Società non finanziarie oltre le stime nel trimestre ma la corsa ora rallenta
Guidance 2023 confermate, ma il trend degli utili non si sta accendendo
Un trimestre che resta positivo, e che batte ancora una volta le aspettative degli analisti. Ma occorre attenzione, perchè la serie positiva potrebbe ora essere giunta al sipario finale. La reporting season delle principali società non finanziarie del listino italiano ( relativa al panel di analisi di Intesa Sanpaolo) supera anche in questa ultima occasione le previsioni degli osservatori, propensi a pensare, già dalla seconda metà dell'anno scorso in poi, che il rallentamento dei consumi sia ormai un ostacolo troppo difficile da neutralizzare. Le previsioni per l’anno in corso rafforzano questo orientamento: la sensazione è che il primo redde rationem, dopo due anni di pieno recupero dalle difficoltà del Covid, sia arrivato. La strada è in salita: il trend degli utili per il 2023 è fragile, con preoccupazioni anche per il medio periodo; in parallelo anche per le small cap si registra uno stallo, in gran parte generata dall'incertezza a livello macro- economico.
Il primo trimestre del 2023 è andato bene, spingendo un po' più in là, ancora una volta, i rischi di un rallentamento. In generale, considerando anche le società non finanziarie, il 49% delle 88 aziende « coperte » da Intesa Sanpaolo ha battuto le aspettative, mentre solo il 6% è rimasto al di sotto, e un altro 45% è in linea con le previsioni. Nel dettaglio delle 70 società non finanziarie, la percentuale di sorprese positive scende al 44%, a vantaggio delle conferme ( 50%), ma il peso dei negativi è invariato. Tutti i settori, costruzioni e tlc esclusi, hanno registrato buoni prezzi e volumi. Il futuro però non appare sereno. Le guidance sono sostanzialmente confermate, ma il trend degli utili non si sta accendendo. Nel secondo trimestre ci si attende una progressione più lenta, a causa di una domanda più debole, che si accompagna alla conferma dei costi inflattivi e a condizioni di accesso al credito più difficili. Le previsioni restano fragili, con una crescita degli utili per azione del 3% e un calo dell' 1% sul Ftse Mib, secondo i dati di Refinitiv. E anche in un orizzonte triennale, il Cagr atteso si ferma al 6% per l'Italia e al 2% per l'Ftse Mib.
Un futuro in salita, che è lo scenario che si prefigura anche per le small cap, come conferma la recente analisi di KT& Partners su Euronext Growth. « Il mercato Egm - spiega Kevin Tempestini, founder e ceo della boutique finanziaria - si trova ad affrontare alcune sfide, principalmente in termini di liquidità e di attrattività per gli investitori, dopo una timida partenza nel 2023, segnata da un rallentamento a causa degli effetti della fragilità del sistema bancario » . Nei primi quattro mesi l'indice Ftse Italia Growth ha registrato una performance invariata rispetto all'inizio dell'anno (+ 0,05%), con solo la metà delle società quotate ( 51%, 99 su 194) che ha realizzato una performance positiva. Per quanto riguarda la liquidità, nel periodo, l'Egm ha registrato un calo sia nel controvalore, con un - 36,8% ( 0,8 miliardi), che come volumi scambiati, il 30,2% in meno ( 0,3 milioni).
Dall’inizio del 2023, in particolare, Intermonte ha rivisto al rialzo del 7,8% le stime sugli Eps per l’anno, mentre la revisione è stata più contenuta (+ 4,8%) per il 2024; in relazione, però, alla sola copertura mid/ small cap, l’aumento degli Eps attesi è di appena lo 0,7%. In particolare, nell’ultimo mese sono state ridotte le previsioni per il 2023 e per il
2024 rispettivamente dello 0,2% e dell’ 1,6%, con le small cap che hanno subito una riduzione più marcata. L’aumento dei costi di finanziamento è uno dei fattori che hanno spinto al ribasso le stime, insieme al contesto macroeconomico poco favorevole.