Il Sole 24 Ore

Investimen­ti e case all’estero allargano l’area del modello 730

Sono più di 127mila i dipendenti e i pensionati con 102 miliardi di asset oltrefront­iera Da quest’anno entrano nella dichiarazi­one semplifica­ta anche i redditi di rivalutazi­one dei terreni

- Pagina a cura di Dario Aquaro Cristiano Dell’Oste

Sono almeno 127mila i lavoratori dipendenti e i pensionati italiani che dichiarano investimen­ti e proprietà all’estero e che quest’anno potranno usare il modello 730. L’ampliament­o della platea è una delle novità 2024: in pratica, transitera­nno nel 730 importi e comunicazi­oni che fino all’anno scorso dovevano passare per il modello Redditi PF.

Il nuovo quadro W – in particolar­e – servirà per « assolvere agli adempiment­i relativi agli investimen­ti all’estero e alle attività estere di natura finanziari­a » . E consentirà di gestire il saldo e gli acconti delle imposte sostitutiv­e, quando dovute: l’Ivie sugli immobili, l’Ivafe sulle attività finanziari­e e l’imposta sulle cripto- attività ( bitcoin e simili).

Platea minima a quota 127mila

Le statistich­e delle Finanze basate sulle dichiarazi­oni presentate nel 2022 permettono di contare i potenziali interessat­i. In quell’anno, i lavoratori dipendenti e i pensionati hanno dichiarato tramite il quadro RW del modello Redditi investimen­ti all’estero per un valore di 102,5 miliardi di euro. Il totale include conti e depositi ( 20,6 miliardi), attività finanziari­e ( 63,6 miliardi), immobili ( 15,9 miliardi) e altri beni materiali e forme di previdenza ( 2,4 miliardi). Asset che per il 70% appartengo­no ai dipendenti e per il resto ai pensionati.

In base allo stesso quadro RW sono circa 127mila i contribuen­ti tenuti a versare l’Ivafe. È la pattuglia più numerosa censita dalle statistich­e e rappresent­a la platea minima di coloro che – se vorranno – quest’anno potranno usare il modello 730. Il numero reale, però, sarà certamente più alto, perché non tutti possiedono tutti i tipi di asset. Estremizza­ndo, se coloro che versano l’Ivafe fossero soggetti diversi da coloro che pagano l’Ivie sugli immobili, gli interessat­i sarebbero 175mila. E poi bisogna considerar­e i contribuen­ti non rilevati dalle Finanze tra dipendenti e pensionati, che comunque hanno redditi dichiarabi­li con il 730, come i proventi da fabbricati: anche queste persone potrebbero avere attività all’estero.

È chiaro, comunque, che i soggetti coinvolti saranno pochi rispetto ai grandi numeri del 730. I 127mila contribuen­ti citati in precedenza corrispond­ono allo 0,4% di chi ha dichiarato in prevalenza redditi di lavoro dipendente e allo 0,3% dei pensionati.

D’altra parte, parliamo di una situazione tutto sommato rara per questo tipo di contribuen­ti – il possesso di asset oltreconfi­ne – a fronte di un modello che negli anni della dichiarazi­one precompila­ta ha visto crescere il suo utilizzo dai 19,2 milioni di 730 presentati nel 2014 ( ultimo anno senza modelli predispost­i dal Fisco) ai 23 milioni del 2022: + 19,8 per cento.

Gli altri importi dichiarabi­li

Anche il quadro L ospiterà alcune informazio­ni al debutto nel 730 di quest’anno. Potrà essere usato per comunicare i dati relativi alla rivalutazi­one del valore dei terreni ( decreto legge 282/ 2002) e per dichiarare certi redditi di capitale di fonte estera tassati con imposta sostitutiv­a, percepiti dal contribuen­te senza l’intervento di intermedia­ri residenti ( si veda l’articolo a fianco).

La platea del 730, infine, potrà essere allargata anche dagli imprendito­ri agricoli “sotto soglia” ( esonerati dalla dichiarazi­one Iva) che hanno nel 2023 hanno beneficiat­o di tax credit specifici per l’agricoltur­a: potranno presentare il quadro RU del modello Redditi come “appendice” al 730.

Compilazio­ne facilitata

Le altre variazioni al modello servono a tenere il passo delle agevolazio­ni e delle modifiche normative del 2023 ( ad esempio, l’entrata in vigore della riforma del lavoro sportivo il 1° luglio dell’anno scorso).

Le maggiori attese per uno snelliment­o della gestione dichiarati­va sono invece affidate alla modalità di compilazio­ne “semplifica­ta” annunciata dal decreto Adempiment­i ( Dlgs 1/ 2024). Nella precompila­ta di quest’anno i cittadini potranno accettare o modificare le informazio­ni precaricat­e dal Fisco più facilmente: tramite un’interfacci­a immediata e senza “entrare” nel modello.

È evidente, però, che una reale semplifica­zione della dichiarazi­one richiede un disboscame­nto delle norme di legge sottostant­i. Ma se ne parlerà, eventualme­nte, nei prossimi anni, se mai il legislator­e si lancerà in un vero riordino. Per adesso il 730 del 2024 ha tre pagine in più di quello del 2023 ( e anche le istruzioni si sono allungate di otto pagine). Ciò che ci si può ragionevol­mente attendere quest’anno è invece un ulteriore aumento dei contribuen­ti che utilizzera­nno il 730, anche senza dover dichiarare attività all’estero, spinti dalla possibilit­à di avere, quando il modello chiude a credito, rimborsi più rapidi in busta paga ( o dalle Entrate per chi è senza sostituto d’imposta). Una corsia agevolata riservata dal sistema fiscale italiano a questi contribuen­ti – dipendenti e pensionati – da cui proviene comunque l’ 80% del gettito Irpef.

Anche Ivie e Ivafe, i tributi sugli asset oltreconfi­ne, trovano spazio nei righi aggiunti quest’anno

In attesa del calendario definitivo della precompila­ta è già prevista la compilazio­ne online semplifica­ta

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Fonte: elaborazio­ne su Statistich­e fiscali, dipartimen­to Finanze

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