Da Big Oil all’intelligenza artificiale Così Wall Street cambia pelle
La relazione ( molto stretta) tra gli indici azionari e i grandi cambiamenti
C’è sempre stata una relazione strettissima fra gli indici azionari e i grandi cambiamenti. Perché in fondo la Borsa è riflesso del mondo reale. Anzi, molto spesso i mercati fiutano il futuro che arriva e provano ad anticiparlo.
Così da Big Oil negli ultimi dieci anni si è passati prepotentemente a Big Tech. E adesso che un’altra rivoluzione è iniziata, i nuovi colossi finanziari potrebbero essere le Big AI, una schiera di società - guidata da Microsoft e Nvidia - che ha saputo cogliere tempestivamente le opportunità dell’intelligenza artificiale generativa e il boom iniziato con l’esplosione di ChatGPT.
È una storia che si ripete. Perché Wall Street non è mai stata troppo rigida. Da sempre il mercato dà e il mercato toglie: basta guardare alla voce Exxon Mobil, per anni regina indiscussa della Borsa di New York e nel 2020 esclusa dall’indice Dow Jones.
In un libro uscito nel 2012, “Private Empire: Exxon Mobil and American Power”, Steve Coll descriveva il colosso texano come la forza non eletta più potente del mondo, capace di orientare la politica estera degli Stati Uniti. Exxon era la società con la capitalizzazione di mercato più alta a Wall Street nel 1990, effetto dell’influenza del petrolio. E lo è stata fino al 2013, salvo temporanee incursioni di Coca Cola, Microsoft e General Electric.
Exxon Mobil è stata la prima società a sfondare il muro dei 100 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Succedeva poco meno di 30 anni fa, e sono cifre che - a guardarle oggi - sembrano piccolissime.
Poi è arrivata l’era dei dati, definiti - non a caso - il nuovo petrolio. E le dinamiche sui mercati sono cambiate. Anche perché, parallelamente al boom dell’industria tecnologica, i colossi petroliferi non sono riusciti a cogliere il boom del “green” e l’abbandono più o meno vero dei combustibili fossili.
L’anno del passaggio di consegne è considerato il 2013, con la californiana Apple che per la prima volta si insedia in quella che sarà una nuova e lunga leadership a Wall Street. Ma il cambiamento, a guardare i dati, era già in corso da qualche anno, spinto soprattutto dall’arrivo degli smartphone.
Il primo gennaio 2020, poco prima che scoppiasse la pandemia, nessuna azienda petrolifera compariva nella top ten delle società più capitalizzate a Wall Street. La classifica era dominata dai colossi della tecnologia: da Apple a Microsoft, fino ad Alphabet ( Google), Facebook ( oggi Meta), Amazon, Netflix, Tesla.
I titoli tecnologici in questi anni sono stati assoluti protagonisti dei mercati finanziari, infrangendo ogni record. Apple è stata la prima società al mondo ad abbattere, consecutivamente, i muri trilionari: 1 trilione di dollari di market cap raggiunto ad agosto 2018; 2 trilioni ad agosto 2020; 3 trilioni a giugno 2o23. Ma ora, per quanto possa sembrare paradossale, sembra che Big Tech debba imparare da Big Oil, anche se il cambiamento in corso sembra meno impattante perché i protagonisti - in larga parte - rimangono uguali.
Big Tech sta evolvendo in Big AI, e l’esempio più fulgido è quello di Nvidia. Prima che esplodesse il trend intelligenza artificiale generativa, poco più di un anno fa, la società di Jensen Huang valeva circa 400 miliardi di dollari. Oggi la sua capitalizzazione di mercato è vicina a 2,5 trilioni di dollari. Il treno di Big AI è guidato da Microsoft, che per prima ha investito nell’intelligenza artificiale generativa di OpenAI ( ChatGPT), scucendo un assegno da oltre 13 miliardi di dollari. Scelta ampiamente ripagata dal mercato, che intanto guarda con grande attenzione a potenziali nuovi colossi spinti dall’intelligenza artificiale. Sul treno Big AI sono pronte a salire società meno note come come AMD, Arm, Palantir, SoundHound. Mentre altri colossi storici come Meta, Ibm, Alphabet e Amazon si sono già mossi per consolidare le loro posizioni. Ma la nuova era è appena iniziata.
L’exploit di Nvidia e i nuovi equilibri: ma il treno è guidato ancora da Microsoft, che ha saputo cogliere il cambiamento