Diasorin punta su Usa e Cina, nuova crescita post Covid 19
L’intervista. Carlo Rosa. L’amministratore delegato: « Oggi oltre metà del fatturato è negli Stati Uniti, nel 2022 raggiunti 1,3 miliardi, in crescita del 10% »
« Nella diagnostica, l’America è il mercato di riferimento, la Cina è il prossimo grande mercato. Bisogna esserci » , sostiene Carlo Rosa, l’amministratore delegato di DiaSorin, la multinazionale italiana del settore che si sta espandendo in entrambi. Da poco ha digerito la più grande acquisizione nel settore medicale di un’azienda italiana sul mercato americano, Luminex, per 1,8 miliardi di dollari, e dal 2024 avvierà la produzione nello stabilimento in Cina, dove ha investito 40 milioni di euro.
Dottor Rosa, nella geografia della diagnostica quali dinamiche state vivendo?
Il mercato americano della diagnostica vale il 40% di quello globale. Gli Stati Uniti spendono il 16% del Pil sul sistema sanitario. La media
Ocse è del 7- 8%. La Cina spende il 4%, ma aumenta la spesa sanitaria del 15% all’anno. Se riflettiamo su che cosa ci ha lasciato il Covid sicuramente dobbiamo parlare di un’accelerazione dell’indipendenza tecnologica della Cina. In Europa ha lasciato poco: non essendoci di fatto una politica sanitaria europea è stato tutto delegato ai Paesi. La pandemia ha esacerbato una situazione di criticità dei vari sistemi sanitari, una risoluzione strutturale dei problemi non c’è stata.
Resta il primato americano? Sono il mercato più importante: ha una struttura di prezzi elevata che ha un forte peso sulla redditività, valorizza l’innovazione e ha un percorso di approvazione chiaro e veloce. Ma è un mercato difficile, perché è molto frammentato: in America ci sono 7mila ospedali, in Italia sono 900, dove tutti i grandi della diagnostica giocano la loro partita. Noi siamo in America da 30 anni ma per essere competitivi dovevamo avere una
presenza diversa, arrivata con l’acquisizione di Luminex. Oggi oltre metà del fatturato di Diasorin è negli Stati Uniti ( nel 2022 è stato di 1,3 miliardi in crescita del 10% sul 2021, con un Ebit di 417 milioni di euro, ndr), così come gli addetti che lavorano nei 6 siti produttivi americani sono la metà dei 3.300 totali. Il resto del fatturato è distribuito tra Europa e Cina.
Manterrete la ricerca in Italia? La ricerca si divide tra un centro a Austin, in Texas, specializzato nelle
tecnologie di ricerca di base che noi forniamo alle grandi società farmaceutiche e alle società biotech, e l’Italia con i due centri di Milano e Saluggia dove operano 100 ricercatori impegnati nello sviluppo di tecnologie molecolari.
Con quale strategia gli Stati Uniti si preparano alle nuove emergenze sanitarie?
La Barda ( Biomedical advanced research and development authority, ndr), che è responsabile delle tecnologie innovative, ha messo a disposizione 20 miliardi di dollari per sostenerne lo sviluppo, da usare a valle di questa pandemia, per affrontare la prossima. La strategia è avere la capacità di fare i test in maniera periferica senza dover andare in ospedale. Noi siamo stati selezionati come una società strategica, abbiamo ricevuto un funding di 30 milioni di dollari che vanno a sostenere lo sviluppo di un nuovo sistema diagnostico per fare tamponi molecolari in 15 minuti, su cui abbiamo investito 100 milioni.
E in Cina come state investendo? La strategia è localizzare, anche perseguendo la direzione del Governo cinese che prevede la produzione in Cina dei prodotti per il mercato cinese. Nel 2019 abbiamo iniziato la costruzione di uno stabilimento in cui abbiamo investito 40 milioni di euro e abbiamo costituito una joint venture in cui c’è anche il Governo. È un socio di minoranza ma è molto importante perché ci permette di leggere bene gli sviluppi del mercato che entro i prossimi 10 anni diventerà il più grande per la diagnostica.
La diagnostica può aiutare a risolvere l’antibiotico resistenza?
Con MeMed abbiamo collaborato a creare un test che in 20 minuti capisce se un paziente che si presenta con un’infezione delle vie respiratorie ha un problema virale, nel qual caso non serve l’antibiotico, o batterico, nel qual caso serve. Tra Europa e Stati Uniti ci sono 80mila morti dovuti ad antibiotico resistenza. In Europa ci sono 30mila morti, di cui 11mila sono in Italia e questo è il frutto di decenni in cui l’antibiotico veniva dato senza grandi controlli. Le previsioni dell’Oms di qui al 2050 sono di 10 milioni di morti all’anno nel mondo per questa causa, con una progressione esponenziale. La scommessa è stabilire rapidamente se l’infezione è batterica o virale.
Come procede l’integrazione di Luminex?
Ci ha richiesto grandi sforzi, ma è completata e non ci ha lasciato tensioni finanziarie. Oggi abbiamo una posizione tranquilla e la forza e la stabilità per poter perseguire i nostri interessi strategici: da sempre noi siamo orientati verso l’innovazione di prodotto e di tecnologia.