Confindustria Veneto Est, contrattazione contro la crisi
Un Patto per una crescita partecipata, diffusa, inclusiva e sostenibile
Le quattro province con 1,1 milioni di occupati generano un Pil aggregato di 96 miliardi
In un’area trainante per l’economia dell’intero Paese - le quattro province di Padova, Treviso, Venezia e Rovigo valgono un Pil aggregato di 96 miliardi, 1,1 milioni di occupati ( di cui 410mila nell’industria) su 2,9 milioni di abitanti e un tasso di disoccupazione al 5,7% contro il 9,5% nazionale - nasce un Patto metropolitano fondato su dialogo e reciprocità, che rilancia il ruolo di un moderno sistema delle relazioni industriali. Lo firmano Confindustria Veneto Est, Cgil, Cisl e Uil territoriali: obiettivo, garantire coesione sociale, crescita partecipata e diffusa e uno sviluppo sostenibile dei territori interessati.
Per Leopoldo Destro, presidente Confindustria Veneto Est, « mettiamo al centro il dialogo, non rivendicativo ma partecipato, e la capacità di avere una visione comune su come si affrontano i problemi: un metodo che diventa un fattore competitivo imprescindibile sia per l’aumento della produttività e con essa degli stipendi, sia per attrarre nuovi investimenti e insediamenti » . Il documento è organizzato per temi, a cominciare dalla contrattazione di secondo livello che apre a sperimentare forme di organizzazione e orari di lavoro che realizzino la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e tutela del salario. I luoghi di lavoro sono anche le sedi dove intervenire su prevenzione di ogni discriminazione e violenza di genere. Un altro tema è la sicurezza sul lavoro, anche in collaborazione con i dipartimenti di prevenzione delle Asl competenti e affrontando anche il tema degli infortuni in itinere, sostenendo un miglioramento del trasporto pubblico. Ancora, il Patto guarda al mercato del lavoro e alla sua trasformazione, nella consapevolezza che il calo demografico determinerà una calo di 180mila persone in età lavorativa in regioni di qui al 2030: al centro aggiornamento professionale, ruolo della scuola e efficaci politiche di transizione fra il mondo della scuola e quello produttivo.
Infine, anche guardando con solidarietà a quanto è accaduto in Emilia Romagna, il nodo dello sviluppo sostenibile, della rigenerazione urbana e territoriale e della legalità. Per i segretari generali Cgil, Aldo Marturano, Mauro Visentin, Daniele Giordano e Pier Alberto Colombo, il Patto « apre a temi da tempo al centro della nostra agenda come, ad esempio, il coinvolgimento dei lavoratori, con le loro rappresentanze, nelle scelte organizzative e strategiche d’impresa » . I segretari generali Cisl, Massimiliano Paglini, Samuel Scavazzin e Michele Zanocco sottolineano che « è fondamentale il potenziamento della contrattazione di secondo livello e la definizione dei tavoli territoriali che valorizzino e rispondano alle specificità » , mentre i coordinatori provinciali Uil, Igor Bonatesta, Massimo Zanetti, Gino Gregnanin e Gianluca Fraioli, « il Patto guarda anche alle istituzioni per cercare di far sentire la voce del nostro territorio per non perdere tutte le possibilità date dai fondi destinati al lavoro come PNRR e ZLS » .