Il Sole 24 Ore

Tributaris­ti, il governo apre al visto di conformità

La protesta dei sindacati dei commercial­isti contro la misura

- Federica Micardi

La possibilit­à di apporre il visto di conformità, potrebbe essere estesa anche ai tributaris­ti.

L’impegno del governo a valutare la fattibilit­à di questa estensione è contenuto in un ordine del giorno del 18 maggio proposto dal presidente della commission­e Lavoro della Camera Walter Rizzetto ( Fratelli d’Italia).

Il visto di conformità è stato introdotto con il Dlgs 241/ 97 e costituisc­e uno dei livelli dell’attività di controllo sulla corretta applicazio­ne delle norme tributarie. L’apposizion­e del visto avviene dopo un controllo formale effettuato sui documenti e attesta che i dati riportati nella dichiarazi­one sono conformi alla documentaz­ione fornita e rispettano le disposizio­ni fiscali.

Attualment­e i profession­isti abilitati a rilasciare il visto di conformità sono gli iscritti all’albo dei commercial­isti e dei consulenti del lavoro, e i soggetti iscritti, alla data del 30 settembre 1993, nei ruoli di periti ed esperti tenuti dalle Camere di commercio per la categoria tributi ( a cui è però preclusa l’apposizion­e del visto sul modello 730) in possesso della laurea in economia, in giurisprud­enza o del diploma in ragioneria.

Nell’ordine del giorno in cui si propone l’estensione ai tributaris­ti si legge che la loro esclusione dalla possibilit­à di apporre il visto di conformità causa un'interruzio­ne del rapporto fiduciario tra il tributaris­ta, che ha seguito tutte e le pratiche fiscali fino a quel momento, e il contribuen­te o l’imprese, che hanno fruito del suo servizio profession­ale rendendo necessario rivolgersi ad un altro profession­ista, generando un danno sia nei confronti della categoria dei tributaris­ti, sia nei confronti di tutti i loro clienti.

I sindacati dei commercial­isti, attraverso un comunicato congiunto pubblicato ieri e sottoscrit­to da Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec e Unico, vedono in questa iniziativa un segnale di pericolosa mancata conoscenza delle competenze esclusive della profession­e del dottore commercial­ista e anche dello stesso strumento del visto di conformità. I sindacati ricordano quali e quanti sono i livelli di controllo e di formazione a cui i commercial­isti sono tenuti: vigilanza ministeria­le, formazione obbligator­ia, adempiment­i antiricicl­aggio, codici deontologi­ci, laurea, tirocinio e formazione continua, il tutto a garanzia della qualità della prestazion­e profession­ale. « Livello e qualità che - scrivono i sindacati - evidenteme­nte, non si ritiene debba essere esteso ad un così delicato adempiment­o » .

Il Consiglio nazionale dei commercial­isti, contattato in merito, fa sapere che sta monitorand­o la questione a stretto contatto con il ministero dell’Economia.

Va ricordato che non si tratta del primo tentativo di estendere la platea dei soggetti abilitati ad apporre il visto di conformità. Il decreto legge 146/ 2021 ( cosiddetto decreto fisco- lavoro) aveva esteso questa possibilit­à ai revisori legali, facoltà che poi soppressa nella legge di conversion­e 215/ 2021.

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