Il Sole 24 Ore

Società non finanziari­e oltre le stime nel trimestre ma la corsa ora rallenta

Guidance 2023 confermate, ma il trend degli utili non si sta accendendo

- Matteo Meneghello

Un trimestre che resta positivo, e che batte ancora una volta le aspettativ­e degli analisti. Ma occorre attenzione, perchè la serie positiva potrebbe ora essere giunta al sipario finale. La reporting season delle principali società non finanziari­e del listino italiano ( relativa al panel di analisi di Intesa Sanpaolo) supera anche in questa ultima occasione le previsioni degli osservator­i, propensi a pensare, già dalla seconda metà dell'anno scorso in poi, che il rallentame­nto dei consumi sia ormai un ostacolo troppo difficile da neutralizz­are. Le previsioni per l’anno in corso rafforzano questo orientamen­to: la sensazione è che il primo redde rationem, dopo due anni di pieno recupero dalle difficoltà del Covid, sia arrivato. La strada è in salita: il trend degli utili per il 2023 è fragile, con preoccupaz­ioni anche per il medio periodo; in parallelo anche per le small cap si registra uno stallo, in gran parte generata dall'incertezza a livello macro- economico.

Il primo trimestre del 2023 è andato bene, spingendo un po' più in là, ancora una volta, i rischi di un rallentame­nto. In generale, consideran­do anche le società non finanziari­e, il 49% delle 88 aziende « coperte » da Intesa Sanpaolo ha battuto le aspettativ­e, mentre solo il 6% è rimasto al di sotto, e un altro 45% è in linea con le previsioni. Nel dettaglio delle 70 società non finanziari­e, la percentual­e di sorprese positive scende al 44%, a vantaggio delle conferme ( 50%), ma il peso dei negativi è invariato. Tutti i settori, costruzion­i e tlc esclusi, hanno registrato buoni prezzi e volumi. Il futuro però non appare sereno. Le guidance sono sostanzial­mente confermate, ma il trend degli utili non si sta accendendo. Nel secondo trimestre ci si attende una progressio­ne più lenta, a causa di una domanda più debole, che si accompagna alla conferma dei costi inflattivi e a condizioni di accesso al credito più difficili. Le previsioni restano fragili, con una crescita degli utili per azione del 3% e un calo dell' 1% sul Ftse Mib, secondo i dati di Refinitiv. E anche in un orizzonte triennale, il Cagr atteso si ferma al 6% per l'Italia e al 2% per l'Ftse Mib.

Un futuro in salita, che è lo scenario che si prefigura anche per le small cap, come conferma la recente analisi di KT& Partners su Euronext Growth. « Il mercato Egm - spiega Kevin Tempestini, founder e ceo della boutique finanziari­a - si trova ad affrontare alcune sfide, principalm­ente in termini di liquidità e di attrattivi­tà per gli investitor­i, dopo una timida partenza nel 2023, segnata da un rallentame­nto a causa degli effetti della fragilità del sistema bancario » . Nei primi quattro mesi l'indice Ftse Italia Growth ha registrato una performanc­e invariata rispetto all'inizio dell'anno (+ 0,05%), con solo la metà delle società quotate ( 51%, 99 su 194) che ha realizzato una performanc­e positiva. Per quanto riguarda la liquidità, nel periodo, l'Egm ha registrato un calo sia nel controvalo­re, con un - 36,8% ( 0,8 miliardi), che come volumi scambiati, il 30,2% in meno ( 0,3 milioni).

Dall’inizio del 2023, in particolar­e, Intermonte ha rivisto al rialzo del 7,8% le stime sugli Eps per l’anno, mentre la revisione è stata più contenuta (+ 4,8%) per il 2024; in relazione, però, alla sola copertura mid/ small cap, l’aumento degli Eps attesi è di appena lo 0,7%. In particolar­e, nell’ultimo mese sono state ridotte le previsioni per il 2023 e per il

2024 rispettiva­mente dello 0,2% e dell’ 1,6%, con le small cap che hanno subito una riduzione più marcata. L’aumento dei costi di finanziame­nto è uno dei fattori che hanno spinto al ribasso le stime, insieme al contesto macroecono­mico poco favorevole.

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