Aerospazio, l’Emilia Romagna al rilancio sul polo di Forlì
Colla: « Strutture big data e patrimonio manifatturiero i fattori chiave competitivi »
« Forlì, la città del volo, punta a diventare la città dello spazio, per coniugare il mondo della ricerca e quello dell’imprenditoria di questa regione » . Il sindaco della città romagnola, Gian Luca Zattini, usa parole semplici che ben sintetizzano un’intera giornata di lavori che ieri si è snodata tra Bologna, dove nella mattinata si è tenuto un incontro su fondi Ue e corsi per l’aerospazio, e il castello forlivese della Rocca delle Caminate, che ospita il Tecnopolo e il centro di ricerca Ciri Aerospace dell’Alma Mater. Qui imprese, università e istituzioni nazionali hanno gettato le basi di una nuova politica industriale per l’aerospazio in Emilia- Romagna.
« Parliamo di un mercato da mille miliardi di dollari che triplicherà nel giro di pochi anni e dove dobbiamo muoverci facendo leva sulle nostre attuali eccellenze e facendo sistema, perché si compete a livello mondiale e il fattore di scala è determinante » , rimarca l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla. Certo che la “nicchia” dell’economia aerospaziale emiliano- romagnola, che oggi vale 4.500 posti di lavoro e l’ 1% del Pil, saprà farsi valere anche in orbita: « Abbiamo un patrimonio manifatturiero che può fare la differenza nella space economy, dalla meccanica all’agroalimentare - sottolinea Colla - e abbiamo un’infrastruttura pubblica come il Tecnopolo dei big data di Bologna essenziale per lo sviluppo, perché non si può lavorare a 36mila km dalla terra senza la capacità di processare incessantemente dati che arrivano dall’alto in basso e viceversa » .
Forlì, storicamente hub nazionale tecnologico e formativo per l’aeronautica ( tra aeroporto, scuola di volo, scuola Enav per controllori di volo, polo di manutenzione velivoli e l’intera filiera formativa dall’Istituto tecnico Francesco Baracca alle lauree triennali e magistrali ai master in Ingegneria aerospaziale) ambisce ora a diventare il perno dell’economia spaziale emiliano- romagnola.
« Qui sta prendendo forma una convergenza straordinaria tra politica e competenze accademiche e industriali - commenta Paolo Tortora, direttore di Ciri Aerospace - anche gli ordini arrivati al nostro centro di ricerca in ambito spaziale sono cresciuti esponenzialmente, siamo a una trentina di progetti ogni anno e siamo diventati uno dei primi cinque atenei più attivi nel settore in Italia coprendo tutta la filiera tecnologica e scientifica e collaborando con i più grandi player del mercato » .
Resta il tema del nanismo aziendale che non permette di sostenere investimenti che devono andare di pari passo con quelli dell’intelligenza artificiale, cui la space economy è strettamente connessa, avverte Alessandro Curti, ad dell’omonimo gruppo meccanico romagnolo, la cui controllata Npc Spacemind ( nanosatelliti, cubesat e applicazioni spaziali) « qui è considerata un big in campo aerospaziale ma fattura appena 100 milioni di euro » , nota Curti, capofila del consorzio Anser ( AeroNautics and Space) nato due anni fa su spinta della Regione per mettere a sistema la filiera dell’aerospazio regionale.