e Google stesse. Il ceo di Amazon, Andy Jassy, nella sua ultima lettera agli azionisti ha ribadito che questa tecnologia può essere un grande business per l’azienda. L’intelligenza artificiale generativa e i grandi modelli linguistici ( LLM) che la alimentano sono « fondamentali per preparare Amazon a inventare in ogni area della nostra attività per molti decenni a venire » , ha scritto Jassy nella lettera. Mentre Google ha da poco chiuso un evento a San Francisco dove ha messo in mostra tutte le sue novità, a partire dal chatbot Bard. Sembra abbastanza chiaro che, anche in virtù delle disponibilità economiche di questi colossi, difficilmente società del genere molleranno la presa su ricerca e sviluppo dell’Intelligenza artificiale generativa.