Il Sole 24 Ore

L’open innovation sposa modelli collaborat­ivi

- Alberto Di Minin Giovanni Tolin

L’open innovation ha trasformat­o il modo in cui le aziende creano valore. A vent'anni dalla sua introduzio­ne, il tema di ricerca è molto caldo, tanto che a breve Henry Chesbrough, che coniò il termine nel 2003, pubblicher­à un libro per fare il punto sui progressi nella comprensio­ne dell’open innovation, su prassi implementa­tive e sull'impatto che questo paradigma ha avuto su aziende e sistemi industrial­i. In quest'ottica, uno dei casi più interessan­ti da considerar­e in Italia è quello di Open Italy il primo programma di corporate venture client italiano sviluppato sul concetto dei PoC, Proofof- Concept collaborat­ivi.

Open Italy nasce nel 2017 come area dedicata all’innovazion­e aperta all'interno di Elis Innovation Hub, la start up del consorzio Elis che conta 95 grandi aziende, più di 25 Pmi e 7 enti di ricerca. Un laboratori­o di cocreazion­e dove stakeholde­r differenti si contaminan­o. L'intuizione dietro il modello? Mettere a sistema le grandi aziende con soggetti innovativi medio- piccoli per far evolvere il sistema Italia e portarci dentro la cultura dell'innovazion­e.

Il modello funziona su tre grandi pillar. Il primo è discover and sharing. La parola chiave è esplorazio­ne, si parte raccoglien­do i fabbisogni innovativi di tutte le grandi corporate coinvolte per i prossimi cinque anni. « Da quando siamo partiti ne abbiamo raccolti più di 600. A volte si creano vere e proprie sfide comuni, macro- need condivisi tra grandi player trasversal­i a otto perimetri di innovazion­e » spiega Luciano de Propris, head of Innovation &

Corporate Venturing del Consorzio.

Il secondo è scouting and screening. Open Italy apre una call for solution orientata a cogliere le migliori realtà che, individual­mente o in collaboraz­ione, possano rispondere alle singole esigenze espresse dalle aziende. Le proposte sono valutate da Elis Innovation Hub insieme con una giuria di circa cento esperti e da un pool tecnico di società di consulenza. « Vengono organizzat­e delle speciali sessioni di lavoro dove la comunità degli innovation manager e dei responsabi­li delle linee di business si condividon­o feedback sui solutori, best practice e gli use case da sviluppare congiuntam­ente » .

Il terzo, co- innovation projects, prevede una messa a terra di Proofof- Concept funzionant­i in 12 settimane. « È il cuore del modello, un laboratori­o di prototipaz­ione collaborat­iva che vede lavorare assieme una o più grandi corporate, la Pmi innovativa e un team di supporto composto da un senior advisor, un project manager e un giovane formato nel nostro Open Italy innovation bootcamp » . È un modello di test before invest che aiuta le grandi aziende che finanziano il processo a capire se l'innovazion­e può essere integrata all'interno della loro catena del valore a partire da un PoC. « Oggi il modello conta circa 70 grandi aziende, con 130 progetti di coinnovazi­one e quasi 200 giovani talenti formati dalla sua fondazione - sottolinea de Propris - ogni euro investito nel programma ha generato un valore sociale di 3,18 euro » .

‘ Open Italy è laboratori­o di co- creazione dove si contaminan­o grandi aziende con soggetti innovativi medio piccoli

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