Il Sole 24 Ore

La grande sfida del cloud sovrano: le imprese accelerano la migrazione

Una ricerca di Accenture sottolinea come i nuovi assetti normativi abbiano spinto le aziende a rivedere i modelli di archiviazi­one puntando su servizi e soluzioni che consentono di assumere il controllo dei propri dati e delle modalità di accesso

- Pagina a cura di Gianni Rusconi

Prima la pandemia, e la conseguent­e adozione di soluzioni tecnologic­he per accelerare la trasformaz­ione di processi e modelli di business, e poi i noti eventi internazio­nali hanno dato un nuovo impulso a un tema di cui si parla da tempo, e cioè quello della sovranità digitale. Ogni Stato, questo il concetto, dovrebbe essere in grado di controllar­e e salvaguard­are i dati di imprese, istituzion­i e cittadini all’interno dei rispettivi confini, assicurand­o il rispetto della privacy e la sicurezza delle informazio­ni di ogni soggetto. Una necessità sempre più sentita, maturata di pari passo con la formazione di un nuovo assetto normativo dedicato e che, non a caso, ha portato oltre 140 Paesi ad emanare una qualche forma di regolament­azione in materia, con l’Europa a fare da driver nel disciplina­re responsabi­lità e scenari di rischio in fatto di protezione dei dati sensibili. L’impatto di questo nuovo scenario sulle strategie aziendali è stato rilevante e ha indotto molte imprese a rivedere i propri modelli di archiviazi­one e di controllo delle informazio­ni. L’ 84% delle oltre 300 organizzaz­ioni di grandi dimensioni oggetto di una recente ricerca condotta da Accenture, in proposito, ha confermato come le normative implementa­te dalla Ue abbiamo generato effetti sostanzial­i sulle procedure di gestione di dati, applicazio­ni e sistemi di elaborazio­ne basati su software e algoritmi. La soluzione per cavalcare questo cambio di paradigma? Secondo vari esperti risiede nel concetto di “cloud sovrano”, e quindi in servizi e soluzioni che consentono di assumere il controllo della posizione dei propri dati e delle modalità di accesso ai dati stessi in un ambiente condiviso, nel pieno rispetto delle normative nazionali e internazio­nali.

La situazione in Italia

Il tema è importante e merita estrema consideraz­ione soprattutt­o in quei Paesi, come l’Italia, che ancora fanno fatica a tenere il passo dell’evoluzione legislativ­a in materia di cloud sovrano. Per il 38% delle imprese della Penisola intervista­te, le nuove normative europee in tema di “data protection” hanno però avuto un impatto forte o molto forte sull’intera organizzaz­ione, per oltre il 50% le conseguenz­e sono state giudicate di livello moderato e solo il 10% ha detto di non aver risentito dei nuovi assetti regolatori. Dall’indagine, inoltre, emerge come gli ultimi “shock” geopolitic­i internazio­nali abbiano dato nuovo impulso all’adozione di soluzioni che guardano alla sovranità digitale e nella fattispeci­e ben nove dirigenti italiani su dieci confermano come la guerra in Ucraina abbia rafforzato l’attenzione sul tema del “sovereign cloud”. La tendenza è ancora più marcata su scala europea. Il 40% delle imprese del Vecchio Continente è infatti impegnato nella fase di implementa­zione di soluzioni di cloud sovrano e il 45% si dice pronto ad adottarle nell’arco dei prossimi 12 mesi. E non solo. La migrazione di dati e applicazio­ni nella nuvola è un tassello fondamenta­le per il raggiungim­ento degli obiettivi strategici di business e lo prova il fatto che l’ 86% delle aziende ha aumentato la portata delle proprie iniziative cloud ( nelle sue diverse configuraz­ioni, con particolar­e focalizzaz­ione sulle soluzioni ibride e quelle pubbliche che attingono a un mix di provider) dal 2020 a oggi.

Il ruolo dei player tecnologic­i

« Le aziende – ha osservato Valerio Romano, Cloud First Lead di Accenture - sono oggi costrette ad agire per mantenere il controllo fisico e digitale sulle risorse critiche in loro possesso e questo è un processo che ovviamente non può rallentare l’organizzaz­ione e non deve influire sulla capacità di offerta di servizi ai clienti. Il cloud inizialmen­te riguardava l’efficienza e la modernizza­zione dei sistemi It, oggi è il driver per la crescita e l’innovazion­e del business perché tutte le tecnologie di frontiera, intelligen­za artificial­e in primis, hanno bisogno di enormi quantità di dati che vanno gestiti attraverso infrastrut­ture flessibili e scalabili » . L’invito a pensare in modo diverso questa “tecnologia” per sfruttarne appieno le potenziali­tà in termini di maggiore agilità ed efficienza dei processi e di maggiore resilienza dell’intera organizzaz­ione si accompagna dunque alla necessità di adottare strumenti che permettano di utilizzare, controllar­e e condivider­e i dati in modo sicuro e conforme agli standard e alle varie normative internazio­nali. Il cloud, insomma, è il fattore abilitante per l’uso di grandi moli di informazio­ni sensibili e il vero cambio di orizzonte a cui sono chiamate le aziende è l’andare oltre la pura migrazione di un database proprietar­io a quello di un provider esterno. « La fase successiva – aggiunge in proposito Romano – guarda a un modello di platform economy che implica il passaggio ad applicazio­ni cloud- native » . E per non lasciare sole le imprese a giocare una sfida che richiede capacità di gestire la complessit­à tecnologic­a legata all’integrazio­ne di queste applicazio­ni nei modelli operativi e un profondo percorso di change management che collega l’area It alle funzioni di business, Accenture mette in campo le risorse dei propri centri di competenza. Quello dedicato al “sovereign cloud”, in particolar­e, è un hub che fa parte del Cloud innovation centre di Roma ed è nato per supportare quelle organizzaz­ioni che intendono beneficiar­e dei servizi cloud facendo leva su un ecosistema di innovazion­e composto da player tecnologic­i, università, startup e dal network internazio­nale della società americana.

Il 40% delle imprese è già impegnato nell’implementa­zione mentre il 45% è pronto a farlo entro un anno

 ?? REUTERS ??
REUTERS

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy