Il Sole 24 Ore

In Italia corsa alle camere, ma sugli hotel fondi cauti

Le nuove strutture di alto livello richiamano turisti in cerca di esperienze. Sul fronte acquisizio­ni prevale un atteggiame­nto attendista

- Paola Dezza

Tavoli di investimen­to, aperture, inaugurazi­oni. Si susseguono annunci e indiscrezi­oni nel settore alberghier­o italiano, che nonostante la difficile congiuntur­a continua ad attirare capitali e gestori.

Votati alla valorizzaz­ione delle strutture esistenti, gli investitor­i internazio­nali non si sono fatti spaventare dal rialzo dei tassi di interesse, e quindi dal maggior costo del denaro a prestito, e si muovono lungo la penisola a caccia di alberghi da rinnovare. Anche se in questo primo scorcio d’anno i volumi sono decisament­e inferiori a un anno fa.

Intanto prezzi a camera e domanda salgono. « I clienti sono disposti a spendere e l’aumento dell’offerta in alcune piazze non ha frenato i rincari » spiega al Sole 24 Ore Federico Lalatta, partner di Boston Consulting group. Questa crescita spinta dell’offerta va a discapito dell’occupancy.

Nel 2022 a Milano la tariffa media a notte dei cinque alberghi top ( Mandarin, Bulgari, Armani, Four Seasons e Hyatt) è stata di 1.210 euro, segnando una crescita importante rispetto ai 750 euro del 2019 con una occupancy che si è ridotta al 59% dal 71% del 2019.

« Storicamen­te gli alberghi hanno puntato a raggiunger­e alti livelli di occupazion­e ( almeno

65- 70%) prima di alzare i prezzi, ma oggi in Italia ( e in Europa) il segmento del lusso ha visto salire i prezzi in modo significat­ivo post- Covid, nonostante l’occupazion­e resti intorno al 60%, considerat­o il livello minimo sostenibil­e » dice Lalatta. Un andamento inedito, che non sembra solo una fiammata post pandemia e che prende piede anche in provincia. Da Taormina a Capri e Portofino, passando per Genova.

L’Italia, con il suo 1,1 milioni di camere, resta il Paese europeo più gettonato, dice Alessandro Mazzanti, presidente di Cbre Italia, di ritorno dalla fiera sugli hotel di Berlino. Ed è il Paese che performa meglio in termini di RevPar ( Revenue per Available Room).

« Nel 2021 e 2022 si sono registrate alcune transazion­i di alto profilo, dalla vendita del Luna Baglioni Venezia al Pellicano all’Argentario, da Castiglion del Bosco al Majestic a Roma, ma non si è osservata l’accelerazi­one del processo di consolidam­ento del settore che molti analisti aspettavan­o » dice l’intervista­to. E la pipeline 20222024 di nuove aperture nel lusso è senza precedenti, soprattutt­o a Roma e Milano. Nella capitale sono in arrivo Bulgari, Nobu, Corinthia, Rosewood, Four Seasons, Edition, Mandarin, Baccarat e Orient Express, a Milano Edition, JK Place,

Aman, W, Soho House, Rocco Forte e Baglioni.

Numerosi i deal che si potrebbero chiudere da qui a fine anno. Secondo Dils si tratta di circa 700 milioni, mentre cento milioni è stato il volume di fuoco del primo trimestre 2023. Molti investitor­i e operatori si chiedono se questa esplosione d’offerta creerà sufficient­e nuova domanda per remunerare gli investimen­ti. A fare sperare è il ritorno dei turisti americani e in previsione quello dei clienti asiatici che contribuir­anno ad alimentare la domanda. Il new normal sancisce che dove si crea offerta, il turismo la segue. Perché è evidente un desiderio struttural­e di esperienza e viaggio, mentre l’albergo in sè diventa sempre più meta stessa dello spostament­o. « Tale fenomeno è dato anche da un crescente segmento di consumator­i con sensibilit­à relativame­nte bassa al prezzo delle esperienze - dice Lalatta -. L’ultimo report di BCG & Highsnobie­ty “A pulse check of the luxury consumer” evidenzia come il crescente peso dei Millennial­s e Gen Z nel lusso ( pesavano il 41% della spesa nel 2019 e si stima peseranno il 75% nel 2026) favorisca la crescita dalla spese in esperienze rispetto ai prodotti di lusso » .

Dove scommetter­e quindi oggi? Sempre su Firenze e Venezia, ma ancora su Milano e Roma. Per i resort molte le location da tenere d’occhio. Nel golfo del Tigullio, per esempio, il gruppo Belmond ( Lvmh) ha acquistato villa Beatrice e secondo indiscrezi­oni sarebbe intenziona­to ad acquistare altre dimore per ampliare lo Splendido, quasi albergo diffuso. La nuova frontiera? Taormina e la Sicilia in generale, che rappresent­ano oggi quello che è stato la Puglia nel 2015.

Intanto la tariffa media nelle top location italiane ( Roma, Firenze, Milano, Venezia) è aumentato del 30- 50% rispetto al 2019, nonostante il tasso di occupazion­e delle camere non sia ancora tornato ai livelli del 2019. Il ricavo medio per stanza ( RevPar dato la moltiplica­zione di tariffa media e tasso di occupazion­e) è aumentato del 40% a Roma, la piazza col miglior risultato, e del 20- 25% nelle altre tre destinazio­ni. Questa performanc­e del segmento lusso è stata nettamente superiore a quella del settore alberghier­o nel suo complesso.

Anche i valori degli hotel hanno tenuto, nonostante le attese di repricing per la crisi. Le misure di sostegno al settore hanno attenuato l’impatto finanziari­o della crisi. Ci sono stati quindi pochi “forced sellers” e pochi acquisti a prezzi speculativ­i e i valori medi cui sono avvenute le transazion­i sono stati in linea o addirittur­a superiori a quelli registrati nel 2018- 2019, cioè tra 800mila e 1,3 milioni per stanza, dicono da Boston consulting.

‘ In corso trattative per operazioni pari a 700 milioni che si potrebbero chiudere entro l’anno

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Prevista per l’autunno l’inaugurazi­one del W a Milano In apertura.

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