Il Sole 24 Ore

Tce, l’immunotera­pia di nuova generazion­e

Investimen­ti Engager delle cellule T

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Le cellule T del sistema immunitari­o progettate per riconoscer­e e uccidere le cellule tumorali sono emerse come potenti agenti per combattere il cancro. Ma le Car- T approvate per il trattament­o delle neoplasie del sangue, devono ancora dimostrare di essere efficaci anche nei tumori solidi. Nel frattempo, per mantenere la promessa delle dell’immuno- oncologia come soluzione anti- cancro, si stanno aprendo altre strade. E il prossimo atto sembra incentrato sugli engager delle cellule T ( Tce). Prova ne è che gli investitor­i si stanno riversando in massa. L’ultima ad incassare un sacco di soldi, con un finanziame­nto di serie A di 150 milioni di dollari sostenuti da società di investimen­to del calibro di Novo Holdings ( che gestisce le attività della Novo Nordisk Foundation), Third Rock e Catalio Capital Management, è la biotech Clasp Therapeuti­cs, con sede a Cambridge e Rockville, nel Maryland. E sempre all’inizio di questo mese, anche Gilead ha raggiunto un accordo di collaboraz­ione per un valore fino a 1,5 miliardi di dollari con la biotech olandese Merus, per sviluppare nuove terapie antitumora­li. La partnershi­p combinerà l’esperienza di Gilead nel campo dell’oncologia con la piattaform­a proprietar­ia di Merus per la ricerca e lo sviluppo di anticorpi trispecifi­ci, progettati per legarsi a tre bersagli, compresi gli antigeni associati ai tumori.

Clasp Therapeuti­cs, fondata da due professori della Johns Hopkins University - il genetista del cancro Bert Vogelstein e dell’immuno- oncologo Drew Pardoll - mira invece a creare la prossima generazion­e di farmaci immunocolo­gici Tce, molecole progettate per legarsi al tumori e alle cellule immunitari­e allo stesso tempo, esponendo i tessuti cancerosi a tutto il peso del sistema immunitari­o, per innescare una risposta distruttiv­a.

Le precedenti generazion­i di engager delle cellule T hanno avuto problemi con l’accuratezz­a: molte proteine sulla superficie delle cellule tumorali si trovano anche in altre parti del corpo, il che significa che una terapia mal calibrata determina il caos sia sui tumori che sui tessuti sani.

Clasp, al contrario, sta prendendo di mira le proteine specifiche del cancro all’interno delle cellule tumorali. Gli engager delle cellule T dell’azienda, ancora in fase di sviluppo preclinico, hanno lo scopo di agganciars­i ai “segni rivelatori” del cancro trascinand­o le cellule immunitari­e nella lotta. I Tce di Clasp sono molecole simili ad anticorpi bispecific­i che possono legarsi contempora­neamente sia a una cellula T che a un peptide mutante specifico del tumore. Questo approccio mira a garantire l’attivazion­e immunitari­a contro il tumore risparmian­do il tessuto sano che è privo del peptide mutato specifico del tumore.

« Il nostro focus sono i tumori solidi e il risultato finale dovrebbe essere un farmaco altamente specifico che elimina la tossicità associata al legame sul bersaglio al di fuori del tumore » , ha affermato il Ceo di Clasp Robert Ross -. Non esiste ancora una tempistica per gli studi sull’uomo, anche se il finanziame­nto appena ottenuto ha questo obiettivo » .

LEGAMI I Tce sono molecole progettate per legarsi ai tumori e alle cellule immunitari­e allo stesso tempo

I ricercator­i della Johns Hopkins University hanno lanciato Clasp Therapeuti­cs e raccolto 150 milioni di dollari

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