Rilevazione dei costi notarili per l'accensione di un mutuo
Una società a responsabilità limitata ha ricevuto la fattura del notaio per la stipula di un mutuo ipotecario, finalizzato all'acquisto di un capannone. Questa fattura va contabilizzata incrementando il valore dell'immobile ( e quindi verrà ammortizzata insieme al cespite), oppure dev'essere rilevato un costo per prestazioni notarili, riscontato per l'intera durata del mutuo?
Il costo notarile per la stipula del mutuo finalizzato all’acquisto di immobile non può essere contabilizzato a incremento dell’immobile. Rispetto alle spese per l'accensione di mutui, si evidenzia che il principio contabile Oic 24, nella versione vigente fino ai bilanci 2015, considerava nella categoria "Altri oneri pluriennali" anche le spese e le imposte sostenute in relazione ad accensione di mutui, ammortizzabili nel periodo di durata del mutuo. A partire dal bilancio 2016, in base alle modifiche introdotte dal Dlgs 139/ 2015, le voci di debito oltre i dodici mesi devono essere valutate al criterio del costo ammortizzato, e non al valore nominale ( salvo che la differenza sia irrilevante). In tale modo le spese di accensione del mutuo sono portate in diretta riduzione del debito e poi spalmate durante il periodo di relativa durata, mediante ricalcolo del tasso di interesse effettivo. Tali disposizioni lasciano esonerate le società che redigono il bilancio in forma abbreviata, per le quali gli oneri di accensione del mutuo dovranno essere oggetto di risconto in base alla durata del mutuo. Da un punto di vista fiscale, stante il principio di assorbenza o derivazione applicabile a questa fattispecie di oneri pluriennali, le scelte civilistiche hanno uno stretto riflesso e, quindi, sia le quote di ammortamento applicate sia la svalutazione a fine periodo sono fiscalmente deducibili.