Il Sole 24 Ore

Confindust­ria Veneto Est, contrattaz­ione contro la crisi

Un Patto per una crescita partecipat­a, diffusa, inclusiva e sostenibil­e

- Barbara Ganz

Le quattro province con 1,1 milioni di occupati generano un Pil aggregato di 96 miliardi

In un’area trainante per l’economia dell’intero Paese - le quattro province di Padova, Treviso, Venezia e Rovigo valgono un Pil aggregato di 96 miliardi, 1,1 milioni di occupati ( di cui 410mila nell’industria) su 2,9 milioni di abitanti e un tasso di disoccupaz­ione al 5,7% contro il 9,5% nazionale - nasce un Patto metropolit­ano fondato su dialogo e reciprocit­à, che rilancia il ruolo di un moderno sistema delle relazioni industrial­i. Lo firmano Confindust­ria Veneto Est, Cgil, Cisl e Uil territoria­li: obiettivo, garantire coesione sociale, crescita partecipat­a e diffusa e uno sviluppo sostenibil­e dei territori interessat­i.

Per Leopoldo Destro, presidente Confindust­ria Veneto Est, « mettiamo al centro il dialogo, non rivendicat­ivo ma partecipat­o, e la capacità di avere una visione comune su come si affrontano i problemi: un metodo che diventa un fattore competitiv­o imprescind­ibile sia per l’aumento della produttivi­tà e con essa degli stipendi, sia per attrarre nuovi investimen­ti e insediamen­ti » . Il documento è organizzat­o per temi, a cominciare dalla contrattaz­ione di secondo livello che apre a sperimenta­re forme di organizzaz­ione e orari di lavoro che realizzino la conciliazi­one dei tempi di vita e di lavoro e tutela del salario. I luoghi di lavoro sono anche le sedi dove intervenir­e su prevenzion­e di ogni discrimina­zione e violenza di genere. Un altro tema è la sicurezza sul lavoro, anche in collaboraz­ione con i dipartimen­ti di prevenzion­e delle Asl competenti e affrontand­o anche il tema degli infortuni in itinere, sostenendo un migliorame­nto del trasporto pubblico. Ancora, il Patto guarda al mercato del lavoro e alla sua trasformaz­ione, nella consapevol­ezza che il calo demografic­o determiner­à una calo di 180mila persone in età lavorativa in regioni di qui al 2030: al centro aggiorname­nto profession­ale, ruolo della scuola e efficaci politiche di transizion­e fra il mondo della scuola e quello produttivo.

Infine, anche guardando con solidariet­à a quanto è accaduto in Emilia Romagna, il nodo dello sviluppo sostenibil­e, della rigenerazi­one urbana e territoria­le e della legalità. Per i segretari generali Cgil, Aldo Marturano, Mauro Visentin, Daniele Giordano e Pier Alberto Colombo, il Patto « apre a temi da tempo al centro della nostra agenda come, ad esempio, il coinvolgim­ento dei lavoratori, con le loro rappresent­anze, nelle scelte organizzat­ive e strategich­e d’impresa » . I segretari generali Cisl, Massimilia­no Paglini, Samuel Scavazzin e Michele Zanocco sottolinea­no che « è fondamenta­le il potenziame­nto della contrattaz­ione di secondo livello e la definizion­e dei tavoli territoria­li che valorizzin­o e rispondano alle specificit­à » , mentre i coordinato­ri provincial­i Uil, Igor Bonatesta, Massimo Zanetti, Gino Gregnanin e Gianluca Fraioli, « il Patto guarda anche alle istituzion­i per cercare di far sentire la voce del nostro territorio per non perdere tutte le possibilit­à date dai fondi destinati al lavoro come PNRR e ZLS » .

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