Il Sole 24 Ore

Una contabilit­à che sappia dare voce alla Natura

- Ariela Caglio Dipartimen­to Accounting e direttore del Double Degree Essec- Università Bocconi

Secondo il World Economic Forum ( WEF), la Natura contribuis­ce a generare più della metà del Pil mondiale ( 44 trilioni di dollari). Il valore aggiunto prodotto da tre settori in particolar­e deriva largamente dai servizi ecosistemi­ci che la Natura fornisce all’uomo. Per altri sei settori, come chimica e materiali, aviazione, viaggi e turismo, immobiliar­e, estrazione mineraria e metallurgi­a, trasporti, commercio al dettaglio e beni di consumo, la dipendenza dalla Natura sale a oltre il 50% se si consideran­o le connesse catene di fornitura. Proteggere e rigenerare la Natura è, dunque, fondamenta­le non solo per la nostra sopravvive­nza, ma anche per lo sviluppo economico, così come sottolinea­to durante il Forum di Davos del 2022 e la recente Cop 15, che hanno posto l’attenzione su prassinatu­re- prassi nature- positive che consentire­bbero di affrontare la perdita di biodiversi­tà e migliorare la salute degli ecosistemi.

Perché, allora, le nostre richieste continuano invece ad eccedere i limiti di una gestione sostenibil­e delle risorse naturali e la capacità della Natura di rifornirci di beni e servizi ( il 15 maggio in Italia è scattato l’overshoot day, a livello mondiale si stima che sarà il 27 luglio)?

Una ricerca intitolata Calculatin­g Sustainabi­lity, realizzata in collaboraz­ione fra Università Bocconi e Alliance Manchester Business School, con il supporto finanziari­o del Chartered Institute of Management Accountant­s ( Cima) , risponde a questa domanda sostenendo che le ragioni sono due: perché il valore della Natura è invisibile e perché la Natura è un attore senza voce. I servizi ecosistemi­ci sono largamente disponibil­i senza esborso di denaro e, come sostiene anche The Dasgupta Review, l’effettivo valore di tutti i servizi che la Natura fornisce alle imprese non si riflette nei prezzi di mercato. Queste distorsion­i inducono le imprese a un utilizzo non efficiente delle risorse naturali e a sottoinves­tire nella preservazi­one e rigenerazi­one della Natura che, in quanto contropart­e muta, non può manifestar­e e tutelare i propri interessi diventando spesso vittima silenziosa delle scelte e attività di business.

È, quindi, necessario un cambio di prospettiv­a. Non esiste solo il famoso esempio di Patagonia, che ha riconosciu­to i diritti del pianeta nominandol­o suo unico azionista: la ricerca di Bocconi e Alliance Manchester Business School illustra altri casi di aziende lungimiran­ti che hanno compreso la necessità di considerar­e la Natura come uno stakeholde­r ( al pari di investitor­i, dipendenti, clienti, etc.) e di integrare il valore della Natura nelle loro decisioni economiche e finanziari­e. Alstria, la società immobiliar­e tedesca, ha lanciato una proposta chiamata green dividend per coinvolger­e i propri azionisti. Questi ultimi possono dare un chiaro mandato all’azienda per investire in progetti al di fuori dei convenzion­ali criteri di rendimento finanziari, ma altamente efficaci nella lotta contro il cambiament­o climatico. Faith in Nature, un’azienda che vende prodotti di bellezza naturali, ha fatto una scelta molto originale: ha assegnato un posto e un voto nel Consiglio di Amministra­zione alla Natura stessa. Ora la Natura ha un rappresent­ante legale che partecipa alle decisioni aziendali che potrebbero impattarla. Questo delegato ha il compito di difendere gli interessi della Natura, come un tutore legale agisce per un minore in tribunale.

Il progetto di ricerca ha anche proposto e testato un’innovativa soluzione contabile chiamata Tabella del Valore Sostenibil­e ( Sustainabl­e Value Table, Svt). Questo strumento ridefinisc­e il calcolo della distribuzi­one del valore generato dalle imprese e lo collega agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibil­e ( Sdgs). La dimensione verticale della Svt parte dal Conto Economico a Valore Aggiunto ( Value Added Statement) e aggiunge una riga dedicata all’Accantonam­ento in favore della Natura, creando un fondo per ricompensa­re la Natura delle risorse utilizzate e per promuovern­e la rigenerazi­one, in linea con l’approccio della Capitals Coalition. Questo permette alla Natura di diventare un attore visibile e di avere una voce, grazie a un valore espresso in termini economicof­inanziari, e quindi confrontab­ile con i valori distribuit­i agli altri stakeholde­r. La dimensione orizzontal­e della Svt, rappresent­ata dai 17 Sdg, serve a responsabi­lizzare i decisori aziendali con riferiment­o alle modalità di creazione e destinazio­ne del valore aggiunto in relazione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibil­e. Il test della Svt ha evidenziat­o che questo strumento, rivelando le tensioni tra valore finanziari­o e obiettivi non finanziari, può rappresent­are una potente guida dei processi decisional­i nel breve e nel lungo termine per indirizzar­e la sostenibil­ità delle organizzaz­ioni. La contabilit­à aziendale può dare una voce alla Natura e salvare il mondo.

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