Un sistema digitale per monitorare siccità e alluvioni
Questione idrica
All’avvio della primavera 2024 lo stato di severità idrica nel nostro Paese vede un’Italia divisa a metà. Dopo cinque mesi ( da settembre 2023 a gennaio 2024) che hanno fatto registrare per quasi tutte le regioni italiane persistenti, estesi e marcati deficit di precipitazione stimabili intorno al 40% rispetto al periodo 1991- 2020 (- 60% in Sicilia), valori della temperatura dell’aria superiori di oltre 2 ° C rispetto alla media, e un deficit del manto nevoso di oltre il 60%, le abbondanti piogge e nevicate di febbraio e marzo (+ 150% e + 200% nel Nord- ovest, Lombardia, Trentino- Alto Adige, Veneto e + 100% in Friuli- Venezia Giulia e Toscana) hanno consentito alle regioni del Nord di tornare ad una situazione di normalità. Le condizioni idrologiche dei grandi laghi del Nord segnano alla fine di marzo il record del decennio e lo stato dei fiumi può definirsi ottimo, con portate superiori alle medie stagionali. Per quanto riguarda il Po, si registra una portata superiore del 57% rispetto alla media storica e di oltre 4 volte e mezzo rispetto alla media del recente biennio siccitoso. La stessa rosea situazione non è tuttavia riscontrabile per le regioni del centro e del Sud che presentano uno stato di severità idrica al momento bassa, ma in aumento, e in particolar modo per le due isole maggiori, entrambe in forte stato di sofferenza, la Sicilia in particolare ( severità alta).
A differenza di quanto è avvenuto per le regioni del Nord, nei mesi di febbraio e marzo il trend siccitoso, che da settembre sta caratterizzando le regioni centrali, meridionali e le isole maggiori, non ha subito la sperata inversione di tendenza invernale e si sono continuate a riscontrare anomalie negative in Umbria e nelle regioni del versante adriatico, con valori tra - 20% e - 40% e in Sicilia (- 10%). Nel Lazio le precipitazioni sono risultate nella media e solo lievemente al di sopra nelle regioni meridionali e in Sardegna. Per quanto concerne poi la neve, l’indice di riferimento evidenzia un deficit del 70% sull’Appennino e del 76% sul bacino del Tevere rispetto alla media del periodo 2011- 2022.
Le scarse precipitazioni e le temperature elevate hanno determinato un progressivo peggioramento dell’umidità dei suoli e delle condizioni idrologiche dei corsi d’acqua superficiali, dei laghi e delle falde. Nel Lazio risultano tutte sotto la media le portate di Tevere (- 40%), Aniene (- 43%) e Velino (- 22%) e quelle della sorgente del Peschiera che permangono al limite del 25° percentile della serie storica di riferimento. I livelli degli invasi sono per ora mediamente buoni, ma si è visto che i volumi stoccati sono spesso insufficienti a far fronte alla richiesta d’acqua nei periodi di prolungata siccità.
In sostanza, per le regioni del Centro Sud la situazione si presenta oggi molto simile a quella del marzo 2023. Lo scorso anno le piogge intense dei mesi di maggio e giugno erano riuscite ad attenuare il precedente deficit pluviometrico normalizzando la situazione. Quest’anno, se nei prossimi mesi primaverili perdureranno le attuali condizioni siccitose, ci potremmo trovare purtroppo in una situazione probabilmente simile, se non peggiore, a quella avuta nel 2022. Le elevate temperature attese nei prossimi mesi determineranno alti valori della percentuale di evapotraspirazione dei terreni e una conseguente forte domanda d’acqua soprattutto da parte dell’agricoltura che potrebbe portare anche il Nord in condizioni di difficoltà già dalla fine di giugno. Il rischio poi, come già accaduto in Emilia- Romagna nel 2023, è che l’acqua cada tutta insieme senza benefici per le falde e rischi molto elevati per il territorio. Per far fronte agli scenari siccitosi, l’Autorità di bacino dell’Appennino Centrale ha di recente realizzato, con il progetto Digital twin di distretto ( Dbdt), un avanzatissimo sistema digitale georeferenziato di monitoraggio e previsione in grado di fornire in tempo reale un quadro conoscitivo completo e continuamente aggiornato della disponibilità e dell’utilizzo delle risorse idriche. Il sistema, anche grazie al supporto dell’intelligenza artificiale, consente di monitorare i fenomeni in atto, di rilevare modelli anomali e di simulare scenari futuri, offrendo così opzioni decisionali fondamentali per le attività di pianificazione e di programmazione.
MENTRE IL SUD è A SECCO, IL PO REGISTRA UNA PORTATA SUPERIORE DEL 57% RISPETTO ALLA MEDIA