Assicurazioni, focus liquidità in scia al balzo dei riscatti
Polizze Vita incassate per investire in BTp, in seguito al rialzo dei tassi d’interesse Alla prova i bilanci delle compagnie minori, che ora puntano a diversificare
Con i riscatti ancora su soglie importanti, sebbene in rallentamento rispetto ai picchi dello scorso autunno, il settore assicurativo italiano comincia a fare i conti con un tema di liquidità. La situazione tocca, in vario modo, l’intero comparto e il mercato non poteva che aumentare il grado di attenzione, tanto in più in vista del prossimo avvio delle consultazioni con Ivass sulle potenziali modifiche da apportare al regolamento sulle gestioni separate. Segmento attorno al quale ruota la strategia di contenimento dei “deflussi” delle compagnie. Perché il tema, in questa fase, è evidentemente quello di offrire prodotti in grado di competere con i rendimenti che offrono i titoli di Stato e le obbligazioni corporate per frenare le uscite e al contempo spingere le nuove sottoscrizioni. In questo contesto l’Ivass da qualche tempo avrebbe avviato un’ispezione negli uffici di Athora Italia, l’ex Amissima e parte del gruppo Athora Holding ( che fa riferimento al fondo Apollo).
Quadro in miglioramento
Tutto nasce da un contesto economico finanziario che ha reso, dal punto di vista dei rendimenti, nuovamente attrattivi i governativi, i titoli corporate e i prodotti di risparmio come i conti deposito. Ciò ha generato una repentina svolta nella strategia dei piani di investimento degli italiani, che hanno ridotto le posizioni in polizze Vita per riposizionarsi su prodotti finanziari diversi. L’esito è che, stando almeno ai dati Ania più recenti, lo scorso gennaio gli importi riscattati nel vita hanno raggiunto quota 7,5 miliardi ( di cui 4,5 miliardi afferenti al solo ramo I), con un incremento annuo di oltre il 30%.
Per comprendere meglio l’andamento di questo trend è tuttavia opportuno rapportare i riscatti al volume dei premi contabilizzati negli ultimi anni ( 2020- 2024) e da ciò si osserva un netto rialzo dell’indicatore. In particolare, per il totale Vita, nei primi mesi del 2023 il valore è salito progressivamente fino al 103%, valore raggiunto ad aprile. Ciò significa che l’ammontare dei riscatti ha superato quello dei nuovi premi raccolti. A questo va sommato un altro elemento destabilizzante per il settore: sempre la recente dinamica dei tassi ha provocato importanti minusvalenze sui governativi in portafoglio pari a 17,9 miliardi a fine gennaio, valore negativo anche se in netto miglioramento rispetto a settembre quando erano a quota 47 miliardi. Ecco dunque spiegato il motivo per cui, a certi livelli e comunque in un contesto ancora sotto controllo, si sarebbe creata della tensione sulla liquidità. Anche perché nel corso del 2023 sono stati registrati sul ramo III picchi tali da spingere l’indicatore dei riscatti al 148%. Certo, in alcuni mesi sono stati rilevati anche valori più contenuti ( intorno al 92%), ma tra ottobre e novembre il rapporto è balzato fino a 118%. Con dicembre, tuttavia, si è tornati su valori più contenuti: 87% a fine 2023 e 94% a gennaio. L’altro indicatore, quello relativo al rapporto tra riscatti e riserve: se a gennaio 2022 era pari allo 0,44%, a gennaio di quest’anno ha toccato lo 0,89%, comunque in miglioramento rispetto all’ 1,14% di novembre.
La risposta delle compagnie
Di qui la scelta delle compagnie di riposizionarsi sulle gestioni separate. Sempre stando ai dati recentemente pubblicati da Ania a gennaio la nuova produzione vita delle imprese italiane ed extra- UE è stata pari a 6,4 miliardi, il 10,9% in più rispetto all’analogo mese del 2023, quando il volume di nuovi affari era in discesa del 6,8%. Tenuto conto anche dei nuovi premi vita del campione di imprese Ue, pari a 0,5 miliardi, in calo del 4,2% rispetto a gennaio 2023, i nuovi affari vita complessivi a inizio anno sono stati di 6,9 miliardi, registrando un incremento annuo del 9,7%. In questo contesto, nel mese di gennaio i nuovi premi di ramo I afferenti a polizze individuali sono stati pari a 5,2 miliardi, ossia l’ 81% dell’intera nuova produzione vita, contro il 77% di gennaio 2023, in aumento del 15,8% rispetto al primo scorcio del 2023, che a sua volta registrava un incremento annuo del 20,2%. Ancora negativa invece la raccolta dei nuovi premi di polizze di ramo V ( dimezzata rispetto al mese di gennaio 2023), a fronte di un importo pari a 53 milioni. La restante quota della nuova produzione vita, pari al 18% del totale, ha riguardato il ramo III ( nella forma esclusiva unit- linked) per 1,2 miliardi, in lieve calo rispetto allo stesso mese del 2023 (- 1,8%). In sostanza il settore assicurativo pur di mantenere su buoni livelli la raccolta è disposto a rinunciare a un pezzettino di redditività.
A gennaio riscattati 7,5 miliardi (+ 30%), ma si riducono le minusvalenze sui titoli di Stato e il rapporto con i premi
Il caso Athora
Sullo sfondo, gli uomini dell’Ivass hanno varcato la porta degli uffici di Athora. La compagnia – che è di fatto la ridenominazione della vecchia Amissima, a sua volta frutto delle attività assicurative della ex Carige – sarebbe oggetto da qualche tempo di un’ispezione da parte dell’Autorità. Sul gruppo, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stato acceso un faro proprio per questioni inerenti a tematiche di liquidità. Ipotesi che la compagnia respinge. Contattata, la società ha fatto sapere che « l’attività dell’Autorità è di carattere ordinario, il gruppo non era infatti oggetto di ispezioni dal 2017 » . Inoltre il rapporto tra « riscatti e riserve è nettamente migliore rispetto alla media del mercato » , che a gennaio era pari allo 0,89%. Non è tuttavia possibile sapere di Rquanto sia lo scostamento. Athora, va detto, ha alle spalle il gruppo europeo Athora Holding che giusto un paio d’anni fa ha messo a punto una ricapitalizzazione da 2 miliardi per favorire i piani delle proprie controllate territoriali. Il business in Italia della compagnia al momento ruota per lo più attorno a un accordo di distribuzione con la Popolare di Bari.