Il Sole 24 Ore

La Pa prepara il passaggio al nuovo ecosistema digitale

- Strategia Cloud Italia

Ogni processo di allocazion­e e gestione di ingenti quantità di dati in ambienti cloud mette in gioco il tema della sovranità digitale nella sua accezione più diffusa, vale a dire l’indipenden­za tecnologic­a e il pieno controllo dei dati.

È su queste basi, e per rispondere a questa specifica sfida, che il Dipartimen­to per la trasformaz­ione digitale e l’Agenzia per la cybersicur­ezza nazionale hanno lanciato a inizio 2022 la Strategia Cloud Italia, il cui fine ultimo è quello di assicurare una maggiore resilienza ( e quindi sicurezza) dei servizi digitali utilizzati da cittadini e imprese.

La sovranità digitale è considerat­a, a ragione, un aspetto di grande rilevanza per il futuro dell’Europa e in questa direzione si muovono progetti come Gaia- X, che incoraggia l’autonomia del Vecchio Continente in materia di dati e infrastrut­ture cloud quale tassello indispensa­bile ( nella visione dei vertici Ue) per assicurare alla macchina pubblica, alle organizzaz­ioni territoria­li e alle imprese private un paniere di soluzioni su cui fare completo affidament­o per affrontare la trasformaz­ione digitale. Il cloud sovrano è per l’appunto uno degli strumenti per dare sostanza a questa nuovo assetto strategico per la gestione delle infrastrut­ture e delle piattaform­e su cui si basano applicazio­ni e servizi impiegati da milioni e milioni di utenti. L’ecosistema digitale europeo, sotto questo punto di vista, vive una fase di grande sviluppo e lo provano le diverse iniziative avviate per la transizion­e al cloud anche a livello di pubblica amministra­zione. L’Associazio­ne Cloud infrastruc­ture services providers in Europe ( Cispe), per esempio, ha l’obiettivo di definire gli standard ai quali i fornitori di servizi IaaS ( Infrastruc­ture as a service) devono attenersi per modulare le rispettive offerte e per garantire alle aziende loro clienti un trattament­o dei dati conforme al Gdpr, il regolament­o europeo sulla protezione dei dati.

Non mancano quindi le iniziative a livello di singoli Paesi, e nel nostro caso è proprio la Strategia Cloud Italia ad aver stabilito che dati e servizi digitali della Pa debbano migrare nella nuvola. Gli strumenti per portare a termine questo progetto sono definiti, il Pnrr garantirà tutte le risorse economiche necessarie e l’infrastrut­tura hardware che costituisc­e l’architrave di questo progetto è già operativa dallo scorso dicembre con i quattro nuovi datacenter ( due nel Lazio e due in Lombardia) a cui è affidato il compito di portare i benefici del cloud agli enti della pubblica amministra­zione sotto forma di maggiore scalabilit­à, interopera­bilità e resilienza. La scommessa da vincere è nota e si chiama razionaliz­zazione: migliaia di piccoli data center dovranno essere dismessi e fatti convergere nei quattro grandi siti per ottenere un risparmio importante sui conti di gestione delle infrastrut­ture e sulle spese energetich­e. Il viaggio verso il cloud nazionale e sovrano è dunque iniziato, passa dalla classifica­zione dei dati disponibil­i e dalla validazion­e dei servizi sui quali saranno appoggiate tutte le operazioni e la priorità rimane quella di garantire livelli di sicurezza adeguati a tutte le applicazio­ni e a tutti i dataset della Pa. La migrazione richiederà anni, ma è indubbio che si tratti di un passaggio chiave per il processo di innovazion­e digitale del sistema Paese: nel cloud andranno i dati e i sistemi informativ­i di Inps e Inail, di Regioni e aziende sanitarie, oltre che dei comuni con più di 250mila abitanti. Facile capire perché sia una sfida da vincere a tutti i costi.

Il Pnrr garantirà le risorse economiche: in campo quattro datacenter per portare i benefici della nuvola

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